Chiesa Cattolica – Italiana

Parolin: Praedicate Evangelium realizza uno dei principali fini del pontificato

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Cambiamenti strutturali, novità dettate dalle contingenze del presente, processi intrapresi da anni e finalmente portati a termine. Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, entra nel vivo della Praedicate Evangelium, la Costituzione apostolica che riforma la Curia romana pubblicata il 19 marzo scorso (e in vigore dal 1° giugno) con la quale, afferma, “si è realizzato uno dei principali obiettivi che, sin dall’inizio, il presente pontificato si era prefissato”.

Giornata di studi 

Il porporato ha aperto la Giornata di studi “Praedicate Evangelium. Struttura, contenuti e novità”, organizzata dall’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. Un appuntamento importante, il primo dalla pubblicazione della Costituzione di ampio confronto ad alto livello per comprendere dettagli e criteri del documento con il quale Francesco ha armonizzato le modifiche della Curia già realizzate e divenute operative nel corso del pontificato. Oltre a Parolin, vi prendono parte anche il cardinale Marcello Semeraro, per anni segretario del Consiglio dei cardinali, il prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves, il prefetto del Dicastero della Comunicazione, Paolo Ruffini, il revisore generale, Alessandro Cassinis Righini (assente invece monsignor Marco Mellino, segretario del Consiglio dei cardinali, per motivi di salute).

“Tirare le somme”

In Aula Magna, alla presenza di docenti e studenti dell’‘Ateneo del Papa’, Parolin ha ricordato i passi che, in questi nove anni, hanno portato a redigere la Costituzione che riforma la Curia, “strumento nelle mani del Papa” per il bene della Chiesa e il servizio dei vescovi. A partire dalle “ricorrenti richieste manifestate dai cardinali durante le Congregazioni precedenti al Conclave 2013”, il Papa ha istituito il Consiglio di cardinali con il compito “di studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus”. “La riforma prospettata è stata attuata progressivamente in diversi anni, con la creazione di nuovi organismi e con inevitabili aggiustamenti successivi, in istituzioni ‘in rodaggio’, del tutto nuove e chiamate a lavorare insieme”, ha spiegato Parolin. Adesso, “la Praedicate Evangelium cerca di tirare le somme dalle esperienze e adeguamenti degli anni passati, realizzando nuovi passaggi”, in modo da “completare il quadro generale”. E farlo secondo tre criteri: “Comunione delle istituzioni ecclesiali, cooperazione nei rapporti inter-organici e adeguamento degli atteggiamenti personali”.

Ruolo e funzioni della Segreteria di Stato

Gran parte dell’intervento di Parolin si è concentrata sul ruolo della Segreteria di Stato che “conserva nella legge un particolare status in ragione del suo specifico compito di coadiuvare da vicino il Sommo Pontefice nell’esercizio della sua suprema missione”. Le funzioni “sono, sostanzialmente, quelle che realizzate in precedenza”, pur con delle “variazioni”. In primis, i cambiamenti relativi alla dimensione economica. Parolin ha ricordato in proposito il Motu Proprio del 2020 Una migliore organizzazione che ha stabilito che la Segreteria per l’Economia svolgesse “la funzione di Segreteria Papale per le materie economiche e finanziarie” e che fossero trasferiti all’APSA investimenti e fondi in precedenza affidati all’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato. La nuova Costituzione stabilizza questi cambiamenti. “Lo status di Segreteria papale, come ufficio che coadiuva da vicino il governo pastorale del Santo Padre, è attualmente condivisa da due diverse istituzioni curiali. Nelle materie economiche e finanziarie, tale condizione spetta alla Segreteria per l’Economia, e in tutti gli altri campi alla Segreteria di Stato”, ha spiegato Parolin.

