Giancarlo La Vella e Fabio Colagrande – Città del Vaticano
La pandemia di coronavirus continua a preoccupare. La variante Delta è ormai diffusa in tutti i continenti e sta provocando la marcia indietro nell’andamento dei contagi, che nei mesi scorsi risultavano in sensibile diminuzione. Da un anno e mezzo il virus ha provocato una profonda crisi sanitaria, economica e sociale. Troppo spesso, tuttavia, le conseguenze più gravi del Covid-19 a tutti i livelli continua a colpire i fragili e i deboli, sia a livello locale, che a livello globale. E’ quanto riferisce nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News, monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma con delega alla carità. Inoltre c’è da sottolineare che l’equa e diffusa distribuzione del vaccino, anche nei Paesi in via di sviluppo, non è ancora stata attuata in pieno e il programma Covax dell’Onu per l’invio del siero nelle Nazioni più povere sembra andare a rilento.
Più evidenti le differenze socioeconomiche
Il fatto che in molti Paesi ci sia il lusso di poter scegliere tra più vaccini e ci sia addirittura chi rifiuta di immunizzarsi e altri Stati in cui non si riesca a vaccinare una parte consistente della popolazione, indica che la pandemia ha fatto aumentare l’egoismo e che non c’è la sensibilità ad aiutare i più fragili. Dal punto di vista sanitario ed economico – sottolinea monsignor Ambarus – sono sempre gli ultimi a pagare lo scotto più doloroso. In particolare il presule mette in evidenzia che nella città di Roma il volontariato ha avuto un ruolo fondamentale nel sopperire le mancanze a livello istituzionale. Anche dal punto di vista occupazionale, il lavoro è venuto a mancare da chi già svolgeva un’attività precaria e non aveva alcun sostegno sociale. E anche questo – afferma il vescovo – è causa di forte discriminazione.