Chiesa Cattolica – Italiana

Parolin: nuovi modelli di produzione contro la fame nel mondo

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Si è conclusa oggi la serie di tre webinar organizzati dalla Segreteria di Stato della Santa Sede, la Missione Permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e la Commissione Vaticana COVID-19. Come indicato nel titolo dell’iniziativa, si è parlato di Cibo per la Vita, Giustizia Alimentare, Cibo per Tutti.

L’obiettivo

Ispirandosi alla Lettera Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, si intende promuovere l’ecologia integrale, intesa come paradigma che considera le interconnessioni anche tra sistemi sociali ed ecosistemi. E’ il punto di partenza per assicurare una vera e propria rigenerazione dei sistemi alimentari nel futuro post-pandemia, necessaria – è stato ribadito nel webinar – considerando che nel 2020 si è registrato il numero più alto di persone denutrite nel mondo rispetto agli ultimi cinque anni. In sostanza, la finalità è che nessuno sia lasciato indietro. E’ quanto ha ribadito il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin nel suo intervento oggi pomeriggio a conclusione del webinar dedicato in particolare a “Cibo per Tutti: i conflitti alimentari e il futuro dei sistemi alimentari”. Per farlo – ha spiegato il cardinale Parolin – serve la trasformazione dei sistemi alimentari verso la cura della nostra casa comune, lo sradicamento della fame, il rispetto della dignità umana e il servizio del bene comune.

In vista del Summit mondiale sui sistemi alimentari

La serie in tre parti dei webinar è iniziata durante la Settimana della Laudato si’ (16-24 maggio). Ha dato voce alle donne, alle comunità indigene, alle persone che vivono in situazioni di crisi, ai piccoli agricoltori per imparare dalle loro esperienze e dalla saggezza tradizionale per assicurare dibattiti globali e piani d’azione all’altezza delle problematiche.L’intenzione dunque è dare un contributo, infatti, alla riflessione della comunità internazionale che viene affidata nei prossimi mesi a due momenti centrali. A settembre si svolgerà a New York, nell’ambito della Assemblea generale delle Nazioni Unite, il summit dedicato ai Sistemi alimentari. In vista di questo confronto mondiale, si terrà dal 19 al 21 luglio a Roma il cosiddetto pre-summit voluto a Roma dalla presidenza di turno italiana del G20. Il cardinale Parolin, che ha preso parte al webinar di oggi ma che per un disturbo alla voce ha chiesto che il suo intervento venisse letto dalla dottoressa Francesca Di Giovanni, Sottosegretario al Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, ha chiarito che a livello internazionale servono “azioni concrete, incisive, avvedute”. Bisogna – ha ricordato – ripensare i sistemi alimentari per renderli più resilienti, più solidali, maggiormente in grado di sconfiggere l’insicurezza alimentare.

La centralità delle economie locali

“Servono azioni individuale e collettive verso un futuro alimentare che sia sostenibile, equo e sicuro”, ribadisce ai nostri microfoni l’economista Suor Alessandra Smerilli, Sottosegretario al Dicastero per lo Sviluppo umano integrale:

Ascolta l’intervista con suor Alessandra Smerilli

L’accademica Suor Smerilli ricorda il senso dei tre seminari per spiegare il processo logico che intende produrre proposte concrete sul tavolo dei leader mondiali. Innanzitutto sottolinea come la pandemia possa essere un momento di crisi che se ha portato tanti drammi umani può portare però anche un’occasione preziosa di ripensamento degli attuali meccanismi in sui – afferma – troppo spesso gli interessi di alcuni prevalgono sul benessere di fette di popolazioni che non hanno voce. Eppure – sottolinea – proprio le economie locali rappresentano un bacino di conoscenze preziose per una valorizzazione del territorio sostenibile per le future generazioni. Difficilmente in fatti – spiega – le famiglie locali che traggono sostentamento da una terra tenderanno ad un uso distruttivo di quella terra stessa.

Le tematiche affrontate nei webinar

Suor Smerilli raccomanda l’importanza di potenziare le economie locali, ricordando i temi dei webinar. Il primo, co-ospitato dal Forum di Roma e intitolato Cibo per la Vita: il ruolo delle donne nella promozione dello sviluppo umano integrale, si è svolto il 17 maggio ed è stato caratterizzato da un dialogo sul ruolo unico delle donne nello sviluppo, con particolare attenzione a come sostenere la loro leadership nel plasmare sistemi alimentari resilienti in tutto il mondo. Il secondo intitolato Giustizia Alimentare: lavoro, innovazione e finanza al servizio della giustizia alimentare”, del 26 maggio, ha lasciato emergere l’importanza del lavoro dignitoso, della finanza e dell’innovazione nella ricostruzione di sistemi alimentari sostenibili, in particolare nel futuro post-COVID. L’ultimo webinar che si è svolto oggi, co-ospitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, è stato pensato per esplorare le diverse possibili risposte ai conflitti alimentari, partendo dalla riflessione su come la Chiesa possa meglio contribuire e collaborare per affrontare la fame e la disuguaglianza alimentare nel mondo. Si è trattato di una metodologia che, guidata dai valori della Dottrina Sociale Cattolica, dall’esperienza quotidiana degli operatori locali della Chiesa e dall’imperativo morale di eliminare la fame, ha promosso l’ascolto e il dialogo all’interno e all’esterno della Chiesa; ha lasciato emergere, con testimonianze dirette anche da Paesi come il Burundi, le migliori pratiche nel mondo che promuovono sistemi alimentari sostenibili. In sostanza ha dato voce a persone tradizionalmente escluse per ispirare un appello alla giustizia alimentare. “Il cibo – sottolinea suor Smerilli – è come la cartina tornasole delle connessioni tra finanza, lavoro, tecnologia che, se non sono rispettose della dignità della persona e a servizio del bene comune, contribuiscono ad alimentare conflitti a diversi livelli, le cui conseguenze, come quelle dei cambiamenti climatici, ricadono innanzitutto sulle popolazioni e sulle franzge di popolazioni più fragili ma anche su tutta la famiglia umana”. 

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