Paglia a Bangalore: respingere i toni apocalittici sull’Intelligenza Artificiale

Vatican News

Prosegue il viaggio in India del presidente della Pontificia Accademia per la Vita per l’assemblea generale della Conferenza Episcopale indiana, primo episcopato a firmare il Rome Call for AI Ethics. Il prossimo luglio il documento sarà siglato a Hiroshima dai leader delle religioni asiatiche

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Nel parlare di Intelligenza Artificiale (AI) dobbiamo respingere i toni apocalittici e mettere bene a fuoco la trasformazione in atto, i benefici e le sfide che ci offre, per illuminare con sapienza il nostro tempo. Lo ha sottolineato l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, prendendo la parola nel corso della assemblea generale della Conferenza Episcopale indiana a Bangalore che vede riuniti 175 vescovi. Il tema dell’Assemblea è “La risposta della Chiesa alle attuali situazioni sociopolitiche del Paese e alle sfide dell’Intelligenza Artificiale”. Nel 2020 Paglia ha promosso la “Rome Call for AI Ethics”, un documento di intenti firmato da Microsoft, IBM, FAO, governo italiano e da allora sottoscritto da centinaia di Università e centri di ricerca e aziende. Anche la Conferenza Episcopale dell’India ha firmato il documento, primo episcopato a farlo.

I benefici delle nuove tecnologie

Nella sua relazione, monsignor Paglia ha sottolineato i benefici alle persone e alla società che i sistemi di AI realizzano, ha notato quali sono un suo avviso le sfide cui porre attenzione nel cambiamento sociale che investe la Chiesa e si è quindi riferito al lavoro che si sta svolgendo sia alla Pontificia Accademia per la Vita, ed si è quindi focalizzato sulle questioni antropologiche sottostanti. “Oggi – ha esordito il presule – non vi vorrei parlare dei ‘pericoli’ che molti profeti di sventura profetizzano. Piuttosto vorrei attirare la vostra attenzione anzitutto sugli incredibili benefici che le nuove tecnologie, e in particolare i sistemi di intelligenza artificiale, stanno già offrendo alla nostra storia. In ambito sanitario la diagnosi è stata clamorosamente potenziata da questi sistemi capaci di rilevare o prevedere patologie praticamente invisibili all’occhio umano. Sviluppi sono stati registrati nei laboratori e nella didattica medica, dove la modellizzazione digitale ha fatto fare passi da gigante nei processi di formazione dei futuri medici”. 

I rischi per i giovani

L’arcivescovo Paglia ha evidenziato come sono innumerevoli le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’agricoltura, anche e soprattutto in quelle aree non ancora sfruttate con una prassi intensiva e, spesso, distruttiva. Se guardiamo al mondo della comunicazione e della gestione delle informazioni, non possiamo che essere stupiti davanti alla facilità che abbiamo di condividere contenuti, entrare in possesso di dati raffinati, leggere testi in altre lingue. La rete e il digitale, piuttosto, “stanno cambiando radicalmente le strutture sociali” e il cambiamento riguarda la Chiesa, compresa la teologia. Internet, almeno a livello superficiale, “sostituisce una visione piramidale della società con una orizzontale e paritaria. La verità non è più appannaggio di autorità costituite e riconosciute ma è frutto di una continua ricerca dialogica fra mille voci. I social promuovono un protagonismo dei singoli individui (con particolare attenzione alle donne e alle persone che abitano le aree rurali) finora inimmaginabile (e forse per qualcuno anche indesiderabile)”. “Spesso – ha detto Paglia – associamo la trasformazione digitale al mondo dei giovani, alla rottura nella trasmissione del sapere e della fede tra le generazioni, al facile accesso a esperienze immorali. Vero ma parziale: i più grandi consumatori di pornografia online (ad esempio in India) sono adulti tra i 25 ei 34 anni (mariti e padri di bambini, anzi mariti e mogli, padri e madri, visto che il 33% degli utilizzatori sono donne ). Anche i giocatori online, soltanto in India, sono per il 59% adulti tra i 25 ei 44 anni. Attenzione a non ridurre questo tema a una questione giovanile, anche se sui giovani e giovanissimi questa esposizione ‘tossica’ può avere effetti ancora più dirompenti. La seconda è più teologica. Il passaggio dall’autorità all’autorevolezza, dall’istruzione alla testimonianza (cos’altro sono gli influencer?), dalla verticalità alla sinodalità, sono tutti passaggi che recuperano (o almeno alludono) a dinamismi evangelici. Perché considerarli soltanto nella loro accettazione distruttiva?”.

