Salvatore Cernuzio – Inviato a Juba
Dice di partire “rinfrancato dall’esperienza fatta nella Repubblica Democratica del Congo”, il cardinale Pietro Parolin, che inizia oggi la seconda parte del suo viaggio in Africa a nome del Papa. La tappa è Juba, capitale del Sud Sudan, dove – dice il porporato ai media vaticani che lo accompagnano nel viaggio – la speranza è di aiutare a realizzare una pace duratura, affinché “ci sia la capacità di riconciliarsi e si trovino degli accordi per chiudere questa pagina dolorosa”. Magari prima delle elezioni generali del 2023.
Nella Repubblica Democratica del Congo, “un momento intenso”
Quello nella Repubblica Democratica del Congo, sottolinea il cardinale poche ore prima dell’imbarco dall’aeroporto di Addis Abeba, in Etiopia, “è stato un momento molto bello, intenso e positivo. Almeno le prime impressioni confermano che la visita è servita proprio a portare la presenza e l’affetto del Papa alla popolazione e alla Chiesa che lo attendeva con tanta speranza. Mi auguro che tutto questo possa ripetersi in Sud Sudan”.
“Certamente – sottolinea Parolin – la situazione, anche quella politica, è molto delicata. Quindi si dovrà continuare, come sempre ha fatto la Santa Sede, ad insistere per la pace perché ci sia capacità di riconciliarsi e trovare degli accordi per chiudere una pagina dolorosa. Si spera anche con le prossime elezioni del 2023 che ciò possa realizzarsi”.
Il ritiro a Santa Marta dei leader sud sudanesi
Il segretario di Stato ricorda poi il ritiro a Santa Marta dell’aprile 2019, al quale parteciparono il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, e i vice presidenti designati, Riek Machar e Rebecca Nyandeng De Mabio. A loro il Papa, al termine di giornate di preghiera e confronto, con un gesto senza precedenti, si inginocchiò per baciare i piedi e implorare la pace per il Paese. “Noi – dice ora Parolin – ci mettiamo sulla stessa linea del Papa, proprio per ribadire questo invito, questa esortazione, questa preghiera per la pace”.
Il saluto a Kinshasa
Il segretario di Stato ha lasciato la capitale congolese Kinshasa nel primo pomeriggio del 4 luglio, dopo aver celebrato di mattina presto la Messa con la comunità del Seminario maggiore diocesano. Lì ha salutato e si è fermato a parlare con formatori e seminaristi con i quali ha vissuto un momento di fraternità, intervallato da diversi canti. Il cardinale ha firmato anche il Libro d’Onore, poi si è trasferito nella Nunziatura Apostolica, che lo ha accolto con grande affetto in questi tre giorni. A tutta la “famiglia” della Nunziatura, guidata da monsignor Ettore Balestrero, Parolin ha rivolto parole di gratitudine e incoraggiamento: “Voi lavorate per il Papa, non dimenticatelo”. Ancora una volta, il cardinale ha ribadito il desiderio del Pontefice di recarsi appena possibile in quei luoghi.
Il programma a Juba
Nell’agenda di Juba il primo appuntamento è nel pomeriggio con il colloquio con il presidente della Repubblica, Salva Kiir, seguito da quello con il primo vice presidente, Riek Machar. In serata, è previsto invece l’incontro con i vescovi del Paese. Il 6 luglio si terrà uno dei momenti più significativi della trasferta in Sud Sudan: la visita nel campo di Bentiu tra sfollati che vivono in condizioni difficili, con scarsi servizi idrici e igienici. Per loro il cardinale Parolin celebrerà una Messa, per poi incontrare i rappresentanti dell’Onu e il governatore. Il 7 luglio sarà invece il giorno della Messa nel John Garang Mausoleum Park, memoriale dedicato al leader del Sudan People’s Liberation Movement/Army e primo vice presidente del Sudan dopo gli accordi di pace. È lo stesso luogo in cui avrebbe dovuto celebrare la Messa il Papa. Il segretario di Stato benedirà la prima pietra della nuova Nunziatura Apostolica a Juba e incontrerà clero e religiosi. A conclusione del viaggio, infine, la visita all’Università Cattolica e quella al Centro Bambini a Usratuna, realtà in cui persone appartenenti a diverse religioni collaborano per l’integrazione dei bimbi disabili e la formazione delle loro famiglie.L’8 luglio, nel pomeriggio, il cardinale partirà per Roma, dove l’arrivo è previsto il giorno successivo.