Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È iniziata il 12 novembre e proseguirà fino a venerdì 18 la visita in Venezuela del sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Edgar Peña Parra, a Caracas e Maracaibo, la sua città d’origine. Come si legge nel programma diffuso dall’account ufficiale della Segreteria di Stato @TerzaLoggia, Peña Parra ha inaugurato sabato scorso il Museo Sacro y Palacio Arzobispal e benedetto il Centro Pastoral Cardenal Lebrún. Lo stesso giorno il sostituto ha incontrato le alte cariche dello Stato, tra cui il leader venezuelano Nicolás Maduro. Ieri, domenica, il prelato ha celebrato la Messa presso l’Iglesia de Nuestra Señora de la Candelaria, dove sono conservate le reliquie del beato José Gregorio Hernandéz Cisneros, conosciuto come “il medico dei poveri”, testimone di pace, alla cui custodia spirituale il Papa ha affidato lo scorso anno il corso in Scienze della Pace istituito alla Pontificia Università Lateranense. Un’altra celebrazione alla quale l’arcivescovo Peña Parra prenderà parte sarà quella di domani per la festa di Nuestra Señora de Chiquinquirà.
Intervento alla Giornata Arte, Fe y Patrimonio,
Intanto oggi il sostituto è intervenuto alla Giornata Arte, Fe y Patrimonio, tra i motivi principali della sua visita in Venezuela. L’evento è organizzato dall’Archivo Histórico Arquidiocesano e il Museo Sacro di Caracas, presso il Centro Cultural Chacao e vuole promuovere la contemplazione di Dio e l’azione evangelizzatrice attraverso le espressioni artistiche e la valorizzazione del patrimonio culturale. Tra i diversi interventi di ospiti nazionali e internazionali, tutti incentrati sul tema della conservazione del patrimonio storico, artistico e culturale, anche quello di Peña Parra.
L’incontro del Papa coi poveri in Sistina
Un lungo intervento sull’arte e la cultura nel pontificato di Papa Francesco che si è aperto proprio con uno degli aneddoti più caratteristici del papato di Jorge Mario Bergoglio. Ovvero il pomeriggio del 26 marzo 2015, quando il Pontefice eletto due anni prima incontrò in Cappella Sistina “alcuni visitatori molto speciali”. Non “ambasciatori e rappresentanti del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede”, non “importanti uomini d’affari, o dignitari di altri Paesi, o ancora mecenati dei Musei”, bensì “150 mendicanti, clochard, senza tetto, che vivono girovagando per Piazza San Pietro, sotto il colonnato del Bernini e nelle vie adiacenti, per i quali Francesco ha sempre avuto uno sguardo di particolare affetto”.
Il diritto universale all’esperienza artistica
L’idea, nata su impulso dell’elemosiniere Konrad Krajewski, era quella di aprire le porte di questo vero e proprio scrigno di meraviglie che è la Cappella Sistina, capolavoro della pittura rinascimentale e vero e proprio santuario della bellezza del corpo umano, a un gruppo così eterogeneo, così raro nei musei”, ha detto Peña Parra, ricordando quel momento come “una carezza speciale” del Pontefice “agli ‘scartati’ dell’umanità”. Quell’incontro tra il Papa e i poveri sotto i maestosi affreschi michelangioleschi, è, secondo il sostituto, un chiaro esempio della “esperienza artistica come la intende Papa Francesco, con particolare attenzione al suo rapporto con l’evangelizzazione”, e anche la concezione del “diritto universale all’esperienza artistica, non limitato quindi a un’élite”.
Citando artisti, autori e poeti, Peña Parra ha affermato che “tutti gli esseri umani dovrebbero poter avere accesso alla bellezza dell’arte, per poter vivere un’esperienza artistica”. “L’arte – ha detto – fa bene, fa stare bene, perché è un bene. E se è un bene, dovrebbe essere disponibile per tutti, almeno idealmente. Così come nella dottrina sociale della Chiesa si parla di destinazione universale dei beni, anche l’arte partecipa a questa destinazione universale”.