Hamas denuncia oltre 50 vittime nei bombardamenti di Israele, colpiti anche una mosche a Jenin e gli aeroporti di Damasco e Aleppo. Conntinua il lancio di razzi su territorio israeliano e si pianifica l’invasione di terra
Francesca Sabatinelli – Vatican News
I bombardamenti israeliani hanno colpito obiettivi a Gaza durante la notte di domenica uccidendo, secondo Hamas, oltre 50 persone. Raid sulla Cisgiordania, sulla moschea al-Ansar a Jenin, con un bilancio, secondo l’agenzia ufficiale palestinese Wafa, di quattro morti. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito una cellula armata della Jihad islamica che stava pianificando un attentato. Sarebbe così salito a 90 il numero di morti in Cisgiordania dallo scoppio della guerra, il 7 ottobre.
Si prepara l’invasione di terra
Gli attacchi israeliani si intensificano in vista dell’invasione di terra preannunciata all’inizio del conflitto scatenato due due settimane fa dal sanguinoso attacco di Hamas. Ieri, sabato, il premier Netanyahu ha convocato il suo Gabinetto, mentre ad annunciare che i raid sarebbero aumentati era stato, sempre ieri, il portavoce dell’esercito israeliano, spiegandone la necessità al fine di “ridurre i rischi per le forze israeliane nelle successive fasi del conflitto”. Israele, che sta intanto ammassando migliaia di soldati ai confini con la Striscia, avrebbe avvertito nuovamente la popolazione palestinese di spostarsi verso il sud, in vista dell’operazione di terra.
Razzi di Hamas su Israele, allarme a Tel Aviv
Prosegue anche il lancio di razzi da parte di Hamas contro Israele, oggi le sirene di allarme sono risuonate nel centro del Paese e nella zona circostante Tel Aviv. Secondo le autorità israeliane, le vittime provocate da Hamas sarebbero ad oggi oltre 1.400, molte delle quali uccise sabato 7 ottobre durante l’attacco del movimento islamista che intanto fornisce il suo bilancio dei morti dei raid israeliani sulla Striscia indicando in oltre 4.300 le vittime, per lo più civili. Ad oggi sono 212 le persone tenute in ostaggio a Gaza, tra israeliani e stranieri, due i sequestrati liberati finora, due donne statunitensi rilasciate venerdì 20 ottobre.
I civili di Gaza sono allo stremo
La situazione umanitaria a Gaza, come riportano agenzie dell’Onu, è sempre più catastrofica. Sabato mattina, attraverso il valico di Rafah con l’Egitto, ora nuovamente chiuso, sono arrivati i primi camion con gli aiuti umanitari non sufficienti, però, alla popolazione, che da due settimane vive sotto assedio. Il tempo, avverte l’Onu, “sta per scadere prima che i tassi di mortalità aumentino a causa dell’insorgere di malattie e della mancanza di capacità sanitarie”, i palestinesi sono costretti a bere acqua sporca e l’unica centrale elettrica dei territori è spenta da oltre una settimana con la conseguente paralisi dei sistemi idrici e sanitari.
La tensione al confine israelo-libanese
Intanto, continua a salire la tensione anche al nord di Israele, al confine con il sud del Libano dove proseguono e si intensificano gli scontri a fuoco tra l’esercito israeliano e l’organizzazione Hezbollah, alleata di Hamas e sostenuta dall’Iran. Nella zona, sia dalla parte israeliana che da quella libanese, le città nei pressi del confine sono state evacuate dai loro abitanti nel timore dello scoppio del conflitto. Gli attacchi israeliani hanno anche messo fuori uso i due principali aeroporti siriani di Damasco e Aleppo, una persona sarebbe rimasta uccisa.