Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Si è tenuta questa mattina, presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, la sesta udienza del processo per presunti abusi sessuali nel quale sono imputati don Gabriele Martinelli, 28 anni, e l’ex rettore del Preseminario San Pio X, don Enrico Radice, oggi 71 enne, entrambi incardinati nella diocesi di Como, che, già interrogati in aula, hanno negato ogni addebito. Nel corso dell’udienza, durata poco più di un’ora, dalle 10.16 alle 11.31, è stato ascoltato come testimone, convocato dal promotore di giustizia, il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni, 70 anni, che guida la diocesi dall’ottobre 2016, mentre il suo predecessore Diego Coletti, 79 enne, vescovo all’epoca dei fatti contestati, tra il 2007 e il 2012, ha presentato un certificato medico che attesta la sua impossibilità a rispondere, per patologie cognitive, a domande sull’accaduto.
I due documenti firmati da monsignor Cantoni
Il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone, prima di porre le sue domande, ha ricordato che agli atti del procedimento ci sono due documenti firmati dal vescovo: la nota del 20 novembre 2017 che ha dato il via alla sua indagine previa, e la relazione finale, Votum episcopi, del 2 maggio 2018, di 10 pagine. Il processo riguarda i presunti abusi che sarebbero stati compiuti da Gabriele Martinelli, presente oggi in aula, ordinato sacerdote nel giugno 2017, su un compagno, L.G. di un anno più giovane, che si è costituito parte civile, quando l’imputato aveva tra i 14 e i 20 anni, ed entrambi erano allievi del Preseminario situato in Vaticano, nel palazzo San Carlo.
“Pratiche inappropriate, tra il 2006 e il 2012”
Monsignor Cantoni ha confermato tutte le dichiarazioni contenute nei due documenti, in particolare quanto scritto a pagina 20 della relazione: “Si ritiene, oltre ogni ragionevole dubbio, che tra il settembre 2006 e il giugno 2012, Gabriele Martinelli abbia tenuto pratiche sessualmente inappropriate”. Precisando poi che in quel periodo l’imputato non era chierico, e che quei comportamenti erano espressione di una “tendenza omosessuale transitoria legata ad un’adolescenza non ancora compiuta”. Infatti, ha aggiunto il vescovo della diocesi lombarda, “da quando è tornato a Como, prima come diacono (dal novembre 2016, n.d.r) e poi come sacerdote, non abbiamo avuto nessuna segnalazione e nessuno si è lamentato di lui”.
La visita a Roma prima dell’ordinazione di Martinelli
Il presule, che ha ordinato sia Marinelli sia un altro ex allievo del Preseminario gestito dall’Opera don Folci, F.V., nel giugno 2017, a domanda del promotore di giustizia Gian Piero Milano, ha ricordato che, arrivato pochi mesi prima a Como, “quando ho saputo che c’era questa ordinazione in programma, mi sono fatto grossi problemi”. Per questo ha voluto venire a Roma e parlare, insieme al rettore don Radice, con il rettore del Seminario francese dove sia Martinelli che F.V. avevano concluso gli studi.
Gli studi conclusi al Seminario Francese e non a Como
“Mi ha detto che il percorso dei due ordinandi era stato corretto, e che era stata fatta un’analisi psicologica che confermava la maturazione di Gabriele”, perché erano passati parecchi anni dai fatti contestati. “Anche altre persone mi hanno detto che il grado di preparazione era sufficiente”. A Roma Cantoni aveva incontrato anche il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana e responsabile del servizio liturgico degli studenti del Preseminario in Basilica, “che mi ha detto di aver chiesto che facessero il seminario a Como e non al Seminario Francese e non è stato ascoltato”. Dopo l’esame dei due diaconi da parte della commissione diocesana “de ammittendis”, ha concluso il presule lombardo “li ho ordinati”.
Il Vaticano: è la diocesi l’ultima responsabile del Preseminario
A proposito della gestione del Preseminario, monsignor Cantoni ha sottolineato che spesso l’Opera don Folci affermava che l’istituto era una cosa a sé, “cosa che io ho contestato, dicendo che il vescovo di Como è responsabile non solo della gestione economica ma anche delle scelte formative del Preseminario”. Per questo in tempi recenti ho chiesto “in Vaticano di chi fosse la responsabilità finale del Preseminario. Il cardinale Comastri mi ha detto che il Vicariato è responsabile solo del servizio degli studenti in Basilica, mentre il segretario di Stato cardinal Pietro Parolin mi ha assicurato che la responsabilità è del vescovo di Como”. L’Opera don Folci che gestisce l’istituto è ora commissariata. “Ho ordinato un’inchiesta per far luce sulla situazione economica e pedagogica – ha spiegato Cantoni – che è stata rallentata dalla pandemia ed è ancora in corso”.
La sanzione diocesana del risarcimento danni a L.G.
Gli avvocati di Martinelli e Radice hanno ricordato in aula che la relazione di monsignor Cantoni del maggio 2018 si conclude con la richiesta di risarcimento, secondo il Codice di Diritto Canonico, a carico dei due imputati, di 20 mila euro alla presunta vittima L.G, per il danno che gli avrebbero arrecato. Il vescovo di Como ha spiegato che la sanzione non è ancora esecutiva, perché si attendono “gli esiti di questo processo penale”. E che comunque anche i quattro provvedimenti disciplinari, tra il 2017 e il 2019, sono a difesa” di don Martinelli, “per proteggerlo dalla risonanza mediatica” scatenata dal servizio de Le Iene del novembre 2017. Provvedimenti che prima lo hanno isolato in un monastero in Valle d’Aosta e poi in una struttura protetta per anziani a Como, con la disposizione di parlare solo con i superiori e i genitori. “E’ sempre stato rispettoso delle misure che abbiamo preso, compie il suo servizio con umiltà e diligenza, e io lo vado a trovare spesso – ha chiarito monsignor Cantoni – raccomandandogli di agire con discrezione, perché può finire sui giornali e la sua dignità essere lesa”.
Nell’udienza del 17 marzo, la parola alla presunta vittima
Al termine dell’udienza, il presidente del Tribunale Pignatone ha ricordato che nelle prossime udienze, il 17 e 18 marzo, verrà sentita la presunta parte lesa L.G., e al termine, sempre il 18, il Tribunale farà un sopralluogo nella sede del Preseminario.