Chiesa Cattolica – Italiana

Poulides: gli scenari mondiali rilanciano i valori della diplomazia multilaterale

Di fronte alle crisi umanitarie, climatiche, economiche e belliche, servono riflessioni comuni, ha detto il decano del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede nel saluto rivolto al Papa in occasione degli auguri per il nuovo anno. Necessario anche un dialogo intergenerazionale

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

A nome di tutto Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, all’incontro per gli auguri in occasione del nuovo anno, il decano Georgios Poulides, ambasciatore di Cipro, ha indirizzato un saluto al Papa con un pensiero rivolto anzitutto “a tutte le persone, gli anziani, le donne e i bambini che nel mondo stanno soffrendo a causa di guerre e conflitti”, aggiungendo che “la Terza guerra mondiale a pezzi”, più volte citata da Francesco, “è una realtà sempre di più evidente innanzi ai nostri occhi sgomenti e alle nostre mani impotenti”. “Più volte – ha detto il diplomatico rivolgendosi al Papa – ci ha chiamato ad essere artigiani di pace, al servizio dei popoli e del bene comune, superando i nostri particolarismi e lavorando ad una diplomazia del dialogo, capace di cercare ciò che unisce e allontanare quel che divide”. Poulides ha poi ringraziato il Pontefice per il suggerimento di “vie e azioni per risolvere i tanti problemi del mondo contemporaneo” e l’invitoad  affrontare le “sfide del domani” di fronte alle quali occorre attrezzarsi.

Favorire il dialogo intergenerazionale

L’ambasciatore di Cipro ha ricordato anche la richiesta di “risposte comuni e multilaterali” che Francesco ha sollecitato, considerando le “crisi umanitarie, climatiche, economiche, belliche”, e ha evidenziato che “il mondo globale in cui viviamo oggi ci impone riflessioni comuni e ci invita a credere nuovamente nei valori della diplomazia multilaterale”. Infine, con uno sguardo alle nuove generazioni, Poulides ha evidenziato che serve “un dialogo intergenerazionale” che tenga conto del passato e che favorisca il confronto fra giovani e anziani, perché “solo così, c’è la speranza di generare una buona politica” che possa correggere gli squilibri economici ed investire sul futuro.

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