Pechino 2022, le Olimpiadi invernali chiudono i battenti

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Con queste Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 ancora una volta lo sport dice la sua che va oltre i campi di gioco e le piste per dare un segnale importante di dialogo nel momento difficile che il mondo sta vivendo e non solo per il problema pandemia. Questo il quadro che hanno offerto i Giochi olimpici cinesi, i secondi consecutivi dopo Tokyo 2020, che si svolgono nel continente asiatico. Don Leonardo Biancalani, teologo e attento osservatore del mondo agonistico, nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News, conferma che il messaggio lanciato da Pechino è servito a creare un’alternativa nell’informazione globale tutta proiettava sul tema della pandemia e ora della crisi tra Russia e Ucraina.

Ascolta l’intervista a don Leonardo Biancalani

Don Leonardo Biancalani, che cosa ci hanno detto di extrasportivo le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022?

Il messaggio dello sport che ci è arrivato da Pechino è stato quello di sdrammatizzare certe tensioni internazionali, purtroppo sotto gli occhi di tutti, e far capire che un atleta, prima di appartenere a una nazione, è un uomo con le sue difficoltà, con le sue storie belle che sono state ampiamente anche raccontate durante questi Giochi.

Quali sono le immagini più emblematiche che rimarranno nel nostro ricordo di queste Olimpiadi Invernali di Pechino?

Sicuramente l’abbraccio tra l’atleta russo e quello ucraino, ma anche certe altre immagini che ci hanno toccato di Paesi tradizionalmente lontani, i cui atleti veramente si sono abbracciati dopo la partita. Penso al Curling, che è uno sport che ho scoperto proprio con queste Olimpiadi Invernali e altre cose che sarebbero tante da elencare, con storie molto belle anche dal punto di vista umano.

Seconda Olimpiade consecutiva in terra asiatica: un dialogo importante tra le varie zone del mondo, come Europa le Americhe e l’Oceania e la stessa Asia?

Assolutamente sì e credo che questo avvenimento ci fa capire come anche i popoli asiatici, che tradizionalmente nel medagliere erano indietro, si stanno veramente attrezzando e hanno ottenuto complessivamente degli ottimi risultati. Credo appunto che il merito delle Olimpiadi è quello sempre di aprire uno spiraglio sui Paesi che tradizionalmente vengono citati solo per tutte altre cose. È anche importante l’aspetto culturale. La presenza di culture diverse a Pechino 2022 ha aperto a quell’universalismo profondo, valore profondo che lo sport ha in sé. Pensiamo ai valori universali dello sport, come la solidarietà, la fraternità e anche l’agonismo, ovvero quella sana competizione che genera veramente una nota positiva.

C’è poi l’aspetto più strettamente agonistico che è stato importante in questi Giochi con risultati, record, vincitori e sconfitti…

Io veramente da italiano è quasi impossibile che possa dimenticare l’impresa della Goggia: una medaglia d’argento dopo 23 giorni dall’infortunio. E anche l’abbraccio con la connazionale sul podio. Ricordo anche certamente soprattutto alcune gare di sci, che hanno visto giocarsi le medaglie per pochissimi centesimi di secondo. E questo ci fa capire come veramente dobbiamo considerare rispetto ai cosiddetti “Sport principi”, che chi pratica degli sport non popolari merita comunque merita tanto il nostro rispetto soprattutto quando in pochissimi centesimi di secondo ci si gioca tutta la vita professionistica.

A significare che lo sport vero, oltre a essere divertimento impegno, ma è anche tanta fatica, tanto allenamento. È un po’ una metafora della vita?

Sì, assolutamente lo sport vero è fatto di tanta quotidianità, non di celebrità. Quella celebrità te la guadagni con i sacrifici quotidiani, con le rinunce, con un’attenzione al tuo fisico e alla tua mente. Questo è fondamentale. Gli sport invernali poi richiedono una grande concentrazione di testa, perché ci si gioca tutto in pochissimi istanti. Basta una disattenzione per perdere una medaglia o essere fuori dal podio e di conseguenza non essere nemmeno ricordato e nemmeno essere valutato successivamente dagli sponsor, che premiano solo coloro che vincono.

Don Leonardo, a conclusione di queste Olimpiadi Invernali di Pechino c’è il passaggio di testimone a quelle che saranno tra quattro anni le Olimpiadi italiane, ospitate a Milano e Cortina D’Ampezzo. Si pensa sempre di dover fare meglio. Che cosa si può mantenere di questa esperienza? Che cosa invece si potrà migliorare?

Io credo che è stato fatto molto in tema di cura delle gare, degli atleti e tanto altro. Spero che le Olimpiadi che ci saranno tra quattro anni in Italia siano soprattutto una vetrina per il nostro Paese e far vedere anche quelle bellezze, che abbiamo anche visto a Pechino, e che sono nascoste è che nel nostro territorio sono veramente belle perché sono Cortina d’Ampezzo si presenta da sola. Quindi mi auguro che sia un mix di bellezza e praticità e che in fondo uno Stato, come l’Italia, duramente colpito dalla pandemia, possa dare un messaggio di speranza e ripartenza.