Chiesa Cattolica – Italiana

Perdono di Assisi, la Porziuncola accoglie i cercatori di Misericordia

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Una porta sempre aperta, quella della chiesetta della Porziuncola, che ieri e oggi è diventata immensa, per accogliere tutti coloro che affideranno all’intercessione del Poverello d’Assisi la loro voglia di perdono e di Paradiso. E’ l’effetto del Perdono di Assisi, l’indulgenza plenaria dei peccati promulgata il 2 agosto 1216 da Papa Onorio III su richiesta di san Francesco, che voleva “mandare tutti in Paradiso” i pellegrini alla sua “porzione di terra benedetta” nella campagna umbra. “Forse il dono grande che questo Perdono e la Porziuncola ci possono dare, in questo 2022 – ci dice padre Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, che oggi alle 19 presiede i secondi vespri della solennità del Perdono nella basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi – è quello di rialzare la testa da noi, dai nostri bisogni e interessi, dal nostro narcisismo, per accorgerci che fuori c’è un mondo di persone in cerca d’aiuto, che possono trovarlo in cristiani riconciliati”.

Celebrazioni ed eventi dal 1 al 4 agosto

Dopo l’Apertura del Perdono di Assisi del primo agosto alle 12, al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori padre Massimo Fusarelli, oggi nella basilica che contiene la Porziuncola, per l’anniversario della dedicazione e la solennità del Perdono, sono previste Messe alle 7, 8.30, 10, 1130, 16.30 e 18. Particolarmente solenne quella delle 11.30, presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova. Dopo i secondi vespri delle 19, la basilica resterà aperta fino alle 23. Mercoledì 3 agosto, alle 11, una celebrazione presieduta da padre Enzo Maggioni, ministro provinciale dei Minori del Nord Italia e poi, alle 21 nella piazza della Porziuncola, musica di festa e adorazione per i giovani, molti dei quali protagonisti della 40.ma Marcia nazionale francescana, sul tema “A te grido Signore, infinitamente buono”, a cura della Pastorale giovanile della Diocesi di Assisi–Nocera Umbra–Gualdo Tadino e Foligno e dei Frati Minori d’Italia.

Confessione a Santa Maria degli Angeli di Assisi

Arrivati i pellegrini della 40.ma Marcia nazionale francescana 

Dopo due anni di sospensione per la pandemia, la Marcia che ha portato giovani e famiglie alla Porziuncola da tante strade diverse, li ha aiutati a tornare pellegrini mendicanti “che guardano all’infinito, perché ora che siamo nati, non moriremo più”, ci spiega ancora padre Piloni, che prima di essere nominato provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, nel 2020, per 18 anni si è occupato di pastorale vocazionale. Tornare a camminare “per dire, davanti alle tragedie che vive l’uomo, che non c’è solo il male, ma anche la bontà che ci fa crescere, quella dell’infinitamente buono che è il Padre”. Nel quale i giovani in cammino riconoscono anche il volto “al quale rivolgere il loro grido e la richiesta, come il giovane Francesco a San Damiano, di illuminare le tenebre del loro cuore”.

L’indulgenza del Perdono di Assisi

Per ottenere l’indulgenza del Perdono di Assisi, per sé o per i propri defunti, è necessaria la confessione, la partecipazione alla Messa e l’Eucaristia, il rinnovo della professione di fede con la recita del Credo e del Padre Nostro, infine la preghiera secondo le intenzioni del Papa e per il Pontefice. Dalle 12 del primo agosto, fino alle 24 del 2 agosto, l’indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola si estende a tutte le chiese francescane nel mondo e alle chiese parrocchiali. E’ possibile seguire in diretta tutti i principali eventi e celebrazioni sul sito www.porziuncola.org, dall’app gratuita “Frati Assisi” e attraverso i Canali social Facebook e YouTube “Frati Minori Assisi”.

Pellegrini in cammino per la Marcia nazionale francescana numero 40

Padre Piloni: annunciamo il Vangelo di gioia e Misericordia

E sul sito dedicato alla solennità, www.perdonodiassisi.org è possibile anche inviare richieste scritte per preghiere di intercessione alla Porziuncola. “E molte non sono solo personali – ci dice il ministro provinciale – ma hanno uno sguardo allargato al mondo, alle tenebre della guerra e della pandemia, che sembrano toglierci la speranza”. Ecco l’intervista completa di padre Francesco Piloni a Vatican News:

Ascolta l’intervista a padre Francesco Piloni (Frati Minori)

La porta aperta della Porziuncola di Assisi torna ad allargarsi per accogliere chi vuole chiedere perdono al Signore con l’aiuto di San Francesco. Dalla sua esperienza, i cristiani continuano a sentire questa necessità di tornare riconciliati alla casa del Padre, o è un’urgenza che si sta perdendo?

I cristiani sentono questa urgenza quando viene annunciato loro che cos’è la misericordia di Dio, che cos’è il perdono del Padre. I cristiani hanno bisogno spesso di ritornare alla comprensione dei significati. Spesso noi parliamo e alcune parole, alcuni gesti, a volte anche nella liturgia, per chi ha perso i significati sono vuoti. Il cristiano che invece ridà significato alle parole e ai gesti, subito sente l’urgenza, vuole correre verso l’abbraccio del Padre. Quindi a noi spetta davvero, come ci dice Papa Francesco, ritornare in modo forte all’annuncio del Vangelo della gioia e della Misericordia.

La richiesta di perdono è prima di tutto un esigenza individuale. Cosa chiedono e quali preghiere rivolgono al Signore le migliaia di persone che sul vostro sito www.perdonodiassisi.org vi inviano richieste di preghiere di intercessione?

