Chiesa Cattolica – Italiana

Plenaria straordinaria sul futuro dell’Urbaniana

Nell’ottica di rilancio delle istituzioni universitarie legate alla Santa Sede, il Dicastero per l’Evangelizzazione riunisce oggi e domani cardinali, vescovi, religiose e missionari di tutti i continenti per un confronto su identità e missione dell’istituzione voluta da Papa Urbano VIII per sostenere le Chiese nell’opera di annuncio del Vangelo

di Gianni Valente

I membri del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari) – cardinali, vescovi, religiose e missionari provenienti dai cinque continenti – sono da oggi e domani, 29 e 30 agosto, in Assemblea plenaria straordinaria per riflettere e discutere su identità, missione, aspettative e futuro della Pontificia Università Urbaniana, istituzione fondata circa quattrocento anni fa da Papa Urbano VIII per sostenere le Chiese di tutto il mondo nella loro opera apostolica di annuncio del Vangelo. Questa Plenaria si inquadra nella prospettiva del rilancio delle istituzioni universitarie legate alla Santa Sede più volte auspicato da Papa Francesco, anche attraverso la Costituzione apostolica Veritatis gaudium sulle Università e Facoltà ecclesiastiche.

I lavori della Plenaria

Il passaggio dell’Assemblea plenaria è tappa intermedia di un discernimento ecclesiale condiviso intorno al cammino presente e futuro della Università Urbaniana. Un processo di confronto sinodale avviato da tempo dal Dicastero in dialogo con le Chiese locali. Ventisei Conferenze episcopali delle Chiese presenti nei territori di competenza del Dicastero missionario (soprattutto dall’Asia e dall’Africa) hanno fatto pervenire considerazioni, proposte e aspettative sui criteri da seguire e le scelte operative da adottare per rendere sempre più efficace il servizio reso dall’Urbaniana alle comunità ecclesiali locali. Dopo l’intervento introduttivo del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero missionario e gran cancelliere dell’Urbaniana, proprio i contributi e i desiderata provenienti dagli episcopati saranno al centro delle sessioni di lavoro sinodale della Plenaria, ospitate nella sede dell’Ateneo.

Identità, storia e futuro

Quella dell’Urbaniana è una storia avvincente e singolare, visceralmente legata fin dall’inizio con le vicende della Congregazione de Propaganda Fide (che oggi corrisponde alla sezione del Dicastero per l’Evangelizzazione guidata dal cardinale Tagle). L’Università sul Gianicolo è l’unica istituzione di tale rilevanza riconosciuta da secoli come parte integrante e strutturale di un Dicastero della Santa Sede, anche dal punto di vista dei costi. Anche la maggioranza degli studenti frequentanti i corsi dell’Urbaniana vengono sostenuti con borse di studio finanziate dal Dicastero missionario. E nelle intuizioni che portarono alla sua fondazione, si avvertono ancora i tratti della lungimiranza e della profezia. Il Collegio Urbano, primo nucleo di quella che oggi è l’università del Gianicolo, fu istituito già nel 1627 per formare il personale delle Chiese locali per la missione di annunciare il Vangelo nelle rispettive circoscrizioni ecclesiastiche. Si trattava di fornire a seminaristi, sacerdoti e suore strumenti intellettuali, pastorali e spirituali utili a compiere la loro missione al servizio delle rispettive Chiese di provenienza. Già prima della metà del Seicento, nella sede del Palazzo storico di piazza di Spagna (che oggi ospita il Dicastero missionario), studenti provenienti da territori direttamente soggetti a Propaganda Fide risiedevano e frequentavano le lezioni in latino nella diversità di lingue e visioni culturali di provenienza, uniti nella fede. Nella sua immanenza alla storia della Congregazione di Propaganda Fide, anche la Pontificia Università Urbaniana ha assunto i connotati genetici che la rendono istituzione “globale”. Con la continua tensione a far incontrare l’unità della fede cattolica con la diversità delle culture, delle forme politiche, delle civiltà, delle lingue. Le moltitudini di studenti che il Collegio Urbano e la Pontificia Università Urbaniana hanno portato a Roma dai loro rispettivi Paesi, senza stravolgere le loro culture, possono essere viste anche come uno straordinario esperimento, “un contributo alla comprensione reciproca e al rispetto tra popoli e culture” (Gianpaolo Romanato), iniziato secoli prima dei programmi “Erasmus” ora attivati dalle moderne istituzioni accademiche.

