Chiesa Cattolica – Italiana

Pre-Vertice Onu sui sistemi alimentari, Smerilli: cibo accessibile e nutriente per tutti

Fabio Colagrande – Città del Vaticano

Comincia oggi a Roma il Pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, ospitato dal Governo italiano, in vista del Vertice conclusivo globale, che si terrà a settembre 2021 a New York. Sotto la guida del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, i tre giorni di lavori costituiranno un “Summit della gente” che includerà giovani, agricoltori, popoli indigeni, società civile, ricercatori, settore privato, leader politici e ministri dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute, dell’alimentazione e delle finanze. L’evento mira a presentare i più recenti approcci scientifici per trasformare i sistemi alimentari, avviare una serie di nuovi impegni attraverso azioni congiunte, mobilitare nuovi finanziamenti e partnership. 

Sulle preoccupazioni prioritarie espresse dal Vaticano in merito ai temi che saranno affrontati e sulle richieste che si intende avanzare e le buone pratiche suggerite a livello globale, Suor Alessandra Smerilli, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale, coordinatrice della task-force economia della Commissione vaticana COVID-19, nominata capo della delegazione della Santa Sede al Pre-Vertice, offre un quadro articolato e preciso:

Ascolta l’intervista a Suor Alessandra Smerilli

Quali sono gli obbiettivi del pre-vertice del Food Systems Summit 2021 delle Nazioni Unite?

“Il Pre-Vertice si focalizza sui sistemi alimentari e cioè tutti gli aspetti dell’alimentazione e del nutrimento delle persone: coltivazione, raccolta, imballaggio, lavorazione, trasporto, commercializzazione e consumo di cibo. Il Pre-Summit rappresenta un evento di rilevanza globale che vuole focalizzare l’attenzione sulla necessità di trasformare i sistemi agro-alimentari per realizzare la visione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, perché aumenti la resilienza nel contesto della pandemia Covid-19, per rafforzare le catene del valore locali, migliorare la nutrizione, riutilizzare e riciclare le risorse alimentari in modo da poter dimezzare gli sprechi. Il successo del Pre-Summit e del Summit dipenderà dal coinvolgimento di tutti gli stakeholders che hanno un interesse e un ruolo nel funzionamento dei sistemi alimentari e dalle azioni concrete che si metteranno in atto a partire dal vertice.

Quali raccomandazioni fa la Santa Sede sul tema della trasformazione dei sistemi alimentari?

Abbiamo alcuni messaggi importanti da offrire alla discussione. Innanzitutto, il diritto al cibo è fondamentale per la dignità umana. Ogni persona ha un diritto fondamentale alla vita e un diritto al necessario per vivere con dignità. Quando ci riuniamo per celebrare l’Eucaristia, ricordiamo che il pane e il vino, e tutti gli altri alimenti, sono prima “frutto della terra e lavoro di mani umane”. Quando mangiamo insieme come una famiglia, stiamo condividendo la vita, la vita in una delle sue forme più belle di cura, di nutrimento. Non possiamo permettere che tanti nostri fratelli e sorelle, membri della nostra famiglia comune, vadano a letto affamati. Poi, oggi abbiamo l’opportunità di emergere dalla crisi del Covid-19 meglio di prima, trasformando radicalmente il nostro attuale sistema alimentare perché possa diventare sostenibile dal punto di vista ambientale e allo stesso tempo soddisfare i bisogni della popolazione mondiale in modo equo e giusto. Secondo noi, un sistema alimentare nel mondo post-pandemia dovrebbe garantire un approccio olistico che consideri le dimensioni economiche, ambientali, sociali, culturali e sanitarie del cibo. Questo include un profondo impegno nell’educazione al consumo di cibo. Ma dovrebbe anche proteggere i diritti di proprietà delle comunità povere e indigene, così come proteggere i “beni comuni”, quelle foreste e terre tradizionalmente gestite e condivise da un’intera comunità. Inoltre, è necessario costruire catene di rifornimento e distribuzione alimentare resilienti e sostenibili. Questo include la costruzione di infrastrutture che connettano i piccoli agricoltori con i mercati locali e nazionali. Bisogna poi promuovere diete sane e accessibili. Il cibo accessibile e nutriente deve essere disponibile per tutti.

