Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Sono liberi Shafqat Masih e sua moglie Shagufta Kousar Masih accusati di blasfemia e per sette anni costretti nel braccio della morte. I tre giudici dell’Alta Corte di Lahore hanno ritenuto ingiustificata la loro detenzione e così li hanno assolti per mancanza di prove.
Il loro avvocato Saif-ul-Malook aveva parlato di accuse deboli. La coppia era stata arrestata perché avrebbe inviato dal cellulare dei messaggi di testo offensivi nei confronti di Maometto. Il legale, in passato, ha difeso Asia Bibi, la donna cristiana per la quale si era mobilitata l’opinione pubblica e che aveva trascorso dieci anni nel braccio della morte per blasfemia. Venne poi rilasciata nel 2018.
Una norma controversa
In Pakistan la legge sulla blasfemia è oggetto di interpretazioni diverse e che spesso colpiscono le minoranze più vulnerabili del Paese tra queste anche quella cristiana. Si rischia la condanna a morte per chiunque offenda o manchi di rispetto nei confronti di Maometto o dell’Islam. A maggio scorso, il Parlamento Europeo aveva esortato il personale diplomatico europeo a fare tutto il possibile per fornire “protezione e sostegno” a Shagufta Kousar e Shafqat Masih. Il Parlamento Ue si era detto “preoccupato per il continuo abuso delle leggi sulla blasfemia” e aveva invitato il governo del Pakistan “a rivedere e infine ad abolire queste leggi” che sono “incompatibili con le leggi internazionali sui diritti umani”.