Chiesa Cattolica – Italiana

Ordine di Malta: la povertà aumenta, serve collaborazione per il bene comune

Alleviare le condizioni di oppressione dei più bisognosi. È l’esortazione del Gran Maestro Fra’ Dunlap agli oltre cento Ambasciatori riuniti a Villa Magistrale, a Roma, per un confronto sull’azione diplomatica di questa realtà la cui missione è testimoniare la fede e servire poveri e ammalati soprattutto nelle zone di guerra e in quelle colpite da disastri naturali. Sabato l’udienza dal Papa. Suor Smerilli: di fronte a crisi economiche globali, bisogna rispondere in maniera coordinata

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Oltre 100 ambasciatori del Sovrano Militare Ordine di Malta si sono riuniti nella Villa Magistrale a Roma per una tre giorni, fino a sabato 27 gennaio, di Conferenza generale sullo stato dell’arte e le prospettive della diplomazia dell’Ordine. Un’occasione per approfondire, tra l’altro, con l’apporto di numerosi ospiti, alcuni temi strategici per la secolare missione spirituale ed umanitaria di questa realtà il cui motto è testimoniare la fede e servire i bisognosi. “Elementi di scenario geopolitico. Un sistema internazionale frammentato, competitivo e multipolare”, il titolo della sessione di apertura moderata dal giornalista Federico Fubini. Di assistenza umanitaria si parlerà nel dibattito di venerdì, al quale parteciperanno relatori italiani ed esteri del mondo della cooperazione internazionale e della Santa Sede. Questo panel sarà preceduto da un intervento di padre Paolo Benanti sull’intelligenza artificiale e le sue sfide etiche. Sabato 27, tutti gli ambasciatori saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco in Vaticano. 

Gran Maestro: continuare a servire poveri, malati, i dimenticati

Dopo la Messa nella chiesa di Santa Maria in Aventino, celebrata dal cardinale Patrono Gianfranco Ghirlanda, la Conferenza è stata aperta da un messaggio del Gran Maestro, Fra’ John Dunlap, che ha fatto il punto su alcuni aspetti dell’impegno dell’Ordine nel mondo, il quale, ha detto, offre oggi una piattaforma più solida per la sua missione diplomatica. Più che difendere i propri interessi personali, la priorità resta quella dei poveri, dei malati e dei dimenticati nel mondo, ribadisce, precisando anche che la natura dell’Ordine di Malta è quella che fa riferimento alla Chiesa cattolica romana. Il nuovo Codice e la nuova Costituzione di cui si dotato l’Ordine lo hanno rafforzato in molti modi. Ne è convinto il Gran Maestro che ha insistito sull’importanza di riconoscere “l’Ordine non solo come un’altra Ong che si occupa di carità a livello globale”. Dunlap ha poi posto la domanda: “State rappresentando fedelmente ed efficacemente Gesù Cristo nei circoli internazionali? È vostro dovere farlo”. Ha ribadito che le ambasciate fanno instancabilmente appello al mondo per il rispetto del diritto internazionale umanitario. L’invito è ad essere voce collettiva perché siano alleviate le condizioni di oppressione dei più bisognosi, indipendentemente dalla religione, dalla razza, dall’etnia o da qualsiasi altra distinzione. “Abbiamo fissato come obiettivo per questo governo l’instaurazione di relazioni con un gruppo di importanti Stati, per lo più occidentali e asiatici, che non riconoscono ancora l’Ordine”, ha annunciato il Gran Maestro. Si cercherà anche di ottenere il riconoscimento da parte di altre organizzazioni regionali, ad esempio con la Lega degli Stati Arabi.

Povertà in aumento, costruire partenariati 

Dunlap condivide il progetto di effettuare una serie di visite all’estero durante l’anno in corso e nel prossimo decennio. Si recherà presto a Panama, insieme al Gran Cancelliere, e agli altri membri del governo, per la conferenza regionale delle ambasciate e delle associazioni nazionali. “È un mondo segnato dalla competizione, dalle rivalità strategiche, dalla frammentazione e dal degrado del sistema di cooperazione multilaterale che abbiamo ereditato dopo la Seconda guerra mondiale, – denuncia – dall’incertezza economica, un mondo in cui il numero dei più poveri continua ad aumentare e i nuovi poveri, quelli che vivono nei Paesi industrializzati avanzati, si uniscono a loro con una velocità senza precedenti”. L’esortazione del Gran Maestro è a comprendere meglio la natura delle tendenze globali e a costruire partenariati con altre organizzazioni: organismi internazionali, società civile, fondazioni filantropiche, aziende e società. 

