di Federico Lombardi
È mancato ieri mattina 12 ottobre, il padre Kurt Peter Gumpel. Si trovava ormai da vari anni nell’Infermeria della Residenza San Pietro Canisio, vicino alla Curia generalizia dei Gesuiti, dove si era trasferito insieme al padre Paolo Molinari nel 2010, dopo 50 anni esatti di servizio nella Curia insieme a lui, per vivere ancora con lui l’ultima tappa del lungo cammino.
Il padre Gumpel stava per compiere 99 anni, essendo nato ad Hannover il 15 novembre 1923. La sua famiglia era di livello sociale altissimo, ma fu perseguitata dai nazisti. Il religioso fu sempre molto discreto su questo tempo drammatico della sua giovinezza, ma raccontò egli stesso che sua madre era stata imprigionata e suo nonno ucciso. Perciò dovette molto presto lasciare la Germania e la sua educazione continuò prima in Francia e poi in Olanda, presso il collegio dei gesuiti di Nimega. Qui durante la guerra, dopo la maturità liceale, continuò gli studi filosofici e nel settembre del 1944 entrò nel Noviziato della Provincia Olandese della Compagnia di Gesù. Nel 1946-47 svolse vari incarichi nel Collegio Sant’Ignazio di Amsterdam, ma nel 1947-49 fu inviato a Roma, come docente di filosofia presso il Collegio Germanico-Ungarico, dove molti dei suoi discepoli, in quegli anni di dopoguerra, erano più anziani di lui.
Segue la formazione teologica in Inghilterra, alla Facoltà dei Gesuiti dell’Heythrop College, negli anni 1949-1953. Qui Gumpel si incontra con un giovane gesuita italiano, Paolo Molinari (a cui insegna l’inglese), dando così inizio a un sodalizio di amicizia e di collaborazione che durerà per tutta la vita.
Nel 1952 viene ordinato sacerdote. Il Terz’anno, con cui si conclude la formazione del padre Gumpel come gesuita, ha luogo in Spagna, a Gandía nel 1953-54. Tornato al Germanico come docente di teologia, ottiene il dottorato alla Università Gregoriana, ma è nel 1960, con la nomina ad assistente del nuovo Postulatore generale della Compagnia di Gesù, padre Molinari, che inizia il lungo periodo di vita del padre Gumpel presso la Curia generalizia dei Gesuiti e il suo impegno per le cause dei santi. Un impegno che si allarga ben oltre la Compagnia di Gesù. Dal 1972 al 1983 infatti è consultore della Congregazione e dal 1983 al 1993 Relatore e docente dello Studium della stessa Congregazione. Contemporaneamente insegna spiritualità e diritto alla Gregoriana e all’Orientale.
Insieme al padre Molinari, nella loro collaborazione alla Postulazione della Compagnia, quando nel 2010 terminò il loro incarico, avevano conseguito 39 fra canonizzazioni e beatificazioni. Il padre Gumpel da solo, come Relatore presso la Congregazione, aveva seguito oltre 70 Cause. Un lavoro incredibile, svolto sempre con l’impegno e l’attenzione scrupolosa del vero competente, sia in storia, sia in teologia, sia in spiritualità.
Molte altre cose andrebbero ricordate della vita e dell’attività del padre Gumpel. Ad esempio che Giovanni XXIII e Paolo VI ebbero grande stima dei padri Molinari e Gumpel, e ricorsero spesso al loro consiglio e ai loro servizi. Padre Gumpel ricordava che durante il Concilio, proprio per desiderio di Paolo vi, aveva assistito a varie conferenze episcopali africane per aggiornamenti, approfondimenti e consigli teologici.
Ma indubbiamente la causa che più impegnò il padre Gumpel e che lo rese in certo senso “famoso” è quella di Pio XII. Nel 1965, verso la fine del Concilio, Paolo VI annunciò l’introduzione delle due cause di Pio XII e Giovanni XXIII.
Quella di Pio XII fu affidata alla Postulazione della Compagnia di Gesù. Postulatore era quindi il padre Molinari, con l’assistenza di padre Gumpel, che poté svolgere studi profondissimi negli Archivi vaticani, con piena libertà di accesso. Nel 1983 poi, al padre Gumpel, divenuto Relatore presso la Congregazione delle Cause dei Santi, fu assegnato il compito ufficiale di Relatore della Causa di Pio XII. Si può dire senza timore che probabilmente nessun altro ha studiato e conosciuto così profondamente la figura e l’operato di Pio XII. E certamente egli fu il più deciso e dedicato difensore di Pio XII di fronte alle accuse e obiezioni che gli sono state mosse da varie parti. Gumpel era un poliglotta straordinario, parlava bene inglese, italiano, tedesco, francese, olandese e spagnolo. Oltre a numerosissime pubblicazioni e partecipazioni a convegni, diede oltre 300 interviste televisive, radiofoniche e ad altri media. Per molti giornalisti le interviste con Gumpel rimangono indimenticabili. Limpide, chiare, decise… poteva parlare letteralmente anche per ore rispondendo in modo estremamente diretto alle domande più impegnative. Non si rifiutava mai se poteva difendere la memoria di Pio XII e lo faceva con argomentazioni e documentazioni assolutamente affidabili.
Era assolutamente convinto che Pio XII meritasse la canonizzazione e che la Chiesa prima o dopo la proclamerà. A chi lo interrogava su questo argomento rispondeva: «Sono fermamente convinto, e non ha nessuna importanza se sarò ancora vivo, che un giorno Pio xii sarà elevato agli onori degli altari e dichiarato Santo».
Al rigore dello studioso si accompagnava un impegno personale di vita religiosa veramente radicale. I confratelli sapevano che dietro una certa apparente freddezza o rigidità esteriore vi era una disponibilità al servizio degli altri attenta e generosa. Il suo amore e la sua fedeltà alla Chiesa, la sua devozione per le persone dei papi che aveva servito rimangono eminenti ed emblematiche. La Compagnia di Gesù ha avuto in lui un membro eminente. La figura di Pio xii il suo più dedicato, competente, affezionato difensore. Per questo ne sentiremo certo la mancanza. Ma ora, dopo quasi un secolo di vita, per lui è giunto il tempo del riposo e dell’incontro con Colui del quale diceva con commozione: Scio Cui credidi.