Parolin: fieri della testimonianza di fede dei cattolici cinesi

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A Ferragosto le agende dei leader sono chiuse o in aggiornamento rallentato, ma non vanno in vacanza. Così può accadere che anche lontano dalle sedi e dai riflettori abituali del ruolo, il primo collaboratore del Papa si trovi ad aggiornare su argomenti di portata internazionale. È quello che è accaduto al cardinale Pietro Parolin, intervistato da La Voce del Nordest, una testata web del Trentino, dove il segretario di Stato ha vissuto qualche giorno di riposo tra i panorami della Conca di Primiero.

Cina, dialogo in evoluzione

Fra i temi di punta toccati dal porporato, il rapporto con la Cina. “Siamo sempre in fase di dialogo”, ha detto, ricordando lo storico Accordo con Pechino siglato nel 2018 e rinnovato nel 2020 per altri due anni. La pandemia, ha osservato il cardinale Parolin, “ha colpito anche questo ambito”, rendendo più difficile il confronto, “però – ha proseguito – speriamo al più presto di poter riprendere gli incontri e di poter trattare tante altre questioni che sono sul tappeto e che riguardano la vita della Chiesa cattolica in Cina”. E per i cattolici del grande Paese asiatico il segretario di Stato ha espresso oltre che vicinanza nella preghiera, anche ammirazione: “Siamo fieri della testimonianza di fede che danno. Ci auguriamo che siano sempre buoni cittadini e buoni cattolici”, che “esprimano questa doppia dimensione anche nella loro vita concreta”.

Il messaggio del Papa apre orizzonti al mondo

Ai mesi seguenti l’Accordo con la Cina risale la frase che il cardinale Parolin aveva pronunciato in una intervista, quando sullo sfondo di critiche rivolte al Papa per l’apertura a Oriente il porporato aveva detto: “L’Occidente dovrà chiudere scusa a Francesco”. Alla richiesta di tornare su quella affermazione, il segretario di Stato ha osservato che “l’annuncio evangelico che Papa Francesco continuamente fa risuonare nelle sue parole” forse non rende sempre “di facile accettazione anche la sua proposta, il suo messaggio”. E tuttavia, ha ripetuto, “il Papa sta davvero indicando un cammino, soprattutto l’ha fatto con la Fratelli tutti dopo la pandemia, che può davvero aiutarci ad uscire dalle secche in cui si trova la nostra società e avviarci verso la costruzione di un mondo nuovo, di un mondo migliore”.

La salute del Papa, la stima per Mattarella

Una domanda ha riguardato la salute di Francesco dopo l’intervento subito al Gemelli il 4 luglio scorso. “Lentamente si sta riprendendo”, ha informato, “ci vuole il suo tempo anche per lui”, però “mi pare stia recuperando bene. Ha una fibra forte”. Lo dimostrano, ha soggiunto, gli impegni ripresi, le udienze ma anche il viaggio programmato per settembre con le tappe in Ungheria e Slovacchia. Il cardinale Parolin ha poi avuto parole di “gratitudine” e “affetto” per il presidente italiano Sergio Mattarella, giunto in dirittura d’arrivo del suo settennato: “È sempre una gioia per me incontrarlo, proprio per l’alta statura morale e spirituale che esprime e per la missione che egli ha compiuto in questi anni”, specie gli ultimi, più difficili, in cui “ha saputo davvero manifestare il meglio dell’Italia e dare delle indicazioni molto, molto adeguate per la soluzione dei problemi”.

Un’ultima annotazione ha riguardato i prossimi impegni del cardinale Parolin, tra i quali un imminente viaggio in Lituania per l’ordinazione del nuovo nunzio apostolico in Ucraina.