Parlare degli uomini e dei loro corpi

La questione di fondo riguarda la visione dell’uomo che si sta affermando e che interessa in profondità la Chiesa. Per questo monsignor Paglia ha notato che la prossima Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, dal 12 al 14 febbraio, ha per tema la questione antropologica. “Se siamo preoccupati per questi sistemi è perché essi emulano alcuni processi che noi associamo all’intelligenza umana. E per questo lavoriamo per marcare la differenza, quasi che la nostra umanità risieda in questa facoltà. Non è vero: noi non siamo la sola nostra intelligenza ed è riduttivo ogni discorso che va in questa direzione. Non siamo neanche i soli nostri dati. Il dataismo (forma pseudo religiosa che scaturisce dall’incredibile potere predittivo dei sistemi di machine learning) ci vuole ridurre alle (innumerevoli) tracce che lasciamo”. Ma non è così, perché “i sistemi di AI, assunti nella loro sfida antropologica più profonda, ci impongono di tornare a parlare degli uomini e dei loro corpi. Il tema urgente è la carne e di questo tema, se permettete, siamo esperti. Siamo fondati sull’evento dell’incarnazione del Figlio di Dio, su un corpo risorto che San Tommaso (evangelizzatore dell’India) chiede di poter toccare, sulla promessa della risurrezione della carne che proclamiamo nel credo apostolico”.

Il “Rome Call for AI Ethics” 

Parlando della “Rome Call for AI Ethics” del 2020, che la Pontificia Accademia per la Vita continua a promuovere, Paglia ha notato che la qualifica del documento è nell’aspetto chiedere “un approccio etico di design. È ingenuo pensare le tecnologie neutre. Esse, come ogni altra opera umana, portano con loro cultura, costruzioni sociali, intenzionalità, modi di intendere l’economia e l’umanità. La domanda etica va posta all’inizio, by design: come vogliamo progettare, realizzare, commercializzare queste incredibili tecnologie? Nel chiedere una regolamentazione internazionale per l’AI, mons. Paglia ha annunciato che la “Rome Call for AI Ethics” il prossimo luglio a Hiroshima verrà firmata dai leader delle religioni asiatiche. “Perché – ha notato – quando si discute di temi teologici le religioni si dividono, ma quando è in gioco il bene e il futuro dell’umanità, sono uniti più che mai”. “Carissimi, le grandi trasformazioni in atto non ci devono spaventare. Piuttosto sono una chiamata alla responsabilità che il vangelo ci impone nei confronti della vita umana che abita questo pianeta. La memoria della Pasqua di Gesù ci rende donne e uomini che si fanno carico del futuro”.

Il tema della famiglia

Al termine del suo intervento, monsignor Paglia ha aggiunto qualche parola sul tema della famiglia. “Permettitemi però di aggiungere a queste riflessioni una piccola appendice. Oltre a essere presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sono anche gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia. Proprio ieri ho visitato la sezione indiana di questo istituto che ha sede a Changanacherry. Ho inaugurato una due giorni di lavoro dei responsabilità della pastorale familiare di tutte le diocesi del Kerala. Ringrazio quanti di voi stanno investendo persone e risorse in questo progetto e invito tutti a tenere in considerazione questa istituzione per la formazione di quanti devono accompagnare le famiglie delle vostre chiese. Papa Francesco ha voluto rifondare questo istituto per mettere la famiglia al centro della Chiesa, allargandone la prospettiva. Non è infatti più pensabile ridurre la famiglia a un tema morale. Parlare di famiglia significa oggi parlare dei legami sociali, dell’attenzione alle fasce deboli (bambini e anziani), anche della forma della Chiesa, chiamata a essere più familiare”.