Chiesa Cattolica – Italiana

Patton: il sito del Battesimo di Gesù, da campo minato a luogo di preghiera

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“Quest’anno siamo di nuovo riuniti numerosi, come popolo di Dio come Chiesa, a celebrare il battesimo di Gesù qui nel nostro santuario dedicato al battesimo di Gesù. Siamo nel 55.mo anno, più di un giubileo biblico!”: lo ha detto il custode di Terra Santa, fr. Francesco Patton, che ieri, nei pressi di “Qasr al-Yahud”, sulla riva ovest del fiume Giordano, nel sito del Battesimo di Gesù gestito dall’Amministrazione civile israeliana e dal Ministero del turismo israeliano, ha presieduto la Messa nella solennità del Battesimo del Signore. È chiamata, invece, Al-Maghtas, o Betania al di là del Giordano, la sponda orientale, in suolo giordano, che nel 2015 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Lo scorso anno, in una intervista a Catholic News Service, il patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, ha precisato che, dal punto di vista storico e archeologico è la sponda giordana il luogo effettivo del battesimo di Gesù, come è avvalorato dal Vangelo di San Giovanni che descrive l’evento a Betania, a est del fiume Giordano. Sul suolo giordano, più di 25 anni fa, alcuni scavi hanno portato alla luce rovine di antiche chiese e cappelle romane e bizantine, un monastero, grotte eremitiche e vasche battesimali, distrutte dai terremoti e dalle piene del fiume. I francescani, riferisce il portale della Custodia di Terra Santa, sono tornati a celebrare sulla sponda occidentale lo scorso anno, dopo 54 anni. L’area, infatti era diventata un campo minato e per diversi anni non è stato possibile accedervi. Ma se un anno fa, a causa della pandemia, alla celebrazione avevano potuto prendere parte solo poche persone, quest’anno erano presenti all’aperto, nel rispetto delle norme sanitarie anti-Covid, circa mille persone. E ad accogliere e salutare il custode di Terra Santa c’erano autorità civili e religiose locali, tra cui il sindaco, il governatore e l’imam della Moschea di Gerico. Alla celebrazione erano presenti, inoltre, il console generale d’Italia Giuseppe Fedele, il console generale di Spagna Alfonso Lucini Mateo, il capo affari politici del consolato del Belgio Philip Haspeslagh, e fr. Mario Hadchiti, parroco della chiesa latina del Buon Pastore di Gerico.

Il Battesimo di Gesù, “solidarietà di Dio con l’umanità peccatrice”

La liturgia è iniziata nel convento francescano del Buon Pastore di Gerico, poi, in solenne processione i frati si sono recati sulle rive del fiume Giordano per la celebrazione della Messa. Fra Patton ha evidenziato nella sua omelia che quello che per tanti anni è stato un campo di guerra, un campo minato, oggi è “un campo di pace, di adorazione e di preghiera”. “Quando Gesù entra nelle acque del Giordano e si fa battezzare da Giovanni assieme ai peccatori, esprime la solidarietà di Dio con l’umanità peccatrice, cioè con ciascuno di noi, e l’intenzione che Dio ha di salvare l’umanità intera e ciascuno di noi – ha aggiunto il Custode di Terra Santa – Non è l’acqua a purificare il Cristo ma è il Cristo a santificare l’acqua. Questo è il senso dell’Incarnazione del Figlio di Dio – ha proseguito fr. Patton – nel momento in cui il Cristo comincia a frequentare l’umanità peccatrice, l’umanità peccatrice comincia a sperimentare la benevolenza, l’amore la santità, la salvezza di Dio. Non è Dio a ‘corrompersi’ a contatto con noi, ma siamo noi a venire ‘santificati’ a contatto con Lui”. Al termine della Messa, i religiosi francescani si sono recati in pellegrinaggio al monastero greco-ortodosso della Quarantena, nei pressi di Gerico, riconosciuto da secoli come il monte dove Gesù è stato tentato da Satana. E proprio la lettura del brano evangelico che ricorda questo episodio ha chiuso la giornata di preghiera.

La sponda occidentale sul fiume Giordano

Sulla riva ovest del Giordano, a ricordare il sito del Battesimo di Gesù è una piccola chiesa francescana, costruita nel 1956 su un terreno acquisito dalla Custodia di Terra Santa nel 1932. La tradizione di un pellegrinaggio annuale nel luogo è attestata almeno dal 1641, in ricordo del Battesimo di Gesù. Nel 1967, a causa dello scoppio della guerra tra Israele e Giordania, l’area è stata trasformata in un campo minato di 55 ettari dalla quale i francescani sono stati costretti ad allontanarsi. Il luogo santo – che si trova in territorio palestinese – classificato come area “C” sotto il controllo di Israele, in base agli Accordi di Oslo dei primi anni Novanta – è stato parzialmente bonificato per la visita di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa del Duemila e reso poi accessibile ai pellegrini nel 2011. Nel marzo 2018 l’associazione Halo Trust ha iniziato i lavori di sminamento del territorio, riuscendo a bonificarlo completamente e a restituire le chiavi del luogo ai francescani nell’ottobre del 2020. La struttura si sviluppa su due livelli con due rampe di scale poste all’esterno dell’edificio, che permettono di accedere alla chiesetta al piano superiore. Dopo i lavori di ristrutturazione, l’anno scorso la chiesetta è stata inaugurata nuovamente ed è tornata ad ospitare le celebrazioni della festa del Battesimo di Gesù. “Il messaggio di questa festa ci spinge a incoraggiare la gente a rimanere in questa terra – ha affermato fr. Hadchiti -, perché Gesù si è incarnato in questa terra”. 

Il 22.mo pellegrinaggio sulla sponda giordana

In Giordania, nella corrispondente sponda orientale, dove è identificato l’esatto sito del battesimo di Gesù, si svolgerà, invece, venerdì prossimo il 22.mo pellegrinaggio delle Chiese cattoliche al luogo del Battesimo di Gesù. L’evento si svolge, ogni anno, il secondo venerdì di gennaio. A celebrare la Messa nella chiesa del Battesimo di Cristo, la cui costruzione è quasi ultimata, riferisce abouna.org, sarà il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. Fr. Rif’at Bader, direttore del Centro Cattolico Studi e Media (CCSM) ha precisato che, a causa della pandemia, potranno partecipare soltanto mille persone per garantire il distanziamento sociale nella chiesa, che ha una capienza di duemila posti. Alla cerimonia parteciperanno, fra gli altri, l’arcivescovo greco-cattolico melchita di Petra e Philadelphia e dell’intera Giordania Joseph Jbarah, il vicario patriarcale latino per la Giordania padre Jamal Khader e l’incaricato d’Affari della nunziatura apostolica ad Amman monsignor Mauro Lalli. Fr. Bader ha elogiato gli sforzi di coordinamento compiuti dalla Chiesa, dal ministero giordano del Turismo e delle Antichità, dal Consiglio del turismo, dall’Alto Comitato per il Battesimo, dalle forze dell’ordine, dagli scout e dai cori. 

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