Debora Donnini – Città del Vaticano
“L’esistenza di Sant’Odile ci mostra che l’intervento di Dio può cambiare la prospettiva in ogni momento, dare nuova vita e nuova missione, guarire le malattie e aprire la strada a forme di evangelizzazione inaspettate”. Così il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, oggi pomeriggio alla Messa con i giovani, nel Santuario di Monte Sant’Odile, l’abbazia di Hohenbourg dove la Santa badessa patrona dell’Alsazia è sepolta. Si chiude così la visita del cardinale Parolin inviato a Strasburgo come rappresentante del Papa, per le celebrazioni del 1300.mo anniversario della morte di Sant’Odile.
La Confraternita dell’Adorazione Perpetua
Il cardinale Parolin ricorda che proprio su questo monte, scelto dalla Santa per la fondazione del suo monastero, è stata istituita 90 anni fa la Confraternita dell’Adorazione Perpetua su ispirazione di Chanoine Christen, Rettore Mont Saint Odile all’epoca. Era il periodo tra le due guerre mondiali, e gli ispiratori della Confraternita volevano che le Adoratrici pregassero in particolare per la pace e per la Diocesi, intenzioni alle quali si aggiunse presto quella per le vocazioni sacerdotali e religiose. E oggi 52 gruppi che coinvolgono circa 2000 persone si susseguono durante tutto l’anno e ogni mercoledì molti pellegrini si uniscono alle Adoratrici. Inoltre, durante la pandemia, la preghiera è proseguita nelle forme consentite e nella comunione spirituale. Il porporato esorta, dunque, i membri della Confraternita a perseverare con fedeltà nel loro impegno e riflette sull’attualità delle intenzioni di preghiera che erano nel cuore di coloro che hanno dato vita a questa associazione: “la preghiera per la pace, che non è mai una conquista definitiva, ma un impegno per tutti e un dono da chiedere al Signore, e preghiera per la vostra Diocesi, la cui storia riflette gran parte della storia europea”.
Odile via di evangelizzazione per molte generazioni
Le fonti dicono che Odile nacque due volte e due volte morì: mediante il battesimo nacque nuova creatura in Cristo e ottenne la vista. Le fonti della sua vita raccontano che inoltre, per l’edificazione e l’istruzione delle sue sorelle, è tornata in vita e ha preso tra le sue mani il Viatico, per morire di nuovo e rinascere alle gioie del cielo.
La mentalità attuale rimane scettica, nota il porporato, quando si sente parlare di miracoli, ma in queste narrazioni e nella devozione dei cristiani si percepisce la verità profonda che emana da questi racconti, perché ci fanno incontrare la potenza risanatrice e redentrice di Cristo. “Nel caso di Sant’Odile, ci mettono davanti agli occhi le immense difficoltà incontrate da una bambina rinnegata dal padre che non voleva una ragazza cieca in famiglia, e l’intervento liberatorio del Signore che ha voluto fare di questa persona uno strumento di benedizione ed evangelizzazione per intere moltitudini e per molte generazioni”, rimarca il cardinale Parolin. La fede, afferma ancora, vede l’invisibile e apre scenari completamente nuovi, strade impreviste, insegna nuovi stili di vita”, donando perseveranza. “Alla base dei miracoli di sant’Odile e di tanti altri santi c’è il miracolo radicale e la sorgente della fede”, nota infine il cardinale Parolin esortando a credere profondamente nei miracoli che compie il Signore, che converte e risana i cuori, che dona vista ai ciechi, che dona nuova vita e vuole che tutti noi conosciamo il Figlio di Dio e otteniamo la salvezza.