Chiesa Cattolica – Italiana

Paolo VI, il giorno in cui la pace per il mondo iniziò dal Bambin Gesù

Adriana Masotti – Città del Vaticano

E’ un modo del tutto particolare quello scelto da Paolo VI per vivere la prima Giornata mondiale della Pace. Papa Montini, il primo gennaio 1968, “alle ore 8.30 si è recato al Pontificio Ospedale Bambino Gesù in Roma per celebrare in quella Cappella la Santa Messa, visitare i piccoli infermi ivi degenti e rivolgere loro la Sua parola di conforto”. A riferire con queste righe la notizia è L’Osservatore Romano. Ma a testimoniare quanto accaduto c’è anche un video inedito ritrovato negli archivi del nosocomio. “Questo documento storico così emozionante – ha commentato al riguardo l’attuale presidente, Mariella Enoc – sottolinea ancora una volta il forte legame, affettivo e spirituale, che tutti i pontefici hanno avuto con il loro ospedale, l’ospedale del Papa, e ancora di più con i bambini ricoverati, di cui viene riconosciuta la grande “autorità morale”, come ebbe a definirla proprio Papa Francesco nell’udienza per le celebrazioni del 150.mo”.

La cronaca della visita

Nella Cappella dell’Ospedale, Paolo VI trova ad attenderlo 30 piccoli ricoverati. Le immagini, girate in Super 8, mostrano una ventina di bambini nei loro letti e intorno i dirigenti, i medici, gli impiegati, le suore della congregazione Figlie della Carità, il cappellano e tutto il personale. Ed è a loro che, all’omelia della Messa, vanno per primi il saluto e gli auguri di Papa Montini e, con particolare gratitudine, all’allora presidente dell’Amministrazione, Giulio Pacelli, appartenente alla famiglia del suo predecessore Pio XII. Il Papa ringrazia tutti per l’impegno con cui portano avanti la missione scientifica e professionale, di cure delicate, impegnative, appunto perché rivolte a bambini ammalati. Si rivolge poi ai genitori e alle famiglie dei pazienti, ma il suo pensiero speciale è per loro, per i bambini. Il desiderio di Paolo VI – scrive il quotidiano vaticano – sarebbe stato intrattenersi con ciascuno, questo non è possibile, ma tutti i piccoli che assistono alla Messa e coloro che sono rimasti in corsia “devono sapere che il Papa è venuto proprio per essi, li pensa sempre e ad essi vuole aprire il suo cuore”.

La prima ragione di una presenza 

A loro Paolo VI spiega che questa visita è stata a lungo desiderata proprio per dimostrare a tutti l’affetto e la gratitudine del Papa per questa istituzione e per quanti vi lavorano. In quanto istituzione pontificia, l’Ospedale Bambino Gesù, dice il Papa, è di appartenenza della Santa Sede e quindi oggetto di particolare premura e attenzione. E se personalmente il Pontefice non riesce a essere presente come vorrebbe, lui sa che ci sono persone che si occupano di questa struttura, esemplare luogo di cura, con “intelligenza, sagacia e ricerca delle vie migliori per dare soluzione equa e soddisfacente a numerosi problemi”. Paolo VI ne parla come di un “istituto fiorente” e il nuovo padiglione che visita al termine della Messa ne è un segnale. E poiché, sottolinea, la missione dell’Ospedale è curare i bambini malati, “vi potrebbe dunque essere – si domanda – un istituto più amato dal Papa?”. Paolo VI dice di sentirsi qui il padre di ciascuno di essi, e che vorrebbe essere presenza di “Gesù in mezzo ai fanciulli”. Con voce commossa Papa Paolo VI esprime ai bambini il suo affetto e ricorda la predilezione di Gesù che nel Vangelo abbracciava i “piccoli e vivaci vostri coetanei nella pienezza della loro salute: qui – osserva Papa Montini – abbiamo dei bambini malati. Ciò vuol dire che l’affetto dell’incontro di stamane si accresce e diventa profonda tenerezza”.

Seconda ragione: la richiesta di un regalo 

L’altro motivo della visita è legato alla Giornata mondiale della Pace. Se è vero che il Papa ha portato dei doni ai bambini – come dimostra il bianco e nero della pellicola – è però vero, dice, che è venuto anche a chiedere loro un regalo. Una richiesta rivolta con queste parole: “Il Papa è venuto per chiedere l’offerta delle vostre lacrime, cioè dei dolori ed angustie, e di questo stato di cose che rende tristi degli esseri intelligenti e vivaci. Sì, non vi mancano cure e sollievi, ma (…) siamo in un ospedale: e ciò senza dubbio rattrista il cuore, toglie ogni sorriso, apre la vena al pianto. Ma c’è la preghiera che conforta ed illumina”. E quindi la domanda: “Volete offrire una pena tanto grande e recitare qualche prece per Me? Per le mie intenzioni, per quella soprattutto che mi sta tanto a cuore: la pace?”.

L’offerta che affretta la pace nel mondo

Paolo VI spiega ai piccoli pazienti il senso della sua domanda. Se i piccoli ricoverati soffrono, ci sono nel mondo, indica, altri bambini ancora più infelici e sono quelli che vivono nei luoghi dove c’è la guerra, spesso rimasti soli, privi di aiuti e di assistenza, e forse anche feriti o ammalati. E la voce del Papa si spezza ancora quando rinnova l’invito: “Pregherete anche voi? Farete dunque questo regalo al Papa? Potrò essere sicuramente nel giusto quando dirò: i bambini del ‘Bambin Gesù’ offrono le loro pene, sofferenze e preghiere per la grande causa della pace?” La preghiera dei bambini, dice, sicuramente commuoverà il cuore di Dio affrettando questo dono. Perché la voce dei piccoli ammalati riflette “la potenza del dolore innocente” e, afferma il Papa, proprio per il dolore innocente, quello di Gesù, “noi siamo salvi”. E conclude: “Pertanto, figliuoli, voi fate al Papa un dono inestimabile, se promettete di offrire le vostre sofferenze e preghiere per la pace nel mondo; per tanti bambini che soffrono e quanto voi e di più; e inoltre per tutti questi uomini scatenati gli uni contro gli altri, perché divengano, invece, fratelli, buoni, e siano davvero condotti alla pace del Signore”.

Dopo la Messa il saluto ai bambini nei diversi reparti

La cronaca di questa visita riferisce che la celebrazione della Messa si è conclusa con la recita della “Preghiera per la pace”, composta dallo stesso Paolo VI, che si poi è soffermato con ciascuno dei bambini e bambine presenti nella Cappella consegnando a tutti un oggetto rappresentante un agnellino bianco e un’immagine ricordo. Quindi è seguita l’inaugurazione da parte del Papa del nuovo padiglione dell’ospedale e la visita di altri, con altre soste piene di affetto per i piccoli malati. Poi la berlina nera lo riporta in Vaticano, non senza che Papa Montini abbia lasciato in dono, ricordano le cronache, “giocattoli e dolciumi” e che, risalendo in macchina, sia stato “acclamato” dai genitori dei piccoli ricoverati, grati al Papa per la prossimità ai loro bimbi.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti