Il cardinale segretario di Stato ha preso la parola al terzo “World Changers Summit” in Vaticano. Presenti imprenditori ed esperti del mondo dell’innovazione e della tecnologia, che si sono interrogati sulla necessità di far convivere, nel promuovere lo sviluppo, scienza, fede e dignità della persona
di Roberto Paglialonga
“Se le scienze oggi offrono grandi possibilità di crescita, ci sono davanti a noi anche rischi e notevoli risvolti antropologici che richiedono sempre più un discernimento oculato”. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, in un indirizzo di saluto ai partecipanti al terzo “World Changers Summit” – ideato dal professor Gabriele Andreoli, presidente dell’Institute for advance studies and cooperation (Iasc), un ente no-profit internazionale che promuove attività scientifiche e di cooperazione in vari settori, da quello culturale a quello economico-finanziario – intitolato quest’anno “Forum to help shape a better future” e ospitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali.
Pertanto, “ciò che occorre sempre tenere a mente – ha proseguito il porporato, citando Papa Francesco – è “l’irriducibile realtà della persona umana””.
Riuniti presso la Casina Pio IV oltre 60 tra imprenditori ed esperti di innovazione che hanno presentato progetti e realtà finalizzati a coniugare la scienza e la tecnologia con il rispetto e la tutela del creato, riflettendo sulle possibilità di far convivere attivamente scienza e fede anche all’interno di un mondo che sempre più beneficia, e talvolta subisce, i progressi compiuti dalla tecnologia.
Nel contesto odierno le persone di fede sono chiamate a dare il loro contributo. “I credenti – ha detto ancora il cardinale Parolin – devono avere uno sguardo attento e propositivo per percorrere strade condivise e compiere azioni verso un futuro degno per le nuove generazioni”. Una domanda sull’eredità che si consegna ai più giovani, che Papa Francesco ha con toni forti presentato già nell’Enciclica Laudato si’ del 2015, ponendo l’interrogativo: “Che tipo di mondo lasceremo alle future generazioni?”.
Sono, dunque, sempre più necessarie, ha sottolineato in conclusione, “scelte concrete per il bene di tutti”. Per questo, è importante “la relazione tra sviluppo scientifico e persona umana”, affinché si tenga sempre presente l’obiettivo “del bene comune”.
Da parte sua – ha detto il professor Andreoli nel presentare l’evento – “ciò che ci spinge e ci guida è la convinzione profonda che ciascun essere umano ha la sua dignità e debba dunque poter vivere la sua vita utilizzando quanto scienza, tecnologia e fede ci permettono oggi di fare”.
Nel corso del summit sono stati presentati strumenti nel campo della salute che si propongono di contrastare malattie endemiche presenti in alcuni Paesi, come la malaria; o progetti che integrano i recenti sviluppi della bioarchitettura con la tutela dell’ecosistema e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
A margine del suo intervento, al segretario di Stato è stata presentata un’opera d’arte che “respira”, in quanto dotata di una tecnologia in grado di purificare l’aria. Un’opera, è stato spiegato, realizzata da un robot, e che ha l’intento di presentare la possibilità di una connessione fisica tra tecnologia dei materiali ed ambiente circostante e di un legame “tra scienza e fede per un mondo più armonioso”.