Chiesa Cattolica – Italiana

Parolin: insistere sulla educazione per evitare atti tragici di violenza sulle donne

Il cardinale, a margine di un convegno su Papa Luciani alla Gregoriana, risponde alle domande dei giornalisti sull’attualità. Anzitutto i casi di femminicidio, alla vigilia della manifestazione di domani, 25 novembre, a Roma: “Serve un grande lavoro sinergico da parte di tutte le agenzie educative senza messaggi contraddittori”. Sul conflitto in Medio Oriente ribadisce la vicinanza del Papa “a chiunque soffra” ed esorta al perdono: “Non è facile ma può produrre qualcosa di nuovo nel mondo”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

La violenza contro le donne, il ruolo della Santa Sede per delle soluzioni internazionali sulla crisi climatica, ancora la guerra, la “equidistanza” del Papa che non è altro che vicinanza al dolore di tutti, il valore del perdono per contrastare ogni violenza o sentimento di violenza. Per il terzo giorno di fila a colloquio con i giornalisti a margine di un evento, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, guarda ai temi dell’attualità offrendo chiarimenti e spunti di riflessione.

L’educazione per contrastare la violenza sulle donne 

Il porporato, alla Pontificia Università Gregoriana per il convegno su Papa Luciani organizzato dalla Fondazione vaticana Giovanni Paolo I di cui è presidente, risponde ad una domanda sul dramma del femminicidio. Tema di stringente attualità dopo l’omicidio brutale della giovane Giulia Cecchettin che sarà al centro della manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata per domani, 25 novembre, Giornata proprio dedicata al tema, al Circo Massimo di Roma. Parolin si riallaccia alle parole del Papa di ieri che, in un’udienza alle federazioni di media cattolici, esortava a educare i ragazzi a “coltivare relazioni sane”. “Bisogna insistere sull’educazione”, afferma il segretario di Stato. “Quando il Papa parla di formazione, parla di educazione soprattutto delle nuove generazioni per superare una mentalità che può eventualmente portare a questi atti tragici, davvero tragici, e instaurare una cultura del rispetto. C’è bisogno davvero – sottolinea il porporato – di un grande lavoro sinergico da parte di tutte le agenzie educative, soprattutto che vadano nello stesso senso e non mandino messaggi contraddittori, nel senso di rafforzare i valori alla base della convivenza civile e anche del rapporto tra i sessi”.

Dove c’è gente che soffre, il Papa è là

Interpellato sulla questione delle critiche avanzate ieri dai Rabbini d’Italia nei confronti del Pontefice e di alcune sue parole circa il conflitto in Medio Oriente, il cardinale torna a dire: “Non è nessuna equidistanza ma la condivisione del dolore di tutti”. “Insisto su questo: è un punto di vista umano, umanitario, il Papa è presente e vicino a tutti coloro che soffrono. Questo – chiarisce – non significa non riconoscere che ci sono diversità, distinzioni, significa che quando la gente soffre il Papa è là”.

Il perdono per “chiudere il cerchio” delle violenze 

In un contesto in cui sembrano prevalere diverse forme di violenza, il cardinale esorta a “coltivare tutta una gamma di virtù che ci permettano di rispondere in modo pacifico a queste provocazioni”. In primis il perdono: “Senza il perdono non si può andare avanti, vige soltanto la legge della vendetta. E il cerchio non si chiude mai. Capisco che perdonare non è facile, lo sperimentiamo su noi stessi – ammette Parolin -, ma se uno ha il coraggio, se uno ha il coraggio di rompere questo cerchio, veramente si produce qualcosa di nuovo nel mondo”.

L’autorità è servizio

Richiamando le parole di Alessandro Manzoni riportate da Papa Luciani nella sua opera Illustrissimi, il cardinale ribadisce che “ogni autorità è un servizio agli altri, perché altrimenti diventa un esercizio dispotico del potere, quindi se uno viene posto sopra gli altri perché riveste posizioni di responsabilità deve vivere questo non per interesse personale, non per raggiungere quali risultati personali di varia natura ma davvero mettersi al servizio degli altri”. È quello che ribadisce la Dottrina Sociale della Chiesa: “La politica è un servizio al bene comune. E questo vale per i preti, vale per i vescovi, vale anche per il Papa”, dice il segretario di Stato.

Il Papa alla Cop28

Risponde infine a delle domande sui futuri viaggi del Papa. Al cardinale “non risulta che ci sia in programma una visita” nella Striscia; se ha ricevuto un invito, “sarà lui, il Papa, che considera, riflette e decide su che cosa fare, però non credo che sia una iniziativa che è partita da lui”. Invece sull’imminente viaggio del Pontefice a Dubai, primo Papa a partecipare alla Cop28, il cardinale Parolin sottolinea come questo sarà un ulteriore contributo all’impegno che la Santa Sede sta portando avanti “seriamente e approfonditamente” sulla questione climatica. “A partire dalla Laudato Si’ c’è stato un grande sforzo da parte della Santa Sede per aumentare il livello di coscienza del problema e delle soluzioni”, evidenzia il cardinale. “La Santa Sede non offre soluzioni tecniche, non è il suo compito, non ne ha i mezzi, ma può essere una coscienza morale su questo tema e su tanti altri per la comunità internazionale e insistere perché ci sia attenzione e si cerchino soluzioni a livello internazionale”.

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