Lukasz Jacek Sosniak e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La Polonia è il Paese che più di ogni altro, con oltre 2 milioni di profughi accolti, sta supportando il doloroso esodo degli ucraini che fuggono dalle bombe. Dopo l’udienza da Papa Francesco in Vaticano, il presidente della Conferenza Episcopale polacca, monsignor Stanisław Gądecki, arcivescovo di Poznán, nell’intervista a Radio Vaticana Vatican News, ha riferito sulla situazione al confine tra Polonia e Ucraina, laddove sono mobilitati tutti i servizi di accoglienza per coloro che passano la frontiera e hanno bisogno di cibo, alloggio e aiuti per poter raggiungere le mete stabilite, in attesa di un possibile ritorno in patria, quando questa guerra sarà conclusa e si potrà parlare di pace concreta.
“I profughi hanno bisogno, allo stesso tempo, di un sostegno spirituale e materiale – afferma l’arcivescovo –. Le chiese di rito latino sono infatti a disposizione per le celebrazioni liturgiche in rito greco-cattolico e ortodosso.
Pur di fronte ad una situazione eccezionale ed inconsueta, le nostre parrocchie sono, dunque, centri di accoglienza totale – afferma monsignor Stanisław Gądecki – sia per i fedeli che per i pastori di altri riti cristiani, dove si dà anche sostegno materiale ai rifugiati. Il tutto in accordo con le iniziative delle istituzioni pubbliche con le quali la Chiesa collabora. Tutti coloro che si sono lasciati alle spalle la follia e l’orrore della guerra, appena superata la frontiera con la Polonia, vivono – sottolinea il presule – vivono un momento di sollievo dopo aver perduto casa e patria.