Michele Raviart – Città del Vaticano
La Pontificia Accademia delle Scienze esprime preoccupazione per il fatto che il COVID-19 abbia un impatto negativo soprattutto sui poveri, e aumenti ulteriormente la disuguaglianza tra Paesi e tra generazioni. E’ questo uno degli spunti più importanti emersi nel corso del convegno “Nuovi sguardi sulle cause, le azioni e le conseguenze della pandemia e le implicazioni per la scienza e le politiche sanitarie”, che si è svolto gli scorsi 4-5 novembre in forma virtuale alla Casina Pio IV in Vaticano.
Un’ingiustizia moralmente indifendibile
Innanzitutto, si è ribadito nel convegno, è essenziale capire le cause e i meccanismi fisiopatologici del SARS-CoV-2 e prepararsi a una possibile presenza continua del virus come anche di altre future malattie infettive. In questo senso si è constato come le nuove intuizioni della scienza nel campo dello sviluppo dei vaccini e dei trattamenti siano state impressionanti e promettenti. Le nuove esperienze e approcci in termini di azioni di politica sanitaria tuttavia devono essere condivise in maniera libera e deve essere garantito un accesso equo ai vaccini, dato che la loro mancanza nei Paesi poveri ha creato un’ingiustizia moralmente indifendibile. La disuguaglianza sui vaccini e il nazionalismo da parte dei Paesi ricchi devono finire, e il programma COVAX – la più importante iniziativa globale legata ai vaccini – deve ricevere molto più sostegno, anche perché la bassa copertura vaccinale aumenta il rischio che emergano nuove varianti.
Priorità ai sistemi sanitari pubblici
Anche le innovazioni nella diagnostica, nei test e nelle terapie sono promettenti, ma devono essere rese disponibili in tutto il mondo così come la gestione ottimale delle pandemie nei sistemi sanitari pubblici deve rimanere una priorità a livello nazionale e internazionale. È quindi cruciale che il ruolo chiave della cooperazione internazionale nel quadro dell’OMS debba essere rafforzato.
Ricerche sugli effetti per bambini e giovani
I sistemi di assistenza sono essenziali nella gestione del COVID-19, e gli effetti su altri settori come l’alimentazione, l’istruzione e la salute pubblica devono essere considerati. In particolare la scienza dovrebbe investire sugli effetti dell’infezione sui bambini e sulle conseguenze psicologiche dell’isolamento sociale nello sviluppo cognitivo dei giovani. Grande preoccupazione destano anche gli effetti a lungo termine del Covid-19, il cosiddetto Long Covid.
Affrontare disinformazione e teorie cospirazioniste
La scienza ha già salvato molti nella pandemia, ma la sua qualità deve essere protetta anche dallo stress dovuto al COVID-19. Disinformazione e teorie cospirazioniste devono essere affrontate tanto nella scienza, quanto nel campo dell’educazione, in politica, nei social media e nelle comunità religiose. La dignità umana dovrebbe essere il punto di partenza delle riflessioni sugli aspetti scientifici della pandemia, e il punto focale nel guidare ogni azione. Le politiche sanitarie inclusive dovrebbero essere basate su verità, giustizia, solidarietà e fraternità, in linea con quanto auspicato da Papa Francesco nell’enciclica ”Fratelli Tutti”.