Importante è anche preservare le risorse per le generazioni presenti e future. Passare a un modello circolare di produzione alimentare che rigenera i sistemi naturali promuove una buona salute, migliora gli ecosistemi naturali e protegge gli habitat naturali per sostenere la biodiversità. Ma un sistema alimentare deve anche essere inclusivo.  Le donne, i giovani, i piccoli produttori e altri che ora sono esclusi e lasciati indietro hanno bisogno di un posto al tavolo quando vengono prese politiche e decisioni che li riguardano. Riteniamo poi che si debba riconoscere il ruolo importante della famiglia. In famiglia impariamo a godere dei frutti della terra senza abusarne e scopriamo gli strumenti migliori per promuovere stili di vita che rispettano il bene personale e collettivo. Infine, crediamo si debba valorizzare e rispettare i saperi ancestrali (per esempio le tribù indigene che raccolgono il loro cibo nelle foreste o i pastori nomadi). Abbiamo bisogno di un’interazione forte e rispettosa tra scienza e conoscenza tradizionale, che sono entrambi pilastri fondamentali nei sistemi alimentari. Le conoscenze tradizionali dei piccoli agricoltori e delle popolazioni indigene non devono essere trascurate o ignorate, mentre il loro coinvolgimento diretto permette a tutti di capire meglio le loro reali priorità e necessità.    

Quanto la sicurezza alimentare è legata al tema dai cambiamenti climatici e quindi alle preoccupazioni espresse nella Laudato si’?

Nel mondo di oggi, tre fattori chiave della fame possono essere racchiusi in tre 3C: Conflitti, Covid-19 e Cambiamento climatico. I loro effetti devastanti combinati su tutte le fasi della catena di approvvigionamento alimentare sono allarmanti. Si stima che la sola pandemia, attraverso i suoi effetti sul potere d’acquisto dei consumatori, la ridotta capacità dei piccoli agricoltori di produrre cibo e accedere ai mercati, l’aumento degli sprechi alimentari, tra gli altri, farà precipitare 132 milioni di persone nella denutrizione. Naturalmente, l’impatto più duro della carestia ricadrà su coloro che sono già resi vulnerabili o sfollati da guerre, conflitti, disordini sociali e disoccupazione. Questi numeri rivelano un sistema che non funziona. Come possiamo continuare a chiudere un occhio su questa ingiustizia? Come ha notato Papa Francesco nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione nell’ottobre 2020, “Per l’umanità, la fame non è solo una tragedia ma è anche vergognosa”. Infatti, come ha scritto in

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Il sogno di Francesco: cambiare l’economia per salvare uomo e ambiente

Alcune statistiche affermano che la pandemia raddoppierà la fame in tutto il mondo. Il tema è dunque una priorità anche per la Commissione vaticana COVID-19?

Papa Francesco ha affidato tre priorità alla Commissione Vaticana per il Covid-19: lavoro per tutti, salute per tutti e cibo per tutti. Ci ha chiesto di preparare il futuro. Immaginare e rigenerare i sistemi alimentari nel futuro post-Covid-19 richiede un approccio basato sull’ecologia integrale (cfr. Laudato Si’, 137ss). Un approccio radicato nei principi fondamentali della dignità di ogni essere umano, del bene comune e della cura della nostra casa comune, può ispirare e guidare l’azione. Nel prendere decisioni alla luce di questi principi, siamo orientati verso azioni che sostengono un modello rigenerativo di agricoltura, e verso sistemi alimentari ispirati all’agroecologia che favoriscono sia le persone che il pianeta.

Uno dei maggiori problemi nella distribuzione alimentare è la concentrazione del potere di mercato tra pochi operatori e alcune organizzazioni della società civile temono che anche il Summit Onu dia troppo spazio agli interessi dei privati… Come evitarlo?

Un sistema alimentare è sostenibile quando fornisce cibo sufficiente e nutriente per tutti senza compromettere la salute del pianeta o le prospettive delle generazioni future di avere i loro bisogni alimentari e nutrizionali soddisfatti. L’attuale sistema alimentare globale è dominato da interessi corporativi che escludono i piccoli produttori di cibo, i lavoratori della catena alimentare, le famiglie e i consumatori dal raggiungimento della sicurezza alimentare. Infatti, quasi il 70% dei profitti del commercio globale di prodotti agricoli sono concentrati nelle mani di poche aziende.  Questi squilibri di potere ci bloccano nel modello attuale e impediscono una reale transizione trasformativa verso l’agroecologia e i sistemi alimentari sostenibili. Si traducono anche in salari insufficienti per chi lavora nel settore alimentare e offrono l’opportunità alla speculazione finanziaria di dominare i prezzi. È importante che i sistemi alimentari sono ora sotto i riflettori internazionali e che ci sia una conversazione globale su questo. La Santa Sede partecipa al processo per vigilare che siano rispettati gli interessi di tutti, ma soprattutto di chi rischia di non essere preso in considerazione. D’altra parte, senza confrontarsi con i grandi del settore privato, non si riuscirà ad innescare la trasformazione dei sistemi alimentari. Dobbiamo essere vigili sul processo. Anche per questo, come Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale e come commissione Covid, abbiamo promosso un evento nel prevertice, in collaborazione con i giovani di Economy of Francesco: vogliamo che la voce, l’esperienza e le proposte dei giovani siano ascoltati. L’evento, dal titolo People and planet: Youth bringing meaning and action to food justice si terrà martedì 27 luglio, alle 19.30.

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