Esame di circa un’ora nella seconda udienza del processo per la gestione dei fondi all’arcivescovo tedesco, per anni segretario di Benedetto XVI, circa i comportamenti degli imputati Palombella e Nardella, allora direttore e direttore amministrativo del Coro della Cappella Musicale, affidata alla sua responsabilità come prefetto della Casa Pontificia. Prossima udienza il 26 luglio
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È durata meno di un’ora e ha visto come unico testimone monsignor Georg Gänswein, per anni segretario di Benedetto XVI, il procedimento penale nel Tribunale vaticano per la gestione dei fondi della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Imputati il salesiano monsignor Massimo Palombella e il laico Michelangelo Nardella, all’epoca dei fatti direttore e direttore finanziario del Coro (presenti in aula), e la moglie di Nardella, Simona Rossi (assente). Tutti e tre sono accusati di peculato, riciclaggio e truffa. Accuse concretizzatesi al termine dei cinque anni di indagine avviata, per volontà del Papa, nel 2018 “sugli aspetti economico-amministrativi del Coro”.
Ordinanza
Prevista per le 16.30, l’udienza è iniziata con un’ora esatta di ritardo perché il Collegio giudicante, presieduto dal presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone, si è riunito in Camera di consiglio per completare l’ordinanza sulle eccezioni presentate nella prima udienza del 24 maggio dalle difese: l’avvocato Massimo Claudio Poltronieri per Palombella e Laura Sgrò per Nardella e la moglie. Il Tribunale vaticano ha rifiutato ognuna delle questioni eccepite, a cominciare dalla “nullità e inutilizzabilità delle prove illecitamente acquisite”, a seguito di una segnalazione all’ASIF (allora AIF) dalla Prefettura della Casa Pontificia, al cui prefetto era affidata la responsabilità del Coro poi passata, con il Motu proprio del 2019 di Papa Francesco, al maestro delle Celebrazioni Liturgiche.
Interrogato don Georg
Dopo la lettura dell’ordinanza, alle 17.54 è iniziato quindi l’interrogatorio a monsignor Georg. Erano previsti anche gli interrogatori dei due imputati, ma Pignatone ha chiesto di procedere solo all’esame dell’arcivescovo che “si troverà presto all’estero”.
Il prelato tedesco ha confermato quanto dichiarato al Promotore di Giustizia il 2 ottobre 2018. Un lungo interrogatorio in cui affermava che come prefetto della Casa pontificia e quindi superiore di Palombella e Nardella non aveva avuto mai nessun sospetto fino al 2014, quando gli giunsero le lamentele dei genitori dei pueri cantores, il coro dei bambini della Cappella musicale, che denunciavano “un trattamento scortese ed eccessivamente duro di monsignor Palombella nei confronti dei ragazzi”. Gänswein aveva avvisato i superiori, venendo incaricato di fare “accertamenti”. Quindi aveva “parlato con Palombella raccomandandogli di non esagerare”. Nel 2016 le lamentele si sono “riprodotte” ma questa volta anche dagli adulti, i quali si erano rivolti al segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che aveva convocato Georg e coinvolto l’allora sostituto, il cardinale Angelo Becciu. Ancora “lamentele nel 2017” e sempre “con lo stesso oggetto”. Da qui, la decisione del Papa di una visita apostolica.
Sospetti
Tra aprile e maggio 2018, Gänswein fu incaricato di “prendere provvedimenti” a seguito di un falso messaggio di Nardella ad un’associazione di medici. Convocato, il direttore amministrativo “ha sempre negato esserne l’autore, adducendo varie motivazioni pretestuose come il furto della password del suo computer”. Dopo quella vicenda, Nardella è stato sospeso. “Dopo tali fatti – ha affermato don Georg – ho iniziato a nutrire sospetti sulla sincerità e rettitudine della persona”. Per questo si mise in contatto con l’AIF “per riferire i fatti”. Interpellato in proposito dal promotore di Giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, Georg ha specificato di aver nutrito in realtà “sospetti nei confronti di entrambi”: “A volte è il naso che dice che qui qualcosa non funziona, a quel punto ho visto e iniziato a dubitare della sincerità. Non avevo prove ma il sospetto. Sono passati 6 anni, più preciso non posso essere”.
Pagamenti e introiti
Nelle dichiarazioni di Gänswein anche un cenno al fatto che nel bilancio della Prefettura sia presente un capitolo sui “pagamenti extra” della Cappella Sistina per retribuire cantori e musicisti. Pagamenti avvenuti attraverso lo IOR. Invece sui guadagni, ha affermato l’arcivescovo, “la Cappella agiva in massima e piena autonomia”: “In alcune occasioni di concerti ed esibizioni artistiche venivano fatte donazioni e offerte ma nulla è pervenuto alla Prefettura. Mai avuto un elenco di manifestazioni a cui anno per anno partecipava la Cappella Sistina. Noi – ha aggiunto Georg – abbiamo ricevuto solo richieste di dover pagare, gli introiti mai visti. Si sapeva che erano all’estero o in Italia, ma riguardo a tutto ciò che entrava non abbiamo avuto informazioni”.
Bilanci
Il prefetto della Casa Pontificia firmava tutti i bilanci presentati dalla Cappella Sistina, ha spiegato ancora Gänswein. A tal proposito, l’avvocato Sgrò ha domandato come mai in quattro anni non avesse mai denunciato comportamenti scorretti prima del 2018 e se durante la visione dei bilanci avesse notato anomalie. “Dopo le prime lamentele è passato del tempo – ha chiarito il teste – abbiamo parlato internamente e poi abbiamo detto è ora di scrivere e chiedere un miglioramento del comportamento”. Quanto ai bilanci, ha spiegato che ad effettuare i controlli era un esperto laico collaboratore della Prefettura, Luca Vittori.
Donazioni e progetti
A don Georg sono stati mostrati poi dei documenti presenti in una memoria depositata agli atti dalla difesa Nardella, tutti a sua firma (“Le firme sono mie”, ha ammesso). Tra questi anche una lettera in cui Gänswein stesso ringraziava per aver ricevuto 30 mila euro da alcuni benefattori e un altro documento in cui si parlava della ristrutturazione di un nuovo palco nella Basilica di San Pietro. Il testimone ha detto di aver autorizzato quest’ultimo progetto ma di non aver poi seguito l’attività: “Ho preso atto di questo, perché Palombella mi aveva detto; riguardo ai costi mi ha assicurato: ‘Ci penso io’. Ho approvato perché anche da parte della Fabbrica erano state fatte delle osservazioni. Luce verde là, luce verde anche da me, poi non so… Ho approvato ma non era più mia responsabilità”.
Prossima udienza
A domanda diretta di Pignatone, don Georg ha dichiarato di non sapere chi avesse erogato tali somme né la loro provenienza, come pure di non aver ricevuto lamentele circa “scorrettezze su piano amministrativo e finanziario” all’interno del Coro.
L’udienza si è conclusa intorno alle 18.30. La prossima è fissata per il 26 luglio, alle 10, con l’interrogatorio dei tre imputati.