Il francescano vicario della Custodia di Terra Santa racconta l’impegno dei giovanissimi per la pace. Il dolore per tutti i piccoli morti a Gaza e per coloro che sono ancora sotto le macerie: “Cessate il fuoco, vogliamo che questa guerra finisca veramente
Francesca Sabatinelli e Roberto Cetera – Città del Vaticano
Hanno disegnato, hanno scritto, hanno pregato assieme, bambini musulmani e cristiani, gli studenti della scuola francescana di Terra Santa, a Gerusalemme. Hanno chiesto tutti uniti la fine della guerra, 400 tra piccoli e grandi, dai tre ai 18 anni, e hanno anche chiesto che ci si possa salvare dalla guerra, insieme contro l’odio e la morte che stanno distruggendo la loro terra. A raccontare la mattinata di bambini e ragazzi a Gerusalemme è il francescano padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme. È lui che ha chiamato i bambini ad esprimersi contro la guerra ed è lui che ha chiesto un dipinto, realizzato sulle mura di Gerusalemme: un Gesù, assieme ai bambini, uno di quali ha l’espressione triste, come chiesto dallo stesso padre Faltas, “perché rappresenta tutti i bambini di Terra Santa: di Gaza, di Jenin, di Nablus, di Tel Aviv, di Jaffa, perché tutti i bambini di Terra Santa, palestinesi e israeliani, stanno soffrendo per questa guerra”. Questi bambini, racconta a Vatican news, “vogliono vivere come tutti i bambini del mondo e avere la pace qui, in Terra Santa”.
Bombe sulla scuola di suor Nabila
A Gerusalemme, stamattina, bambini e ragazzini cantavano e pregano per la pace. A Gaza, i raid israeliani continuavano i loro bombardamenti, con un numero imprecisato di vittime, colpendo anche una scuola e un ospedale, e anche la scuola delle Suore del Rosario di Gerusalemme, fortunatamente senza vittime né feriti, ma solo con danni al cortile e alle strutture circostanti. A darne notizia è stata suor Nabila Saleh, preside della scuola, la più grande della Striscia con i suoi 1250 alunni, in larghissima maggioranza musulmani. Anche suor Nabila, come moltissime altre persone, è sfollata nella parrocchia della Sacra Famiglia, sempre a Gaza.
Educare alla pace
“Dobbiamo educare alla pace in questo momento, per questo facciamo queste iniziative – prosegue Faltas – educare alla pace se vogliamo un futuro migliore per questi bambini che si sono espressi con i loro disegni con la massima libertà”. Tra i tanti messaggi di questi bambini, ce ne sono anche rivolti al Papa, affinché possa lui aiutare a mettere fine a questa guerra, “e poi tutti a memoria – racconta ancora il francescano – hanno citato la preghiera di San Francesco Fai di me strumento della tua pace”.
Le vite spezzate sotto le macerie
La voce di padre Ibrahim Faltas è un bisbiglio di dolore quando con il pensiero va ai bambini di Gaza. Guarda i disegni dei più piccoli, respira la loro speranza di pace e poi immagina quelle quattromila e più vite spezzate dalle bombe, e poi le donne, gli anziani, i disabili, i feriti, che non possono essere curati perché gli ospedali sono stati distrutti. “Ci sono bambini sotto le macerie”, è lo strazio del religioso, “e non so cosa dire”. Il Papa, prosegue, è l’unico a chiedere il cessate il fuoco, “nessuno dei potenti ne ha parlato”, ma questa è l’unica soluzione, continua, “perché a Gaza la gente è rimasta senza casa senza luce, senza acqua senza cibo, senza medicina è veramente un inferno, un inferno. Quando dico inferno è poco”. E la sofferenza è anche in Cisgiordania, dove almeno 150 persone sono morte dal 7 ottobre, dove ci sono migliaia di feriti, dove c’è tanta violenza e dove si vive come in una prigione a cielo aperto. “Betlemme è chiusa, il turismo è bloccato, i pellegrinaggi sono fermi, anche a Gerusalemme, a Nazareth, e i cristiani vogliono andare via, non c’è lavoro”. Ed ecco che l’appello dei francescani di Terra Santa si unisce a quello del Papa: “Per carità cessate il fuoco, vogliamo che questa guerra finisca veramente”.