La comunità internazionale chiede una de-escalation, dopo la lunga notte di paura tra sabato e domenica, in cui è stato compiuto il massiccio attacco missilistico, senza precedenti, dell’Iran contro Israele. “Il Medioriente è sull’orlo del precipizio” ha avvertito il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Casa Bianca ed Europa frenano la risposta di Israele, che però annuncia: “L’lran pagherà al momento giusto”
Marco Guerra – Città del Vaticano
“La popolazione della regione si trova ad affrontare il pericolo reale di un conflitto devastante su vasta scala. Ora è il momento di disinnescare e allentare la tensione. Ora è il momento di fare un passo indietro dal baratro”. Con queste parole il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ieri sera, domenica 14 aprile, alla riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente, ha richiamato tutti alla massima moderazione.
Israele chiede nuove sanzioni
Al momento le armi tacciono ma lo scontro tra Israele e l’Iran si è riproposto anche al Palazzo Vetro di New York. “Il regime iraniano non è diverso dal Terzo Reich”, ha tuonato il delegato di Israele al Palazzo di Vetro chiedendo “tutte le sanzioni possibili” contro la Repubblica islamica. Gli fa eco l’ambasciatore americano all’Onu, Rober Wood, che annuncia la presentazione nei prossimi giorni di nuove misure punitive contro l’Iran. L’ambasciatore di Teheran all’Onu ha invece invocato il diritto all’autodifesa facendo riferimento l’attacco israeliano del primo aprile contro il consolato iraniano a Damasco. “L’Iran non ha intenzione di impegnarsi in un conflitto con gli Stati Uniti nella regione. Tuttavia, se gli Stati Uniti avviassero operazioni militari contro l’Iran, utilizzeremo il diritto intrinseco a rispondere in modo proporzionato”, ha aggiunto l’esponente iraniano.
Biden frena rappresaglia
Nel pomeriggio di domenica anche i leader del G7, riuniti in collegamento, hanno sottolineato l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation. Il presidente Usa Biden invita Netanyahu a considerare come una vittoria l’insuccesso dell’accatto iraniano con 300 tra missili e droni, fermato dal sistema Iron Dome, e lascia intendere che gli Usa non sosterranno rappresaglie.
Israele: colpiremo al momento adeguato
Intanto il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, afferma che Israele “esigerà un prezzo nel modo e nel momento adeguato” e spiega che è necessario rafforzare “l’alleanza strategica e la cooperazione regionale” che gli hanno permesso di resistere all’attacco iraniano. Una dichiarazione è arrivata anche dalla guida suprema iraniana Ali Khamenei, che su X ha scritto in ebraico: “Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani e il mondo musulmano celebrerà la liberazione della Palestina”.