Gli obiettivi

La ragione d’essere della Pontificia Università Urbaniana e l’orizzonte sconfinato a cui essa guarda per vocazione missionaria non sembrano essersi appannati o rattrappiti. Basta aver anche distrattamente presente l’incessante magistero missionario di Papa Francesco, il costante richiamo alla “conversione missionaria” da lui costantemente rivolto a tutte le istanze ecclesiali. Proprio la sua attinenza al dinamismo missionario continua a marcare in maniera specifica e non “assimilabile” la natura della Pontificia Università Urbaniana, e può suggerire anche criteri e scelte operative più appropriate per ravvivare e riorientare il suo servizio alle Chiese locali, riconoscendo ciò che ora è più utile e fecondo per la loro missione. I partecipanti alla Plenaria potranno confrontarsi su criteri e proposte per rinnovare strumenti, metodologie e procedure accademiche e su aree di studio da potenziare per accentuare e applicare al presente l’attenzione ai contesti e l’attitudine all’ascolto delle culture locali che ha sempre connotato l’impegno accademico e formativo dell’Urbaniana. Potrà espandersi il numero di Centri di studio e ricerca concentrati su aree didattiche e temi specifici, sul modello del Centro di studi cinesi e asiatici già operante in Urbaniana dal 1975. Potranno essere valorizzate e rilanciate in forme nuove risorse talvolta latenti come il rapporto con la rete di ben 106 Istituti e Centri di studio affiliati o collegati in vario modo all’Università pontificia. Centri e Istituti sparsi in 40 Paesi del mondo, che rappresentano anche preziosi canali di contatto e comunione costante tra la comunità accademica dell’Urbaniana con le Chiese locali e le loro istituzioni di studio e formazione.

Una riqualificazione già iniziata

Nelle sessioni di lavoro potranno essere esposti e valutati anche i primi effetti della fase di rinnovamento e riorientamento dell’offerta formativa già avviata nell’ultimo anno, da quando – nel settembre 2023 – Papa Francesco ha nominato il professor Vincenzo Buonomo Delegato Pontificio per la Pontificia Università Urbaniana, con funzioni di Magnifico Rettore. Nel Decreto di nomina del professor Buonomo, Papa Francesco faceva riferimento anche all’urgenza di “rivedere l’assetto dell’Università e conformare alla Costituzione Apostolica “Veritatis gaudium” gli Statuti e le altre disposizioni regolamentari che reggono la vita delle Facoltà e degli Istituti, nonché di provvedere all’adeguamento dell’organizzazione amministrativa alla normativa vigente per gli Enti della Santa Sede”. Il Pontefice richiamava anche il processo già avviato e “volto a riorganizzare le Istituzioni Accademiche Pontificie Romane che sono direttamente amministrate dalla Sede Apostolica”. Il lavoro di riqualificazione avviato ha tradotto in misure concrete l’appello a ricercare sinergie operative strutturali soprattutto (ma non solo) con la rete degli altri Atenei pontifici presenti a Roma, evitando il rischio di disperdere energie e risorse preziose (ad esempio evitando di perpetuare “doppioni” di insegnamenti e percorsi accademici già presenti in altri Atenei pontifici). Si richiamano a queste queste linee guida, tra le altre cose, il potenziamento della facoltà di missiologia (l’unica ancora operante in seno alle Università pontificie di Roma) e la focalizzazione dei corsi della Facoltà di Diritto Canonico nell’ambito del “diritto missionario”, al servizio delle Chiese più giovani. Il processo di riconfigurazione avviato in seno alla Pontificia Università Urbaniana viene raccontato anche da alcuni dati comparativi. nell’Ateneo, a inizio ottobre 2023, operavano 62 professori “stabili” e 113 “incaricati” o “invitati”. Numeri che si sono notevolmente ridotti, dopo aver verificato la non utilità e lo scarso numero di studenti frequentanti di molti corsi. All’inizio del prossimo anno accademico, all’Urbaniana i docenti “Stabili” saranno 47, e i docenti incaricati o invitati saranno 40. Mentre per la gestione complessiva dell’Università i bilanci di previsione per il 2025 stimano una riduzione dei costi pari ad euro 1.514.180.

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