Sempre più intensa la serie di attacchi israeliani sull’area che ha provocato un ennesimo massacro. Escalation di violenza anche fra Israele e Libano dove si registrano nuove vittime civili fra cui anche bambini
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Tre massacri in meno di un’ora. La protezione civile di Gaza denuncia oltre 60 vittime provocate nelle scorse ore da diversi attacchi israeliani nel centro e nel sud della Striscia. Nuove vittime dopo quelle provocate in due scuole dell’Onu nei giorni scorsi. Intanto, resta intenso lo scambio di fuoco incrociato fra Israele e Libano. Ieri in diversi attacchi israeliani 5 le vittime oltreconfine, tra cui tre bambini siriani. In risposta, sono stati circa 15 i razzi lanciati nelle ultime ore dagli Hezbollah libanesi nel nord di Israele.
La condanna di Francia e Iran
Una incessante ondata di violenza condannata dalla Francia, che sollecita il rispetto del diritto internazionale umanitario. Il presidente francese, Emmanuel Macron ha avuto colloqui con il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sissi, l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani e il Re del Bahrein Hamad Ben Issa Al-Khalifa, ribadendo come “l’attuazione di un cessate il fuoco non può più essere ritardata”, in particolare per ottenere la liberazione degli ostaggi detenuti dal movimento islamista palestinese Hamas dopo il suo attacco senza precedenti del 7 ottobre in Israele e per “porre fine alle sofferenze delle popolazioni a Gaza”. L’Iran, dal canto suo, chiede alle Nazioni Unite l’uso della forza per fermare quelli che definisce crimini di genocidio da parte delle forze israeliane.
Israele rilancia i colloqui per una tregua
Nella serata di ieri il gabinetto di sicurezza israeliano ha rilaciato i colloqui finalizzati all’accordo di tregua nella Striscia e al rilascio degli ostaggi. I negoziati di recente avevano conosciuto una ripresa che tuttavia si e’ arenata sabato scorso dopo il massiccio attacco israeliano nella zona di Khan Younis, costato la vita a decine e decine di palestinesi, e il cui obiettivo era il capo militare di Hamas, Mohammed Deif.
Il richiamo alla leva dei giovani ortodossi
Ma intanto il governo israeliano richiama alla leva militare i giovani ortodossi: l’esercito inizierà la prossima settimana a inviare le prime cartoline. L’annuncio fa seguito a una decisione della Corte Suprema che ha dato il via libera all’imposizione del servizio di leva anche per i giovani ultra-ortodossi che prima erano esentati. Alcuni di loro hanno bloccato nel pomeriggio un’autostrada nella parte centrale di Israele in segno di protesta.