Le comunicazioni ufficiali della Santa Sede

Un cenno anche al tema delle comunicazioni ufficiali della Santa Sede, con la riorganizzazione del Dicastero per la Comunicazione che, assieme a diverse Istituzioni collegate tradizionalmente alla Segreteria di Stato (L’Osservatore Romano, la Radio Vaticana) –, ha incorporato anche l’Ufficio della Sala Stampa. La nuova disciplina della Praedicate Evangelium, ha spiegato Parolin, “prevede che rimanga riservata alla Sezione per gli Affari Generali la pubblicazione dei documenti della Santa Sede attraverso il Bollettino ufficiale Acta Apostolicae Sedis”; d’altra parte, “tale Sezione si avvale del Dicastero per la Comunicazione per quanto riguarda le comunicazioni ufficiali riguardanti sia gli atti del Papa che l’attività della Santa Sede, fornendo in questo ambito ‘indicazioni’ precise che il Dicastero dovrà eseguire”.

I cambiamenti in materia economico-finanziaria

Di ampio respiro l’intervento di padre Guerrero, che ha illustrato i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni in materia economico-finanziaria. Un “percorso tortuoso” che ha visto l’istituzione, soppressione, accorpamento o passaggio di competenze di diversi organismi economici che ora si sono stabilizzati in Consiglio per l’Economia, Segreteria per l’Economia, Ufficio del Revisore generale, Commissione per le materie riservate. Anche questi organismi, ha sottolineato a più riprese il gesuita, “sono al servizio della missione”. Non si tratta infatti di un “core business” della Curia Romana, ma di un “aiuto al servizio della missione svolta da alcuni Dicasteri e istituzioni curiali”. “La Dottrina Sociale della Chiesa è il riferimento costante”, ha affermato Guerrero, e “il dovere è di predicare il Vangelo con l’esempio”. Le stesse azioni finanziarie della Santa Sede sono volte ad “aiutare e ottenere mezzi materiali per facilitare e rendere possibile la missione della Curia”, ha sottolineato padre Guerrero. “Devono farlo in modo che il funzionamento non faccia perdere credibilità alla evangelizzazione della Chiesa. Occorre impegnarsi perché il funzionamento della Curia non diventi di impedimento alla sua missione”.

Vigilanza e trasparenza

Guerrero ha poi posto in luce alcune novità introdotte dalla Praedicate Evangelium, come il fatto che le operazioni finanziarie negli investimenti devono passare attraverso lo Ior. Oppure il fatto che il Consiglio per l’Economia mantiene la sua missione di vigilanza delle strutture e delle attività amministrative. Attività sia ordinarie che straordinarie, come gli investimenti che, se superiori ai 500 mila euro, devono essere approvati dalla Segreteria per l’Economia (con la pandemia la soglia si è abbassata a 100 mila euro). Infine, Guerrero ha voluto chiarire natura e missione della Commissione per le Materie riservate, istituita nel settembre 2020 come previsto dal cosiddetto “Codice per gli appalti”. Un chiarimento necessario, ha detto, perché lo stesso nome “materie riservate” potrebbe instillare il dubbio che ci siano fondi segreti o azioni finanziarie che sfuggono ai controllo. “No, non c’è segretezza sull’economia”, ha affermato il prefetto. La “trasparenza” rimane uno dei principi guida, ma “nei casi di sicurezza dello Stato, del Papa o per preservare altri beni della Chiesa, è necessario che qualche attività o contratto sia sottoposto al controllo degli organismi competenti e venga chiesta l’autorizzazione della Commissione e sottoposta al suo controllo”.

Altri interventi

Nel corso della mattinata sono intervenuti poi monsignor Andrea Ripa, segretario della Segnatura Apostolica, che ha illustrato il rapporto tra quella che comunemente viene definita la “Corte Costituzionale” del Vaticano e i “conflitti di attribuzione” e poi i professori Emile Kouveglio e Patrick Valdrini, rispettivamente docente in carica e docente emerito di Diritto Canonico della PUL. Il primo si è soffermato sul tema di “primato ed episcopato” nella Praedicate Evangelium, a partire dalla “sana decentralizzazione” tante volte invocata dal Papa; il secondo di come la Costituzione si muove nel diritto costituzionale della Chiesa, riprendendo “la concezione di una Curia dal carattere di diaconia”. O meglio di “strumento”, come disse Paolo VI, “nelle mani del Papa”, come aggiunse Giovanni Paolo II.

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