Pizzaballa: la Palestina ritrovi la dignità di vivere in pace

Vatican News

Beatrice Guarrera- Betlemme

A Betlemme la Messa di mezzanotte è stata presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa. È stata concelebrata dai frati francescani, che custodiscono il santuario, e da diversi membri del clero della Terra Santa. Assente quest’anno il presidente palestinese Mahoumud ʿAbbas. Alla celebrazione ha partecipato il primo ministro dell’Autorità Palestinese, Mohammad Shtayyeh. Presenti anche le autorità politiche locali e membri del personale diplomatico di Spagna, Italia, Francia e Belgio.

Alla Messa tanti fedeli ma non pellegrini

Dopo lo scorso anno in cui, a causa della pandemia era stato limitato l’accesso alla chiesa di Santa Caterina, quest’anno la celebrazione è stata più partecipata, soprattutto dai fedeli locali. Mancavano però i pellegrini, come ha osservato nell’omelia anche il Patriarca, ricordando di pregare per loro e per coloro che operano nel settore del turismo: “Ci auguriamo che con un’azione congiunta di politica, Chiesa e operatori turistici, locali e internazionali, si possano trovare forme sicure di ripresa di questa attività, nonostante la pandemia. È davvero necessario!”.

Ascoltare la voce di Dio

La nascita di Gesù Cristo nella grotta di Betlemme ha cambiato la storia dell’umanità – ha detto il Patriarca – e ha il potere di “cambiare la nostra vita e di aprire nuove prospettive anche laddove sembra che le tenebre siano troppo forti. In quale modo? Per vivere il Natale è necessario udire la voce di Dio”. Per incontrare Gesù bisogna allora lasciarsi guidare dalla voce dei suoi testimoni, dei suoi inviati.  Nella sua omelia, il Patriarca Latino di Gerusalemme ha passato in rassegna tutte le “voci” risuonate nella diocesi. A Cipro, Paese anch’esso diviso da muri, il Patriarca ha ricordato il significato della pazienza, così come definito dal Papa nella sua recente visita nell’Isola: “Non vuol dire rimanere inerti, ma essere disponibili all’azione imprevedibile dello Spirito Santo, usando il nostro tempo per valorizzare l’ascolto, accogliendo il diverso da noi. Ascoltare – ha detto Papa Francesco durante il viaggio apostolico a Cipro – significa fare spazio all’altro; così facendo si accoglie Gesù”.

Natale è vedere l’altro come dono di Dio

“Che sia un Natale di speranza e di conforto anche per la nostra Chiesa giordana – ha continuato il Patriarca Pizzaballa – perché continui ad essere sempre in ascolto della voce dello Spirito, e non abbia paura del futuro, ma resti aperta ed accogliente, vivace e piena di iniziative religiose, pastorali e sociali”.  Di Israele Sua Beatitudine ha parlato in riferimento alle  “voci preoccupanti” di sempre maggiori divisioni all’interno della società: “Mi riferisco in particolare alla crisi di fiducia avvenuta tra arabi ed ebrei, entrambi cittadini, entrambi abitanti delle stesse città. Questo ci ricorda che la convivenza non si subisce, ma si promuove. Essa è sempre frutto di un desiderio sincero e reale, che si costruisce concretamente”. È compito della Chiesa, dunque, sostenere persone e iniziative mirate alla comunione, all’accoglienza e al rispetto: “Natale è anche riconoscere e apprezzare chi sa vedere l’altro da sé come dono di Dio”.

Pace per la Palestina

Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa si è soffermato anche situazione in Palestina: “Che dire di questo Paese, sempre in attesa di un futuro di pace che sembra non arrivare mai? La voce del dolore di questo popolo è davvero un grido assordante. Un popolo che ha bisogno di fare esperienza di giustizia, che vuole conoscere la libertà, che è stanco di attendere che gli sia concesso di abitare liberamente e con dignità nella propria terra e nella propria casa, che non vuole vivere solo di permessi, in questo momento necessari per entrare, uscire, lavorare o altro, necessari per vivere. Non di concessioni c’è bisogno, ma di diritti, e di porre fine ad anni di occupazione e di violenze, con tutte le loro drammatiche conseguenze sulla vita di ciascuno e della comunità in generale, creando relazioni nuove in cui regni non la diffidenza ma la fiducia reciproca”.

Fare spazio alla Fonte della vera vita

È proprio dai fedeli locali e, in particolare quelli della piccola comunità di Gaza, visitati di recente, che il Patriarca ha imparato cosa significhi “resilienza”, vedendo come facciano spazio all’amore, alla solidarietà, alla gioia, pur trovandosi in condizioni molto difficili. Alcuni di loro, per la prima volta quest’anno, hanno ricevuto i permessi per recarsi a Betlemme per le festività, superando le barriere e i checkpoint che separano i due territori. Qual è dunque lo spirito vero del Natale secondo il Patriarca? “Fare spazio dentro di sé alla Fonte vera della vita ed essere essi stessi pieni di quella vita”.

Processione nella grotta della Natività

La Messa natalizia nella chiesa di Betlemme si è conclusa con una processione solenne nella grotta della Natività. Il Patriarca Latino di Gerusalemme ha portato in braccio una piccola statua del Bambino Gesù e l’ha posta nel luogo della mangiatoia di Gesù, un gesto simbolico per dire al mondo, ancora una volta, che un Bambino è nato per la salvezza di tutti.