Devin Watkins – Città del Vaticano
La sede di Vatican News – Radio Vaticana ha ospitato venerdì una conferenza stampa con i membri della giuria che sceglieranno il vincitore di quest’anno del Premio Zayed per la Fraternità Umana. Il riconoscimento va alle persone e le organizzazioni che hanno dato profondi contributi al progresso umano oltre a facilitare la coesistenza pacifica.
Un passo sulla via della fraternità
Il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, ha ricordato che il Documento di Abu Dhabi è un importante “passo” lungo il cammino della pace tra i popoli e che gli effetti a lungo termine dipenderanno da come i credenti la recepiranno. “Ogni persona sulla terra – ha spiegato – è un credente”. “Non esiste una cosa come un ‘non credente’ quindi dipende da tutte le persone di ogni convinzione realizzare il significato e il potenziale del Documento e metterlo in pratica”.
Unire le fedi
L’ex presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, ha aggiunto che il Documento è storico per la capacità di unire le persone delle tre grandi “fedi abramitiche” – ebraismo, cristianesimo e islam – in un desiderio comune di ricerca dei valori di fraternità, solidarietà, pace, tolleranza e libertà”. Il Premio Zayed, ha spiegato, offre l’opportunità di esplorare i valori contenuti nel Documento e indica la direzione che il mondo dovrebbe prendere.
Superare il “virus dell’odio
La dottoressa Leah Pisar, presidente del Progetto Aladdin che lavora per contrastare la violenza, ha legato l’occasione alla pandemia di Covid-19 in corso. Ha detto che l’emergenza sanitaria ha generato un “virus dell’odio” tra i popoli, un odio che si può combattere, ha spiegato, con il valore della fraternità umana. In un’intervista a margine della conferenza stampa, ha parlato della dolorosa esperienza dell’Olocausto vissuta da suo padre Samuel che ha trascorso quattro anni nei campi di sterminio nazisti di Dachau e Auschwitz. Unico sopravvissuto della sua scuola polacca di 900 bambini “è uscito da tutto questo con speranza”, superando la tentazione dell’odio, insegnando a molte persone durante la sua lunga carriera di avvocato negli Stati Uniti che l’umanità deve imparare a vivere insieme. La fraternità umana – e il Documento e il Premio dedicati a questo valore – sono per la dottoressa Pisar, una vera e propria “chiamata all’azione per resistere all’odio e per proporre questo messaggio di fratellanza e umanità”.
Il documento unisce valori universali
José Ramos Horta, l’ex presidente di Timor Est, ha aggiunto che il Documento sulla Fraternità Umana è “straordinario” nella sua capacità di unire valori universali. Ha sottolineato che i due firmatari – Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb – sono leader religiosi importanti e che la loro apertura ha il potere di unire miliardi di persone attraverso l’Islam e il Cristianesimo. Il giudice Mohamed Abdelsalam, il segretario generale del Comitato Superiore della Fraternità Umana, ha elogiato i due leader e firmatari del Documento, così come il principale promotore, lo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan di Abu Dhabi.
Appello per tutti ad essere ponti
Phumzile Mlambo-Ngcuka, sottosegretario generale dell’Onu, ha poi lanciato un appello a tutte le persone – di qualsiasi tradizione di fede o credo – per promuovere il valore della fraternità umana nella loro vita quotidiana, un tratto che il Premio Zayed intende mostrare. “Sii un ponte”, ha esortato l’ex vicepresidente del Sudafrica. “Fai tutto quello che puoi per riunire le persone e superare il divario che ci separa. Nessuno è un grande eroe se non siamo tutti eroi”.