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Sono arrivati i saluti e gli auguri di buon lavoro del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a “L’Anima e il Tempo. Festival di spiritualità” che si è aperto nella serata di ieri a Roma. “Sono spiacente di non poter essere con voi all’inaugurazione”, scrive il porporato in un messaggio indirizzato ai promotori dell’evento – Edizioni Frate Indovino, Edizioni Cantagalli e Edizioni Città Nuova – che si concluderà domenica 16 ottobre.
Abbiamo bisogno di ascoltarci e di guardarci negli occhi
Il cardinale Parolin si rallegra per l’iniziativa organizzata in un momento in cui si sta riprendendo, non senza fatica, la partecipazione ad eventi pubblici dopo la pandemia, quindi sottolinea: “È bello che editori i quali condividono la stessa fede e la stessa ispirazione, in un frangente non facile per il loro settore, si mettano insieme per invitare alla discussione, al confronto, all’approfondimento. Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, di ascoltarci, di parlarci, di dialogare, di uscire dal mondo spesso autoreferenziale dei social media”.
Il tempo è quello in cui Dio ci chiama a vivere
Commentando poi il titolo del Festival, “L’Anima e il Tempo”, il segretario di Stato scrive che l’anima è “il richiamo al nostro essere spirituale, al cordone ombelicale che ci lega al Padre Celeste, al nostro destino”, e il tempo, “la dimensione nella quale siamo inesorabilmente immersi (…) è il ‘nostro tempo’, cioè il tempo nel quale Dio ci chiama a vivere, ad operare, a mettere in gioco i nostri talenti, a testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo”. Parolin fa riferimento quindi al momento drammatico che stiamo vivendo e scrive: “Come non ricordare la tragedia della guerra nel cuore dell’Europa e delle tante guerre in corso? Come non ricordare le conseguenze della pandemia e la mancanza di cure adeguate per tante persone nel mondo? Come non ricordare la fame, la sete, le carestie? Come non ricordare i cambiamenti climatici e le migrazioni?”.
L’impegno per il futuro dell’uomo e del mondo
Infine, il porporato osserva che a tutto questo si aggiunge una generale sensazione di smarrimento e di solitudine, pur in un mondo iper-connesso. La domanda di senso, come l’impegno per la costruzione di un mondo più umano e giusto, per una politica ed una economia che mettano al centro il bene comune e la salvaguardia del creato: “Sono sfide – sottolinea Parolin – che ci riguardano tutti”. Da qui l’auguro che questi giorni di incontri a Roma “portino frutti per coloro che vi parteciperanno e per tutti”.