Chiesa Cattolica – Italiana

Rafic Nahra: “A Marsiglia abbiamo condiviso paure e speranze del Mare Nostrum”

Dopo il viaggio di Papa Francesco e la chiusura dei lavori della terza edizione degli ‘Incontri del Mediterraneo’, il Vicario Patriarcale per Israele traccia il bilancio del confronto tra giovani e vescovi: “Educazione, gestione dei conflitti ed ecologia sono stati alcuni dei temi trattati. E’ qui che ho compreso quanto sia fresco lo sguardo della gioventù”. Esaminata anche la dimensione ecumenica ed interreligiosa

Federico Piana- inviato a Marsiglia

La potenza e l’importanza dei discorsi che il Papa ha pronunciato durante la sua visita a Marsiglia per chiudere la terza edizione degli ‘Incontri del Mediterraneo’, si potrebbe dire che sono in continuità ideale con i messaggi scaturiti dagli altri due eventi precedenti, quello di Bari del 2020 e quello di Firenze del 2022. E’ questa la convinzione di monsignor Rafic Nahra, Vescovo ausiliare del Patriarca Latino di Gerusalemme e Vicario patriarcale per Israele, che ha partecipato ai lavori di confronto e dialogo insieme agli altri vescovi, ai leader religiosi e ai giovani provenienti dalle cinque sponde del Mare Nostrum.

Ascolta l’intervista a monsignor Rafic Nahra

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/09/24/13/137319865_F137319865.mp3

Qual è il bilancio dei lavori che si sono svolti in una città che anche il Papa ha definito accogliente e dal carattere multiculturale e multireligioso?

Ognuno di noi ha presentato i propri problemi ed i propri sogni, e li abbiamo condivisi. Ciò che è risultato nuovo, rispetto alle edizioni di Bari e di Firenze, è stata la partecipazione di 70 giovani provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo. Questi giovani hanno iniziato i lavori prima che i vescovi arrivassero a Marsiglia, hanno preparato la strada. Insieme, abbiamo discusso di educazione, di come gestire i conflitti, dei rapporti interreligiosi e di ecologia. I risultati di questi confronti sono stati presentati anche a Papa Francesco. Come vescovo, ho compreso quanto lo sguardo dei giovani sia fresco. Noi vescovi dobbiamo lavorare di più con i giovani.

Il viaggio del Papa ha avuto anche una dimensione ecumenica ed interreligiosa che si è concretizzata nel momento di riflessione davanti al monumento dedicato ai migranti e ai marinai morti in mare. Questa dimensione si è percepita anche nei lavori degli ‘Incontri del Mediterraneo’?

L’aspetto ecumenico ed interreligioso è stato preso in esame sia dal punto di vista negativo legato ai conflitti, che da quello positivo, che fa riferimento al fatto che tutte e tre le religioni monoteiste credono a Dio, santo ed uno, credono nel valore della vita umana e nel valore della famiglia, vogliono sostenere i poveri ed i migranti. Ed è in base a questi punti comuni che si è compreso che si deve continuare a collaborare. Su questo ci siamo confrontati e su questo il Papa ci ha spronati ad andare avanti.

Quali sono le emergenze attuali per la Terra Santa?

La Terra Santa è un microcosmo dove tutti i problemi del mondo, non solo del Mediterraneo, sono rappresentati. Per una ragione molto semplice: perché tutti sono presenti in Terra Santa. E anche il popolo israeliano è formato da persone che provengono dal mondo intero.

In questi incontri si è discusso anche di una possibile teologia del Mediterraneo. Cosa ne pensa?

Dipende da come si comprende la parola ‘teologia del Mediterraneo’. Io penso che il Mediterraneo è il luogo dove è nata la filosofia greca, sono nati i tre monoteismi e c’è una cultura molto sviluppata. Ci sono davvero molte cose in comune. Nord e Sud del Mediterraneo, però,oggi non si parlano più, talvolta c’è molto odio. Ora si sta pensando di creare un’università del Mediterraneo per riflettere insieme sulla fraternità . E questo ci conforta perchè Papa Francesco ha messo la fraternità, e anche l’ecologia, nella teologia. Ecco, questi temi sono comuni  e dunque in questo senso, in un modo più aperto, si può parlare di ‘Teologia del Mediterraneo’.

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