Federico Piana-Città del Vaticano
Il mondo che invocherà Maria durante tutto il prossimo mese di maggio con il rosario quotidiano guidato da trenta santuari internazionali e trasmesso sui canali social della Santa Sede, può essere considerato come il profondo gesto d’amore di un fidanzato alla propria innamorata. Il paragone, con tanto di solidi riferimenti teologici, è di padre Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (Pami), che sottolinea come l’iniziativa, voluta fortemente da Papa Francesco con il titolo ‘Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio’ per chiedere la fine della pandemia, sia un atto che conferma l’insegnamento della Chiesa “secondo il quale Dio ci ha regalato Maria, affinché non fossimo mai soli. Maria è colei che alle nozze di Cana era attenta ai bisogni degli sposi ed è colei che continua a stare attenta a noi anche oggi”. Soprattutto nei momenti difficili, aggiunge padre Cecchin: ”E’ in questo periodo tormentato che dobbiamo rivolgerci a lei, nostra madre”.
Questa iniziativa, che verrà aperta il 1° maggio e conclusa il 31 maggio da Papa Francesco, può essere considerata davvero come il gesto di un innamorato?
R.- Certamente. Il rapporto tra Dio e il suo popolo è un rapporto tra sposo e sposa. Quando l’angelo appare a Maria, le dice: rallegrati Maria, esulta, kecharitomene, che in greco significa amata dal Signore. L’angelo rivela, in quel momento, una realtà fondamentale: che Maria è l’amata; come al battesimo nel Giordano Dio rivela chi è Gesù: l’amato. Per cui, il principio fondamentale della fede cristiana è scoprire l’amore di Dio. E questo amore di Dio porta sempre a voler stare con l’amata.
Perché il rosario è considerata una preghiera potente?
R. Il rosario non è liturgia ma è molto simile ad essa. Nel passato la liturgia era una realtà riservata solo al clero, mentre il popolo di Dio aveva queste preghiere. Nel rosario, l’Ave Maria è una preghiera biblica dove al centro c’è il nome di Gesù e nel suo complesso medita continuamente la vita di Gesù e di Maria. Insomma, il Rosario ci riporta alla potenza del Vangelo e non va recitato come se fosse un rituale magico, ma con l’intenzione di stare con Maria per amare Gesù. Lo spirito di Dio scende soprattutto nel Cenacolo dove c’è Maria, la grande testimone della vita di Gesù. Ecco che noi, con il rosario, meditiamo, riviviamo, l’amore di Maria per Gesù. Ed è questo amore la forza che ci aiuta a vincere il mondo.
Ma la Madonna ci ascolta sempre? E perché?
R.- Gesù, dalla croce, guarda alla madre e al discepolo amato e alla madre dice: ecco tuo figlio. La nuova Gerusalemme, che raccoglie tutti i figli dispersi e che gli ebrei pensavano fosse una Gerusalemme di pietra, è Maria. E la Vergine, essendo assunta in Cielo anima e corpo, continua il suo ruolo di mediatrice, come ribadisce il Concilio Vaticano II: certamente, non è Maria che fa i miracoli, ma ella chiede a Dio di aiutarci, come una buona madre. Questo è il motivo di tante apparizioni mariane in tutto il mondo ed i santuari sono la testimonianza di come Dio continua ad essere presente nel mondo per mezzo di Maria.
Da non dimenticare che questa iniziativa si svolgerà a maggio, mese che molte Chiese dedicano a Maria…
R.- E’ il mese che per noi occidentali, latini, era il mese dei fiori ed il mese dei fidanzati. I ragazzi preparavano le corone di fiori e le portavano alle loro amate. Ora questo mese è diventato un simbolo di chi ama Maria, nostra madre. Il rosario nasce proprio per questo: per omaggiare Maria con le rose delle nostre preghiere.