Sono moltissime le preghiere che in questi pochi giorni stiamo ricevendo, e richiedono guarigione e liberazione dal peccato. Non solo a livello personale, ma anche a livello mondiale, a livello di ciò che stiamo respirando come tenebra della guerra, di una pandemia che sembra togliere la speranza. Oltre a preghiere personali, c’è uno sguardo più ampio e questo è molto bello, perché il segnale di un ripiegamento fa vedere solo l’interesse personale, ma ci sono molte preghiere che hanno uno sguardo allargato. Perché è chiaro che il peccato ci deforma, ma ci forma lo Spirito Santo. Ed è lo spirito che ci fa alzare lo sguardo e vedere oltre la tenebra già la Pasqua, l’aurora di Gesù Cristo.

Volti di frati che accolgono e confessano i pellegrini alla Porziuncola di Assisi

La richiesta di perdono può quindi essere anche collettiva… Di cosa devono chiedere perdono quest’anno i cristiani?

Quando penso ai cristiani del mondo metto me stesso, e tutti i consacrati, laici e sacerdoti. Tutto il popolo di Dio deve chiedere misericordia al Padre per un eccessivo ripiegamento egoistico. C’è un narcisismo dilagante, che fa vedere solo se stessi, i propri bisogni, gli interessi immediati. Se c’è una grazia che io vorrei chiedere, e forse la chiederò quest’anno al Signore, è proprio quella di renderci quel cuore più umile, più minore che Francesco ha avuto. Perché quando lui augura per tutti il Paradiso, non sta guardando a sè, ormai non è più concentrato su di sé. Forse il dono grande, il regalo enorme che questo Perdono di Assisi e la Porziuncola, ci possono ancora dare, è questo rialzare la testa da noi, accorgersi che c’è un mondo, che ci sono un sacco di adolescenti che, a causa dei tempi che sono stati, stanno gridando la loro sofferenza in modo atroce. Ci sono realtà pesantissime di coppie con infedeltà pazzesche. Io credo che noi abbiamo solo necessità di alzare lo sguardo, accorgerci delle tante persone che sono intorno e che stanno guardando e forse cercando un aiuto. E speriamo che lo trovino in cristiani riconciliati.

Quanto è importante, nel chiedere perdono, avere il coraggio di fare il primo passo come ha fatto anche Papa Francesco in Canada con le popolazioni indigene?

E’ fondamentale saper fare il primo passo, saper riconoscere il proprio errore. Io sono lombardo di origine pur vivendo ora in Umbria, e mi piace sempre ricordare quanto ci ha insegnato il cardinal Martini, che sempre diceva prima di confessare il peccato, fare la confessione di lode, benedire e ringraziare Dio perché lui è Padre. Poi riconoscere il proprio peccato e alla fine fare la confessione di fede. Credere che l’ora della miseria diventa l’ora della Misericordia, che l’ora della vergogna, con il perdono, diventa l’ora della dignità. Quindi ritornare proprio a dire sì il proprio peccato a Dio, ma ancor di più a riconoscere la grandezza della sua misericordia e la grandezza della nostra dignità di figli di Dio.

C’è anche un’educazione al perdono, proprio per non perdere il bisogno anche fisico di riconciliarsi con il Padre. Quest’anno avete ripreso la Marcia Nazionale Francescana per i giovani e le famiglie dopo la pandemia…

C’era un grande desiderio nei frati, nelle suore, nei laici che collaborano con noi nella preparazione della Marcia di ritornare lungo la strada e arrivare da pellegrini mendicanti alla Porziuncola. Quest’anno la marcia dei giovani è la quarantesima Marcia francescana del perdono.

Il manifesto della Marcia nazionale francescana del 2022

Perché avete scelto il tema “A te grido, Signore infinitamente buono”?

Quando nella Messa diciamo l’atto di dolore viene detto proprio “infinitamente buono”. Perché questo tema così importante in questo anno di ripresa? Perché abbiamo bisogno di riguardare a ciò che è infinito e ciò che ci ricorda che una volta che noi siamo nati, non moriremo più, una volta che noi esistiamo, la morte non ha più potere su di noi. Ecco allora a chi guardare: all’ “infinitamente buono”, al Padre della Misericordia, e camminare come giovani, come famiglie, incontro all’infinitamente buono, fino alla Porziuncola. Ma questo è possibile anche in ogni chiesa francescana in tutto il mondo. Per dire di nuovo, davanti all’uomo, alle tragedie che vive e che vogliono far vedere solo il male, che c’è la bontà che ci fa crescere, quella dell’ infinitamente buono, che è il Padre.

C’è però anche il grido dei giovani: “A te grido Signore”…

Io credo che ai giovani, e lo dice un confratello che per 18 anni ha fatto servizio con loro, quando noi insegnamo a pregare, in realtà noi stiamo insegnandogli a gridare. Il problema, non è il grido, ma è che loro non sanno a chi rivolgerlo, a quale volto rivolgerlo. Quando San Francesco si trova davanti al Crocifisso di San Damiano, noi la chiamiamo la preghiera di San Damiano, ma quello è un grido e il grido dice: “Glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio”. Questo è un grido: il suo è un riconoscere che il suo cuore era nelle tenebre. Oggi noi non solo dobbiamo aiutare i giovani a sentire, in modo libero, la possibilità di pregare con il loro grido, che è molto diverso, per esempio, dall’ “Urlo di Munch”, dove il volto è sfigurato e non si capisce nulla. Il grido ha un contenuto, ma soprattutto deve avere due occhi e un volto al quale rivolgersi ed è quello di Gesù Cristo benedetto che nel Crocifisso di San Damiano continua ad accogliere tutti. Oggi concretamente molti giovani stanno camminando perché hanno riconosciuto a chi rivolgere questo grido.

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