Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La Chiesa del Perù esprime preoccupazione per la difficile situazione che il Paese latino-americano sta vivendo. In un documento in 18 punti i presuli peruviani si rivolgono a tutto il popolo e alle istituzioni “di fronte agli allarmanti livelli di decomposizione politica, sociale, economica e morale, a cui si aggiungono la sfiducia di una grande percentuale della popolazione, la perdita di credibilità e di governabilità”. La Chiesa – si legge – non è estranea a questa dura realtà nazionale, perché “le gioie e le speranze, i dolori e le angosce degli uomini del nostro tempo, specialmente dei poveri e di coloro che soffrono, sono allo stesso tempo le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dei discepoli di Cristo”.
Avanti con Papa Francesco
Nel documento i vescovi sottolineano come in questo contesto siano illuminanti gli insegnamenti del Pontefice, che più di una volta ha esortato la politica ad ispirarsi a grandi principi e a pensare al bene comune a lungo termine. Si sottolinea poi come la profonda crisi sociale e politica stia creando un conflitto tra poteri dello Stato. Questo può essere un danno per la democrazia e avere ricadute negative per i peruviani, causando “livelli incontrollabili di violenza”. Profondo rammarico viene poi espresso sulla base di recenti dati che pongono il Perù tra i quattro Paese in America Latina con il più alto indice di corruzione, a significare che, assieme alla crisi politica ed economica, c’è il disfacimento morale ed etico che pervade “organismi statali e settori della società civile”.
Una società verso l’impoverimento
“Questa crisi diffusa – si legge ancora – colpisce aspetti fondamentali della vita dei peruviani”, rischiando di creare mancanza di generi di primaria importanza e carestia, servizi sempre più insufficienti, scarsa istruzione e abbassamento del livello culturale.
Verso una rivoluzione del pensiero
La Chiesa peruviana non perde tuttavia la speranza di voltare pagina sulla difficile situazione attuale e auspica che si proceda “verso un progetto nazionale che miri ad uno sviluppo umano integrale”, ad una situazione in cui vengano al contempo tutelati, nei loro diritti, i cittadini e salvaguardate le istituzioni democratiche, in un clima di collaborazione generale. Infine, scrivono i vescovi, è necessario orientarsi verso il bene comune, in cui il bene pubblico non viene distinto dal bene privato”, favorire il dialogo democratico responsabile a tutti i livelli sociali e politici. Transizione politica, sulla base di un robusto consenso sociale, per una via d’uscita alla crisi attraverso riforme. Un progetto, dunque, importante e decisivo per il futuro del Perù, in cui la Chiesa stessa, ma anche ogni settore della società peruviana deve essere coinvolto.