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Profondamente preoccupata per le piogge monsoniche intense e senza precedenti che, dal giugno 2022, sono state causa di inondazioni e frane in 72 distretti del Pakistan, l’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha deciso di stanziare 350.000 dollari per il recupero del patrimonio culturale del Paese, continuando a lavorare anche nel campo dell’istruzione, per fornire rapide soluzioni per l’apprendimento a distanza e garantire così la continuità del processo educativo. Già stanziati 50.000 dollari per finanziare lalcni interventi in particolare nella provincia di Sindh.
L’Unesco al fianco delle vittime delle alluvioni
Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, ha espresso innanzitutto la vicinanza dell’organizzazione Onu ai familiari delle vittime coinvolte nel disastro. Secondo il comunicato dell’organizzazione delle Nazioni Unite, sono circa 33 milioni le persone interessate e 6,4 milioni quelle che hanno urgente bisogno di aiuto. “Il nostro pensiero – ha affermato – va innanzitutto alle famiglie che hanno perso una persona cara, ai feriti, a tutti coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case e alle autorità. L’Unesco è al loro fianco”.
350.000 dollari per il recupero del patrimonio culturale
Patrimoni mondiali Unesco come le Rovine archeologiche di Mohenjo-Daro – uno dei più antichi insediamenti umani preservati al mondo -, i Monumenti storici a Makli, Thatta, il Karez in Balochistan – un sistema di irrigazione tradizionale -, il museo di Amri e il museo dell’artigianato popolare di Sehwan, entrambi nel distretto di Jamshoro, risultano tutti essere stati danneggiati dalle recenti inondazioni. “Come parte del suo mandato, l’Unesco fornirà assistenza per ripristinare questo patrimonio” ha spiegato Azoulay. Una parte dei soldi -150.000 dollari – andrà a finanziare le misure di ripristino e di prevenzione nei siti di Mohenjo-Daro e Thatta e un’altra parte – 200.000 dollari – andrà a sostenere la protezione del patrimonio culturale a rischio nei distretti di Balochistan, Swat e Larkana. L’Unesco ha ricordato infatti come tra le sue attività sia previsto anche il sostegno a pratiche culturali, come l’artigianato e la musica, spesso importanti fonti di reddito per la popolazione, oggi gravemente danneggiate dalle alluvioni.