Massimiliano Menichetti – Presov
Al termine della celebrazione della Divina Liturgia di questa mattina a Presov nella Slovacchia orientale, nella Valle del fiume Torysa, il Papa fa rientro in auto al Seminario maggiore San Carlo Borromeo dell’arcidiocesi di Košice nel cuore della città. Dall’edificio, che ospita la Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica, dopo il pranzo intorno alle 15.45 Francesco, si trasferisce nello Stadio Lokomotiva di Košice per l’incontro l’incontro con i giovani nello Stadio Lokkomotiva sono gli appuntamenti che segnano il pomeriggio della terza giornata del Papa in Slovacchia.
“Momenti attesi che chiamano ad una conversione” commenta don Rastislav Hamráček, portavoce dei Salesiani di Don Bosco in Slovacchia. Sono loro, i salesiani gli unici che non hanno mai lasciato la periferia di Košice, dove sorge Luník IX il quartiere che raccoglie 5 mila persone di origine gitana costrette a vivere in condizioni di grande povertà:
Don Ratislav come legge l’incontro del Papa con la Comunità Rom?
L’incontro del Papa con i rom sarà un evento molto significativo per tutta la Slovacchia, non soltanto per la Chiesa. La scelta del Papa di incontrare proprio questa comunità dei rom ci invita a fare una conversione più profonda verso questa minoranza. In un secondo momento ci si aspetta anche un forte appello del Papa verso i rom stessi per incoraggiarli a fare anche loro i passi per una convivenza più aperta e concorde. Terzo punto, speriamo che le parole del Papa siano anche una forma di apprezzamento pubblico di tutti coloro che lavorano nella pastorale dei rom in Slovacchia.
A seguire nel pomeriggio anche l’incontro coni giovani, qual è il clima di attesa e qual è il loro volto?
I giovani hanno un’attesa viva del Papa, questo si vede soprattutto sulle reti sociali. L’arcidiocesi di Košice ha preparato un ricco programma nello spirito giovanile, così questo evento sarà una vera festa dei giovani con Papa Francesco.
Don Rastislav che cosa direbbe al Papa?
A questo Pietro di oggi, nostro amato Papa Francesco, direi un grande grazie, soprattutto per il suo servizio petrino, per la testimonianza e l’annuncio del Vangelo nel nostro tempo che lui ci offre. Sì, voglio ringraziare il Papa anche per questo grande dono della sua visita nel nostro Paese.
E proprio dalla voce di uno dei giovani che seguono la visita del Papa e che aspettano di incontrarlo, emerge la gioia di un abbraccio atteso:
E’ una gioia per me, perché ora posso veramente vedere il Santo Padre nella mia patria, nella mia Slovacchia… Una grande gioia sia per il nostro popolo sia per me come greco-cattolico, anche che oggi celebra la liturgia bizantina in questo bellissimo rito.
Il Papa ha fatto un appello forte affinché la Slovacchia diventi un po’ il cuore dell’Europa pulsante e anche, sulle orme dei santi Cirillo e Metodio, un ponte tra Oriente e Occidente. Poi tanti richiami rispetto alla concretezza alla necessità, dopo aver conquistato la libertà recente, a non lasciarsi schiacciare dalla mondanità. Tutti questi richiami indicando Cristo come luce di verità. Cosa ne pensi?
Sì, sono le parole che ha già detto Giovanni Paolo II, quando è stato qui nel 1995, veramente il ponte tra Occidente e Oriente, dove si incontra sia la Chiesa latina sia la Chiesa greco-cattolica però anche luterani e protestanti, anche la Chiesa ortodossa. Veramente qui si può incontrare, come anche nel cuore, una parte destra e una sinistra, strette a lavorare insieme, e anche geograficamente visto che la Slovacchia è proprio nel centro. Siamo nel centro dell’Europa. Sono forti le parole che ha detto il Papa anche citando Cirillo e Metodio venuti qui nella grande Moravia. Tutta la Slovacchia è fondata su questi grandi santi che sono anche patroni dell’Europa.
Oggi l’incontro con i giovani. Che cosa attendono i giovani dal Papa, quali parole?
Qualche incoraggiamento! Dopo tutti questi mesi e anni di pandemia in cui le persone sono state “fuori” dalla società, chiusi a casa, con il computer, i cellulari… E’ il più grande incontro con i giovani degli ultimi anni. E’ anche una cosa incredibile che, con tutte queste cose che si devono fare – i controlli dei certificati, di sicurezza, di salute… – in tanti si sono voluti registrare seppur con le restrizioni. Hanno avuto la forza di fare tutto questo. Dunque spero in qualche parola che ci aiuti dopo tutto questo lockdown e le chiusure, a riprendere la vita “normale”, la vita che c’era prima, che sarà dopo ma sarà nuova.