Il Paese dell’Africa centrale affronta una gravissima crisi sanitaria legata all’infezione. L’Unicef chiede oltre 62 miliardi di dollari per intervenire con urgenza. Putoto del Cuamm: “Quasi l’80% di tutti i casi di colera al mondo sono concentranti nel continente africano. È una malattia della povertà e si concentra soprattutto nei Paesi afflitti da disastri naturali o da conflitti”
Emanuela Prisco – Città del Vaticano
Il Continente africano registra oggi l’80% dei casi di colera, infatti, sono 14 i paesi in africa in cui sono state notificate epidemie di una patologia che è legata alla povertà. Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione e dell’Area scientifica di Cuamm – Medici con l’Africa, spiega a Vatican News come “il colera colpisca soprattutto i campi degli sfollati nei Paesi affetti da catastrofi naturali o da conflitti, come nel caso della Repubblica Democratica del Congo”, Paese nel quale, spiega ancora Putoto, “si tratta di colera endemico a causa della mancanza di igiene e di cibi e acqua contaminati”.
La crisi può diventare una delle peggiori a livello globale
Il Congo oggi attraversa una delle peggiori crisi dovute alla guerra, racconta a Vatican News Andrea Iacomini portavoce di Unicef Italia, con un numero di circa 6,3 milioni di persone che vivono in campi che solitamente sono sovraffollati, il che li rende soggetti alla trasmissione della malattia. Grande è la carenza di acqua e dei servizi igienici. Sono circa 300.000 le persone, tra cui 183.000 bambini, che non hanno accesso all’acqua, mentre meno di un terzo delle persone ha accesso ai servizi igienici. “Si tratta di una crisi che – aggiunge Iacomini – per ampiezza, dimensione e pericolosità è molto più grande rispetto ai tanti altri conflitti che ci sono nel mondo. Sono oltre 8.000 i bambini sotto i 5 anni contagiati nel Nord Kivu, la provincia ad essere stata più colpita con un numero di sei volte superiore rispetto al 2022”. Un problema davvero molto critico e che preoccupa perché “l’impennata della malattia se non si interviene con urgenza può arrivare a tutto il Paese. La guerra è il problema, ma la crisi degli sfollati è attualmente la più grave dell’Africa”. È quindi necessario agire con urgenza per impedire che la malattia si diffonda in zone del Paese che non sono state colpite da molti anni, per questo l’Unicef lancia una richiesta per 62 milioni e mezzo di dollari per incrementare le attività di prevenzione e risposta alla crisi del colera e dei sistemi idrici e igienici. “Bisogna entro i prossimi 5 mesi fornire acqua sicura, kit igienico sanitari ed aumentare il numero delle latrine, – conclude il portavoce di Unicef Italia – ed è necessario sensibilizzare le persone affinché la situazione non diventi un disastro umanitario senza precedenti”.