La Cina invita Russia e Ucraina “a incontrarsi a metà strada” e “avviare tempestivamente i colloqui di pace per raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra”. I Paesi del G7 rilanciano la tregua in vista delle Olimpiadi
Luca Collodi – Città del Vaticano
La Russia è pronta a un cessate il fuoco e all’avvio di negoziati se le truppe ucraine si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e Kiev e si impegnerà a non aderire alla Nato. È questa la proposta del presidente russo Vladimir Putin. In Svizzera, intanto, si apre oggi 15 giugno il primo vertice di pace sull’Ucraina ma senza Russia, Cina ed i Paesi del Brics.
Il vertice in Svizzera
Più di 50 capi di stato e di governo sono riuniti a Buergenstock fino a domenica per gettare le basi di un percorso di pace che alla fine coinvolga Mosca. Tra i presenti anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. L’incontro si concentra sulla ricerca di temi comuni, a partire dal piano di pace in dieci punti di Zelensky, presentato alla fine del 2022, e le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla guerra che sono passate con un ampio sostegno. Il vertice punta a trovare percorsi verso una pace duratura per l’Ucraina, basata sul diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite. Sullo sfondo delle strategie diplomatiche, gli organizzatori hanno presentato tre punti all’ordine del giorno: la sicurezza nucleare nella centrale di Zaporizhzhia controllata dalla Russia. L’assistenza umanitaria e lo scambio di prigionieri di guerra. La sicurezza alimentare globale, che è stata messa a rischio dallo stop alle esportazioni di grano ucraino attraverso il Mar Nero. La Cina, intanto, invita la Russia e l’Ucraina “a incontrarsi a metà strada” e “ad avviare tempestivamente i colloqui di pace per raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra”. Lo ha affermato il vice rappresentante permanente della Cina presso l’Onu, Geng Shuang, alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite convocata su richiesta della Russia alla vigilia del vertice di pace in Svizzera.
Le reazioni
Per il portavoce del Cremlino, le condizioni poste dal presidente russo Putin per la fine del conflitto in Ucraina “non sono un ultimatum ma un’iniziativa di pace che riflette l’attuale situazione sul campo”. Per Mosca, Kiev dovrebbe tenere presente che le circostanze potrebbero cambiare e che ci sono circa 700 mila soldati russi nella zona delle operazioni militari speciali in Ucraina. Zelensky respinge le richieste della Russia di ritirarsi da quattro regioni dell’Ucraina, definendole un “ultimatum farsa’.
L’appello del G7
I capi di Stato e di governo dei sette Paesi più industrializzati al mondo riuniti in Puglia, insistono sul fatto che la Russia fermi l’aggressione e paghi i danni di guerra. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si è detto tuttavia disposto a parlare con Putin, ma quando ci saranno le condizioni per discutere una pace giusta per l’Ucraina. I Paesi dell’Unione Europea non sono riusciti a trovare un accordo su nuove sanzioni contro il settore del gas naturale liquefatto russo, con la Germania che ha fatto saltare l’accordo perchè dannoso per l’economia di Berlino. I leader del G7 lanciano infine un appello per la tregua olimpica in vista dei Giochi di Parigi in programma a luglio.