Chiesa Cattolica – Italiana

“Papi e media”, un volume indaga sul cinema secondo Pio XI e Pio XII

In un incontro all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede il cardinale Parolin e il ministro italiano della Cultura Sangiuliano hanno presentato il volume edito da Il Mulino e curato da monsignor Dario Viganò

Rosario Tronnolone – Città del Vaticano

È impossibile scrivere una storia del cinema in Italia senza considerare la storia della cultura italiana, in quanto il cinema, più di ogni altra espressione artistica e più di ogni altro mezzo di comunicazione, ha contribuito all’evoluzione della storia culturale del nostro paese, e si è imposto come punto privilegiato di osservazione dell’inarrestabile mutamento. Da questa constatazione, già presente nella precedente pubblicazione Attraverso lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia, curata da Mons. Viganò con Ruggero Eugeni, prende le mosse il saggio Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv (ed. Il Mulino), che riunisce le analisi di cinque importanti documenti pontifici, l’enciclica Vigilanti Cura di Pio XI (1936), l’esortazione apostolica I rapidi progressi di Pio XII (1954), i due Discorsi sul film ideale pronunciati da Pio XII il 21 giugno e il 28 ottobre del 1955 e infine l’enciclica Miranda Prorsus, promulgata da Pio XII nel 1957.

Cinema e tessuto sociale

Dalla Miranda Prorsus ha preso le mosse l’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha citato l’affermazione di Pio XII secondo cui “le meravigliose invenzioni tecniche, benché frutti dell’ingegno e del lavoro umano, sono tuttavia doni di Dio, dal quale proviene ogni opera buona”. Il ministro ha salutato con piacere il recente svincolarsi dello studio sui rapporti tra Chiesa, Stato e mass media da ricerche meramente specialistiche, perché il confronto tra ambiti disciplinari diversi consente non solo di arricchire il quadro interpretativo, ma anche di porre nuove domande a fonti che sembravano aver ormai esaurito tutte le risposte. Il cinema ha un ruolo centrale nello studio di questi rapporti anche perché negli anni Cinquanta, gli anni a cui appartengono gran parte dei documenti presi in esame nel volume, si sono moltiplicate le sale cinematografiche parrocchiali su tutto il territorio nazionale, comprese le periferie urbane, assumendo un importante ruolo di diffusione culturale e di aggregazione. Ancora oggi Papa Francesco, in una recente intervista rilasciata a monsignor Viganò, ha ribadito la necessità di intendere il cinema come un grande strumento di aggregazione che ha contribuito, in momenti difficili della storia nazionale, a ricostituire il tessuto sociale e a costruire un senso di comunità.

Il potere del cinema

Dopo essersi complimentato per la meticolosa ricerca compiuta dagli autori dei singoli saggi contenuti nel volume, e per la loro natura interdisciplinare che consente un innovativo allargamento prospettico, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha evidenziato il progressivo passaggio (testimoniato dai documenti presi in esame) da una cauta vigilanza nei confronti di quello che appariva come un potente veicolo di suggestioni in contrasto con i dettami del cattolicesimo, ad una strategia propositiva verso il cinema e gli altri media, tesa ad adeguare il messaggio della Chiesa ad una società in rapido mutamento. Già nella Vigilanti Cura, l’enciclica indirizzata all’episcopato nordamericano (analizzata da Gianluca Della Maggiore), appare evidente la priorità che il cinema aveva assunto nell’ambito dell’agenda internazionale di Pio XI che desiderava promuovere il cinema come mezzo di apostolato e di trasmissione della fede. Altrettanto vasta e complessa appare poi la problematica legata alla rapida diffusione del mezzo televisivo negli anni Cinquanta. L’esortazione apostolica di Pio XII I rapidi progressi (analizzata da Federico Ruozzi) auspicava una televisione “cristianamente educatrice”, e divenne una vera e propria bussola per l’attività dei cattolici nel mezzo televisivo. Nei suoi due Discorsi sul film ideale (analizzati da Raffaella Perin) Pio XII dimostra inoltre di avere perfetta consapevolezza del potere pervasivo del cinema all’interno dei diversi strati della società e in particolare della sua influenza sul comportamento dei giovani, ma, rispetto all’atteggiamento fondamentalmente difensivo della Vigilanti Cura, sceglie di assumere un’attitudine positiva, indicando come primario dovere di un film quello di “ammaestrare, dilettare, spandere nobile gioia e piacere, perché lo spettatore potesse uscire dalla sala più lieto, più libero e, nell’intimo, migliore di quando vi era entrato”. Infine l’enciclica Miranda Prorsus (analizzata dallo stesso Mons. Viganò), dedicata al cinema, alla televisione e alla radio, rappresenta in qualche modo la fine di un atteggiamento meramente prescrittivo della Chiesa nei confronti dei media e dimostra quanto Pio XII fosse cosciente della necessità di indicare alla Chiesa nuove forme di presenza e di apostolato in un mondo sempre più moderno e mediatico.

Memorie Audiovisive del Cattolicesimo

Prendendo la parola a conclusione dell’evento, monsignor Viganò ha infine ricordato la costituzione, nel marzo scorso, della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo, per rispondere con un primo passo concreto all’auspicio espresso da Papa Francesco di salvaguardare il patrimonio audiovisivo della Chiesa cattolica. In questo quadro complesso, che unisce studio, ricerca, collaborazioni e progetti in corso, trova collocazione questo nuovo saggio, il cui merito maggiore consiste in un nuovo approccio storico-critico che chiarisce l’evoluzione coerente dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso i media.

A conclusione della presentazione del volume, al cardinale Pietro Parolin e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è stata donata una riproduzione ad olio su tavola dello Sposalizio della Vergine di Pietro Perugino, realizzata dalla Bottega Tifernate di Città di Castello in occasione dei 500 anni dalla morte dell’artista.

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