All’evento in corso nella città pugliese fino a sabato 7 settembre, anche quest’anno si è parlato della più moderna tecnologia e di come debba essere compresa il prima possibile. Tra i temi anche la guerra in Ucraina e il rapporto tra giornalismo e potere giudiziario
Andrea De Angelis – Otranto
“È il momento di insegnare l’intelligenza artificiale nelle scuole, lo strumento va compreso, non temuto ed è fondamentale che si inizi a farlo il prima possibile”. Matteo Ornati, giornalista, lancia questo monito dal palco di Otranto nel corso della seconda serata del Festival Giornalisti del Mediterraneo, di cui Radio Vaticana – Vatican News è media partner. “Quando ero piccolo – racconta – ciò che vedevo in tv era considerato vero, poi sono cresciuto e ho spiegato ai miei genitori che quanto leggevano sui social non era paragonabile al piccolo schermo. Oggi i nostri figli – sottolinea – possono aiutarci a comprendere le nuove tecnologie, ma occorre farle conoscere loro fin dai banchi di scuola”.
Occuparsi dell’intelligenza artificiale
Sono stati tre i panel nella serata di giovedì 5 settembre. “Dire la verità. Democrazia, propaganda, giornalismo alla sfida dell’intelligenza artificiale”, ha avuto tra i relatori il presidente della “Casaleggio & Associati” e fondatore dell’Associazione Rousseau, Davide Casaleggio, che ha ribadito come “dell’intelligenza artificiale non dobbiamo preoccuparcene, ma iniziare finalmente a occuparcene. L’elettricità ha cambiato il mondo ma sono serviti 48 anni per vederla nelle case di tutti. La IA invece non ha bisogno di infrastrutture, la vera sfida è la velocità, dunque – ribadisce – bisogna occuparsene sui vari temi, ad esempio quello della produttività che potrà avere un impatto epocale sull’economia”. È intervenuto ancora il giornalista Alessio Lasta, di Rai 3. “Tra i catastrofisti e i possibilisti occorre inserire il tema della verità”, ha detto. “Ogni cosa ha un elemento di positività e le sue criticità, anche il fuoco ha scaldato le nostre case e ci ha permesso di cucinare gli alimenti, ma è diventato pure uno strumento di guerra. Ci sono degli accorgimenti – questo il monito – che possiamo già utilizzare per cogliere la verità”. Il giornalista Matteo Ornati ha mostrato vari video falsi della campagna elettorale statunitense, con Trump e Harris, ed ancora giornalisti utilizzati per promuovere prodotti finanziari, vere e proprie truffe. Infine il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Mimmo Mazza, si è unito agli altri nel dire che “conta ciò che si può fare e non subire lo strumento in sé”, quindi una provocazione: “per il giornalismo la IA è pericolosa come il copia incolla”. A moderare i lavori Carmelo Schininà, giornalista del Tg LA7.
L’informazione può essere un’arma
Della guerra russo-ucraina si è parlato nell’approfondimento dal titolo “Tra Putin e Navalny, storie di Russia” a cui ha partecipato Rosalba Castelletti, inviata di Repubblica a Mosca, che ha ricordato come “Putin all’inizio dell’invasione ucraina chiuse una serie di testate e poi varò le due leggi cosiddette sulle fake news e sul discredito delle forze armate, che – ha spiegato – hanno portato molti giornalisti in esilio e tante redazioni internazionali a chiudere”. Stefano Polli, vicedirettore Ansa, autore tra le altre della recente intervista a Vladimir Putin, ha raccontato quanto accaduto lo scorso 5 giugno, quando insieme ad altri direttori di agenzie di diversi Paesi ha potuto intervistare il presidente russo. Paolo Di Giannantonio, per lungo tempo inviato speciale del Tg1 Rai, ha voluto evidenziare il ruolo dell’informazione che “nelle guerre è sempre più un’arma. Ricordiamo come è stata innescata la guerra in Iraq? Non credo – ha detto – che si possa parlare di un racconto inappuntabile di questa guerra, mi riferisco anche e soprattutto della mancata verifica delle fonti come nel caso del gasdotto Nord Stream”. Zouhir Louassini, giornalista di Rainews24, ha analizzato questo periodo storico questo momento paragonandolo a una “partita di scacchi tra una potenza dominante e una emergente, uno schema che si è ripetuto tante volte nella storia e che è sfociato in una guerra”. Quindi ha posto una domanda: “La guerra fredda è finita o c’è stata solo una tregua?”. Mattia Bagnoli, corrispondente Ansa da Bruxelles, per 6 anni corrispondente da Mosca, ha infine raccontato la sua esperienza a Mosca e poi in Ucraina, dove si trovava il 24 febbraio 2022. “Oggi si affrontano due Paesi con due idee diverse di mondo”, ha affermato, raccontando una serie di esperienze dirette sul campo, comprese interviste a militari ucraini e russi. Ha moderato il panel Patrizio Nissirio, responsabile di AnsaMed.
Due pilastri della democrazia
“Diritto di cronaca: confronto tra magistrati, avvocati e giornalisti”, è il titolo del panel che sempre giovedì sera ha visto sul palco il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro. “Se la sovranità appartiene al popolo, il popolo deve essere correttamente informato. Se informato, potrà valutare a chi ha deputato il suo potere. La giustizia – ha detto -deve essere accessibile ai cittadini, devono comprendere gli accadimenti, devono essere informati”. L’avvocato penalista Ubaldo Macrì ha sottolineato come sia “fondamentale la capacita di contemperare”, ricordando le recenti esperienze in Italia con gli ultimi Governi, partendo dal tema delle intercettazioni. Ill vicedirettore dell’Ansa, Stefano Polli ha parlato di “un triangolo tra politica, magistratura e stampa” e di “un dibattito che a me non piace, ma vedo da almeno 30 anni, dall’inizio della mia carriera. Un Paese profondamente democratico deve difendere una magistratura indipendente e un giornalismo libero, che sono due pilastri della democrazia”. “Ci sono Paesi in Ue dove questi valori non vengono rispettati, penso a Budapest più volte sanzionata – ha ricordato – dalla Commissione Europea. Vanno rispettate le regole, ma dobbiamo ricordare le esigenze: segretezza, riservatezza, ma anche il bisogno di sapere dei cittadini. I cittadini devono conoscere cosa accade e questo compito spetta al giornalismo. Se – ha concluso – si sbilancia il rapporto tra riservatezza e conoscenza siamo davanti ad un problema”. A moderare Massimiliano Sisto, direttore di rete TRM.