Chiesa Cattolica – Italiana

Parolin, il vescovo sia strumento vivo della misericordia di Dio

Nella Basilica Vaticana, alla presenza di Papa Francesco, l’ordinazione episcopale di monsignor Diego Ravelli, maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e responsabile della Cappella Musicale Pontificia Sistina e oggi vescovo titolare di Recanati. A celebrare il cardinale Parolin che ha ricordato l’importanza di portare avanti “la pedagogia dell’incontro con Cristo”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

È nelle mani di Maria che il nuovo vescovo titolare di Recanati, monsignor Diego Giovanni Ravelli, consegna il servizio al quale è stato chiamato dal Papa e dalla Chiesa tutta. Non poteva che essere così, lo ha raccontato lo stesso Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e Responsabile della Cappella Musicale Pontificia Sistina, nel ringraziamento al termine della Messa di ordinazione episcopale nella Basilica di San Pietro presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e alla presenza di Papa Francesco. Accanto al porporato anche il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa con il quale Ravelli ha condiviso 8 dei suoi 23 anni nell’ufficio della Carità del Papa, e monsignor Guido Marini, già Maestro delle cerimonie pontificie. Presente anche monsignor Stefano Russo, vescovo di Velletri.

L’anello di legno nelle mani di Maria

In questo giorno denso di emozione e preghiera, tutto si fa più chiaro. Il gesto di un ministrante, chiamato a servire la Messa del Papa in San Pietro in una delle prime Giornate mondiali dei poveri, diventa la chiave per comprendere la strada da fare sotto la protezione di Maria. Il giovane detenuto consegna a monsignor Ravelli un anello di legno che aveva realizzato per Francesco e che aveva intenzione di consegnare al Papa. Un’intenzione che cambia al termine della celebrazione decidendo invece di regalarlo proprio a monsignor Ravelli. Un dono inatteso che istintivamente il Maestro delle Celebrazioni liturgiche colloca nella mano di una statua della Vergine che da sempre lo accompagna anche negli spostamenti di ufficio di questi ultimi tempi. “Sono passati anni, – spiega – la statua è stata spostata in luoghi diversi, è andata persa anche la sua corona di stelle, ma quell’anello è sempre stato lì. Alla luce di oggi, però, riesco a trovare un senso: mi piace vederlo come il primo anello episcopale che mi è stato donato, da una persona in difficoltà, e messo nelle mani più sicure: quelle di Maria, la madre di Gesù e la nostra mamma celeste”. Un anello, un dono che è ricordo di tutti e che è anche richiesta di preghiere per “essere un buon pastore con la gioia del Vangelo e con il cuore del suo Figlio Gesù”.

Parolin: alimentare sempre il seme della fede

La Messa segnata da momenti liturgici importanti come la consegna dei Vangeli, dell’anello episcopale, della mitra e del pastorale, è stata celebrata dal cardinale Parolin che nella sua omelia ha ricordato quanto la Basilica di San Pietro sia “casa” per monsignor Ravelli. Ripercorrendo le letture, ha sottolineato come siamo preceduti dalla misericordia di Dio e che il ministero va vissuto con gioia, serenità d’animo e un pizzico di buonumore. Essere in Cristo e per Cristo: è la strada da seguire senza dimenticare che il compito di ogni sacerdote è di portare le persone all’incontro con Lui. “La tua ordinazione episcopale, caro don Diego Giovanni – ha sottolineato il segretario di Stato vaticano -, si colloca all’inizio di un millennio duro e difficile, segnato da divisioni e guerre fratricide, fino all’ultima nella vicina Ucraina”. “A te come a tutti i pastori – ha detto ancora – è chiesto un instancabile ministero di riconciliazione e di consolazione, di conforto e di sostegno, in quel cammino della vita che per tanti appare arduo e pesante, difficile da portare con amore”. Infine la raccomandazione a monsignor Ravelli di vivere per il Vangelo e con il Vangelo.

Il motto del nuovo vescovo: Evangelii Gaudium

Riprende il titolo dell’Esortazione apostolica del Papa sull’annuncio nel mondo di oggi, il motto episcopale del nuovo arcivescovo. “Evangelii gaudium”, la gioia del Vangelo, che “riempie – come scrive Francesco – il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Lo stemma dell’arcivescovo, realizzato dal grafico araldista Giuseppe Quattrocchi, è dominato dai colori del verde, dall’azzurro, dal rosso e dal giallo. La croce che sovrasta lo scudo è “trifogliata” con cinque gemme rosse che ricordano le cinque piaghe di Cristo. Proprio il centro dello scudo è costituito dall’immagine del Chrismon, l’antico monogramma di Cristo, Gesù è al centro della fede e il cuore dell’annuncio di salvezza. La stella in alto è il richiamo a Maria, “stella del mattino” mentre in fondo c’è una grata che ricorda la graticola di San Lorenzo e quindi evoca la carità e il martirio. Un simbolo che è anche un legame con le radici di monsignor Diego Ravelli e con la comunità di appartenenza: quella di Lazzate dove è nato, nella parrocchia di san Lorenzo infatti ha ricevuto il dono della fede ed è germogliata la sua vocazione.

L’abbraccio tra il cardinale Parolin e il neo vescovo monsignor Ravelli

Monsignor Ravelli, dalla Brianza in Vaticano

Nato il 1° novembre 1965 a Lazzate, nella provincia di Monza e della Brianza, monsignor Ravelli è stato ordinato presbitero per l’Associazione clericale pubblica Sacerdoti di Gesù Crocifisso nel 1991, incardinandosi poi nella diocesi di Velletri-Segni. Diplomatosi in Metodologia pedagogica presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione della Pontificia Università Salesiana a Roma, ha conseguito il dottorato in Sacra Liturgia presso l’Istituto Liturgico del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Urbe. Dal 1998 officiale dell’Elemosineria Apostolica, nel 2013 ne diventa capo ufficio. Dopo aver collaborato con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa in qualità di aiutante cerimoniere, nel 2006 è nominato cerimoniere pontificio. L’11 ottobre 2021, Francesco lo ha nominato maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e responsabile della Cappella Musicale Pontificia; l’11 giugno 2022 entra a far parte come consultore del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

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