Prorogato il termine della prima fase del percorso sinodale

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Una proroga di circa quattro mesi: da aprile al 15 agosto 2022. Questo quanto stabilito dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi circa la durata complessiva della prima fase, diocesana, del processo sinodale che si è aperto il 9 e il 10 ottobre scorso in Vaticano, e il 17 ottobre nelle Chiese particolari, sul tema Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione.

La Segreteria generale del Sinodo in un comunicato esprime la sua riconoscenza per le numerose comunicazioni pervenute in  queste prime settimane di “consultazione del popolo di Dio”, dalle Conferenze Episcopali, dalle diocesi e dalle eparchie, perchè rappresentano veramente “una conferma incoraggiante” di quanti nella Chiesa si stanno impegnando per celebrare proprio la prima fase del percorso che nella sua totalità si concluderà nel 2023. Da più parti – spiega il comunicato – giungono anche numerose le richieste proprio di estendere la durata della prima fase per dare una “maggiore opportunità al popolo di Dio di fare un’autentica esperienza di ascolto e di dialogo”. 

Da qui la decisione della proroga in linea con l’identità stessa di “una Chiesa sinodale che è Chiesa che ascolta”, e cerca sempre il bene della Chiesa. Dunque – secondo quanto stabilito dal Consiglio Ordinario del Sinodo dei Vescovi – ci sarà tempo fino al 15 agosto del 2022 per presentare le sintesi delle consultazioni da parte delle Conferenze Episcopali, delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris e degli altri Organismi ecclesiali.

Ricordiamo infatti che il tempo a disposizione a partire da ottobre 2021 serve – in questa fase diocesana che precede quella continentale e universale – ad una consultazione capillare, nell’ascolto della totalità dei battezzati, con gli strumenti forniti dalla Segreteria stessa del Sinodo. Ad ogni vescovo e alle singole Conferenze episcopali, quindi, l’incarico di avviare percorsi che confluiranno in “Riunione pre-sinodale”, e poi in una sintesi posta all’attenzione appunto della Segreteria del Sinodo.