Parlamento Ue al voto, von der Leyen cerca secondo mandato: “No ad estremismi”

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Giornata di elezioni in Europa: i parlamentari europei decidono oggi, 18 luglio, chi sarà il capo della Commissione. Il presidente uscente cerca la riconferma, ma non è chiaro se abbia abbastanza supporto. E poi sulla missione di Orban in Russia sottolinea “Quella era tutto tranne che una missione di pace. Era una missione di appeasement”

Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

Il destino politico di Ursula von der Leyen sarà deciso oggi, 18 luglio, quando il Parlamento europeo sceglierà se confermarla per altri cinque anni alla presidenza della Commissione europea. Il voto determinerà se ci sarà continuità nell’istituzione chiave dell’Ue in un momento di sfide esterne e interni. Senza un chiaro candidato alternativo, i sostenitori di von der Leyen hanno inquadrato il voto come una scelta tra stabilità e caos, poiché la sua mancata conferma creerebbe uno stallo politico.

Von der Leyen: no a estremismi in Ue

Nel suo discorso al Parlamento prina del voto, von der Leyen ha detto: “Sono convinta che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Ue della storia. Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie”. Sottolineando la necessità di una scelta per una “Europa forte”, la presidente ha anche annunciatio una vicepresidenza alla semplificazione. E poi un commissario al Mediterraneo e uno alla Casa. Sulla missione del premier ungherese Orban, von der Leyen ha detto che “quella era tutto tranne che una missione di pace. Era una missione di appeasement”

I numeri

I tre gruppi centristi che dovrebbero sostenerla contano complessivamente 401 deputati. Ma ci si aspetta che alcuni disertino o si oppongano alla votazione segreta. Per passare senza problemi, potrebbe aver bisogno del sostegno di parti del gruppo dei 78 Conservatori e Riformisti europei (ECR) o dei 53 parlamentari dei Verdi. Se von der Leyen non dovesse vincere, i leader dei paesi dell’Ue avranno un mese per suggerire un altro candidato, ritardando in questo modo l’avvio dei lavori della nuova Commissione europea.

Rinvio del voto

Intanto, il gruppo The Left al Parlamento europeo ha chiesto il rinvio della votazione dopo la sentenza della Corte di giustizia europea sul caso vaccini. “La Corte europea ha giudicato illegittimo il rifiuto di fornire informazioni rilevanti, il che ha un impatto significativo sulla rielezione della presidente della Commissione von der Leyen”, ha evidenziato la sinistra europea. In particolare, gli eurodeputati della sinistra chiedono alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di chiedere ai servizi giuridici una valutazione sull’opportunità di rinviare la votazione fino a quando la Commissione non avrà divulgato i documenti rilevanti. “Votare per Ursula von der Leyen significa sostenere accordi dietro le quinte e mancanza di integrità”, è il commento dei copresidenti del gruppo, Manon Aubry e Martin Schirdewan.