La direttrice del Tg1, il reporter di Avvenire e il giornale “per e con i poveri”, i premiati della XIV edizione. La “buona notizia” dell’anno è l’Associazione “Lorenzo Guarnieri” contro la violenza stradale
Giuseppe Simeone – Città del Vaticano
Raccontare i fatti nel modo più corretto possibile, ma provare anche a trasformare la realtà per renderla migliore. È questo il senso del Premio “Buone Notizie” e il criterio con cui sceglie i giornalisti e le testate vincitrici. Il 28 gennaio il prestigioso riconoscimento è stato consegnato nella Biblioteca del Seminario di Caserta. A vincere l’edizione 2023 Monica Maggioni, direttore del Tg1; Nello Scavo inviato di Avvenire e L’Osservatore di Strada, il periodico de L’Osservatore Romano realizzato con i poveri e poer i poveri. La buona notizia dell’anno è l’Associazione “Lorenzo Guarnieri” contro la violenza stradale. “Questo riconoscimento – ha spiegato Luigi Ferraiuolo, segretario generale del Premio – promuove il valore dell’informazione positiva e nasce dall’idea di premiare coloro che fanno buona informazione perché un buon esempio vale più di mille discorsi”. Il Premio “Buone Notizie” è una preziosa scultura in bronzo dello scultore di fama internazionale e sacerdote don Battista Marello e gode del patrocinio di Ordine nazionale dei Giornalisti, Fnsi, Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici italiani, Ordine e del Sindacato dei giornalisti campani, Unione stampa cattolica italiana.
La Messa con il vescovo Lagnese
La giornata è iniziata con la Messa per San Francesco di Sales presieduta dal vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, che ha chiesto di pregare per i giornalisti e tutto il mondo della comunicazione. Il vescovo ha incentrato la sua omelia intorno al messaggio del Papa per la 57ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che dopo aver invitato, negli scorsi anni, alla riflessione sui verbi “andare e vedere” e “ascoltare”, come condizione per una buona comunicazione, si è soffermato quest’anno sul “parlare con il cuore”. Quando raccontiamo la notizia – ha continuato il vescovo – ricordiamoci di scrivere per una vicendevole edificazione, al fine di contribuire ad un mondo migliore. E’ importante ciò che si dice ma è importante anche come si dice. Raccontare con dolcezza e rispetto le notizie ricordando che ogni giornalista deve aprire delle strade; ogni giornalista deve essere seminatore di speranza.
La consegna del premio alle 16
Curiosità di redazione, lavoro e quotidianità tra un servizio e l’altro sono stati alla base del dialogo con Giorgia Cardinaletti – che ha ritirato il premio per Monica Maggioni, direttore del TG1 Rai, assente per motivi personali -, Nello Scavo e Piero Di Domenicantonio, direttore de L’Osservatore di Strada, nato per dar voce a chi non ha voce. Luigi Ferraiuolo e Michele De Simone hanno dialogato con i giornalisti premiati di sport, mafie, Sicilia, guerra e degli invisibili che trovano proprio in questa ‘costola’ de L’Osservatore Romano una voce per gli ultimi che diventano protagonisti. Un giornale non sui poveri, ma fatto da loro, perché tra i poveri c’è chi sa scrivere, suonare e fare tanto altro. Una redazione “sparsa” che vede persone emarginate scrivere , intervistare e illustrare pagine. La buona notizia dell’anno, scelta insieme con il Corriere Buone Notizie, è andata all’associazione Lorenzo Guarnieri Onlus, nata nel 2010 per ricordare Lorenzo, investito una notte dello stesso anno. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, ha ricordato che l’associazione è tra i promotori, insieme ad altre, del reato di omicidio stradale. A premiarlo, il giornalista del Corriere della Sera Luca Valdiserri, che ha perso il figlio Francesco lo scorso ottobre, sempre in un drammatico incidente a Roma.
La Storia e i premiati delle scorse edizioni.
Il Premio “Buone Notizie” nasce nel 2009 da una idea dell’Unione Cattolica Stampa Italiana di Caserta che coinvolge l’Associazione Stampa della Provincia di Caserta, l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Caserta e il corso di comunicazione per addetti stampa del terzo settore, ecclesiali e istituzionali dell’Istituto superiore scienze religiose di Caserta, l’associazione Scriveremo e l’Ordine dei Giornalisti della Campania. Il nome del riconoscimento è nato dalla volontà di voler promuovere i giornalisti, i comunicatori e le persone che raccontano anche i lati positivi della quotidianità e che sanno non “uccidere” con le parole. Anzi.
La dizione invece “Civitas Casertana” è nata da un confronto con l’allora vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, che ha suggerito di incardinare il premio nella realtà sociale casertana e degli incontri giornalistici della diocesi. Il Premio ha ricevuto più volte un messaggio personale di incoraggiamento e sostegno del Presidente della Repubblica. La prima edizione si è tenuta nel 2009 con la celebrazione in contemporanea della “Notte Bianca Paolina” e tra i premiati delle precedenti edizioni ci sono Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, che è anche membro del comitato tecnico scientifico, padre Federico Lombardi, Andrea Monda, Marco Tarquinio, Antonio Spadaro, Ferruccio De Bortoli, Stefano Zamagni, Ivan Zazzaroni, Giulia Sardoni, Maria Grazia Capulli, Marcello Masi, Domenico Quirico, Alessandro Barbano, Hicham Ben Mbarek, Giovanna Chirri, Aldo Cazzullo, Sarah Varetto, Maria Concetta Mattei e Gianni Minoli.