Tremonti: l’Europa deve unificarsi, sta perdendo la sua anima

È stata una analisi, definita “spietata” dal moderatore Fubini, della crisi dell’Europa quella fornita dall’on. Giulio Tremonti, Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, intervenuto con un contributo dal titolo: Da “Cogito ergo sum” a “digito ergo sum”. Ha evidenziato la crisi della globalizzazione nell’ambito di scenari tutt’altro che incoraggianti: dai disastri ambientali alle società “in decomposizione”, dalla pandemia alle guerre. “La guerra di Putin ha interrotto il movimento che avrebbe dovuto unificato l’Europa dall’Atlantico agli Urali”, afferma. E, in maniera laconica, aggiunge: “Oggi l’Europa o è unita da nord a sud e da est a ovest o non è. È l’attuale macchina politica dell’Europa che è superata”. Ricordando quanto Papa Francesco affermò nel suo Viaggio apostolico in Ungheria a proposito della necessità di ponti che sostengano il vecchio continente, Tremonti sottolinea che l’Europa non può basarsi su spaccature. “Oggi l’Europa sta perdendo la sua anima. Non può essere guidata da tecnici che fanno gli influencer. La vecchia triade del motto della rivoluzione francese è sempre meglio di quella imperante oggi: globalité, marché, monnat”. E ancora: “La politica che vede solo interessi individuali e non il bene collettivo è destinata a fallire”. La sua preoccupazione è molto concentrata sul calo demografico: “Niente culle vorrà dire niente Stato sociale. Sarà una tragedia per i poveri. Quindi il motto dell’Ordine di Malta sarà ancora più cruciale. Io sono convinto che l’Europa si unirà, in fondo abbiamo solo settant’anni di vita. Servono grandi uomini politici”. E chiosa con un auspicio: “Io spero che nel nuovo Parlamento si pensi ad una ridefinizione dell’architettura dell’Europa. Ho molta fiducia nei Paesi dell’Est di cui abbiamo un drammatico bisogno”.

Suor Smerilli: oltre la paura dello straniero, sui migranti cambiare narrativa

Suor Alessandra Smerilli, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ai media vaticani ha detto di essere d’accordo con Tremonti sul fatto che l’Europa può continuare ad essere faro di civiltà solo se è unita, che ha bisogno di ritrovare la propria identità come continente. “Dobbiamo cercare di capire come, di fronte ai grandi problemi del mondo, da unione economica e monetaria, possa diventare un insieme di Stati che non perdono la propria autonomia e che nello stesso stesso tempo possono affrontare tutte le sfide”. Di fronte agli Ambasciatori, la religiosa ha insistito molto sull’urgenza che “le risposte al grido dei poveri siano coordinate”. Spiega il progressivo superamento della settorialità nell’ambito del dicastero con la distinzione dell’operato in tre grandi sezioni: ascolto e dialogo; ricerca e riflessione; comunicazione e restituzione. Questo lavoro interdisciplinare è necessario, osserva, per rispondere pastoralmente alle diverse esigenze che ogni giorno vengono sottoposte in Vaticano da ogni parte del mondo. Soffermandosi sul tema migranti e rifugiati, una delle emergenze su cui maggiormente ci si adopera nel dicastero, Suor Smerilli conclude che “deve cambiare anche la narrativa e leggere i fenomeni migratori oltre la paura”. 

Scaroni: continuare a investire sulle rinnovabili

Di economia si è parlato diffusamente alla Conferenza. Il presidente dell’Enel, Paolo Scaroni: “Con le rinnovabili siamo messi male, ma potremmo essere messi molto bene nei prossimi anni, fino al 2030. Eolico e solare coprono solo il 3 percento dei consumi energetici al mondo, e non abbiamo mai bruciato così tanto carbone, gas e petrolio come nel 2023. Ma possiamo ancora farcela a raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 43 percento al 2030”. E ha aggiunto: “Il mondo ha investito 4 trilioni di dollari nelle rinnovabili. Ma per arrivare agli obiettivi del 2030, dovremmo investire tre volte tanto quello che abbiamo investito finora. Tutto questo è fattibile. Realistico forse no, ma dobbiamo farlo”. Veronica De Romanis, docente di European Economics alla LUISS “Guido Carli” di Roma, alla Stanford University e al Breyer Center for Overseas Studies, a Firenze, ha evidenziato come la crescita economica 2024-2028 rallenta rispetto al 2014-2019 in tutti i grandi Paesi europei. Ha illustrato come il debito globale pubblico e privato non è mai stato così elevato (nel secondo trimestre del 2023 si stima in 307mila miliardi) e che la diffusione dei cosiddetti ‘neet’ è preoccupante soprattutto per l’Italia. Fondamentale è la Riforma del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes), a suo parere: “Perché dobbiamo rinunciare a un ‘estintore’, già pagato?”, si chiede. “Il Mes – afferma ai giornalisti – è uno strumento che spero possa diventare in futuro il nostro fondo monetario europeo. Abbiamo visto già di fronte alle tre crisi – finanziaria (2009), pandemica (2020) ed energetica (2022) – quanto sia importante avere strumenti comuni per fronteggiarle”. 

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