Nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa, Alessandra Carenzio e Marco Rondonotti si soffermano sul peso della pandemia che ha portato le comunità locali parrocchie a sperimentare strade nuove
Alessandra Carenzio* e Marco Rondonotti**
Per avviare una riflessione sul rapporto tra parrocchie e tecnologie digitali, può essere utile analizzare i consumi, le pratiche, le rappresentazioni nei contesti. Si tratta di uno sguardo attivato insieme a WeCa e alla CEI negli scorsi anni, che ha prodotto un sistema composto da cinque profili di comunità. Il primo definisce la comunità media-impermeabile, water-proof, che rigetta i media, li esclude volutamente. Il secondo è rappresentato dalla comunità neofita, il terzo dalla comunità potenziata, che vive la logica relazionale tipica dei dispositivi digitali, estendendo le relazioni oltre il tempo condiviso nei contesti parrocchiali. Il quarto è rappresentato dalla comunità festiva, che associa i media all’idea celebrativa e conviviale della festa. L’ultimo è identificato nella comunità connessa dove le tecnologie sono “di casa”, favorendo quindi la partecipazione e l’inclusione di tutti. Il desiderio è quello di attivare uno spazio di reciprocità, orientato all’incontro e al dialogo, pensandosi «cittadini dell’ambiente digitale», come ha suggerito papa Francesco nel suo primo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali.
Se è vero che questi profili si riferiscono alla vita della parrocchia prima della pandemia, abbiamo provato a porre lo sguardo sulle parrocchie dopo la pandemia, attraverso una ricerca di rilevante interesse nazionale condotta in equipe interdisciplinare che ha raggiunto le parrocchie dopo il lockdown (Boccacin, 2022). Le parrocchie sembrano adottare una postura informativa sulla dimensione verticale della comunicazione mediata dal digitale con una diversa distribuzione dei profili e una diminuzione di un approccio relazionale e connettivo. Rimane invariato l’approccio tipicamente informativo rilevato in precedenza.
Certamente l’esperienza della pandemia ha portato molte parrocchie a sperimentare l’uso del digitale, anche laddove era meno presente, «ma ciò non significa che tali dispositivi siano automaticamente entrati a far parte del mondo della vita quotidiana delle parrocchie stesse» (Boccacin, 2022, p. 217). La progettualità, l’intenzionalità e lo studio sono tre pilastri capaci di tradurre la presenza di dispositivi e pratiche in elementi capaci di potenziare le relazioni e “parlare con il cuore”, riprendendo l’ultimo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali che Papa Francesco ha condiviso nel 2023.
*Alessandra Carenzio: co-coordinatrice presso il CREMIT, Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia – Università Cattolica del Sacro Cuore
**Marco Rondonotti: ricercatore per l’area Pastorale Web presso il CREMIT
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Alessandra Carenzio e Marco Rondonotti, curatori della voce “Parrocchie ibridate” del Dizionario di Dottrina sociale.