A Roma, tre giorni di lavori, dal 12 aprile, per adeguare gli statuti della Prelatura al documento di Papa Francesco, che ne ha disposto il trasferimento di competenze dal precedente Dicastero dei Vescovi, stabilendo che il Prelato non possa più essere insignito dell’ordine episcopale. A riunirsi sono 274 appartenenti all’Opera, provenienti dai cinque continenti
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Dal 12 al 17 aprile, 274 fedeli dell’Opus Dei da tutto il mondo si riuniscono a Roma con il prelato e suoi vicari per riflettere sugli statuti della prelatura e adeguarli al Motu proprio “Ad Charisma Tuendum” con cui Papa Francesco ha chiesto che vengano rinnovati alcuni punti del documento che definisce la missione e regola la vita della prelatura.
Il lavoro preparatorio al congresso
Il Motu proprio ha modificato due articoli della Costituzione Apostolica Ut Sit (con la quale l’Opus Dei è stata eretta a prelatura nel 1982) per adattarli alla normativa introdotta recentemente dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, sulla Curia romana. Nel suo terzo articolo, il documento aggiunge che gli Statuti dell’Opus Dei siano “convenientemente adeguati su proposta della Prelatura medesima, da approvarsi dai competenti organi della Sede Apostolica” (Ad charisma tuendum, n. 3). Con queste premesse il prelato dell’Opus Dei, monsignor Fernando Ocáriz, ha convocato un congresso straordinario. In precedenza il prelato aveva sollecitato la partecipazione di tutti i fedeli della prelatura che desideravano segnalare dei suggerimenti specifici sul tema. In un messaggio del 30 marzo scorso ha spiegato: “I suggerimenti sono stati studiati a Roma, con l’aiuto di esperti, per presentare al Congresso proposte concrete. Quelli che non riguardavano la richiesta della Santa Sede contenuta nel motu proprio potranno essere presi in considerazione, come scrissi nel messaggio di ottobre, nelle prossime settimane di lavoro, una volta indette, e serviranno a preparare il Congresso generale ordinario del 2025. È un materiale prezioso, per il quale desidero ringraziarvi ancora”.
In ascolto dello Spirito, aderenti all’insegnamento del fondatore
126 donne e 148 uomini, dei quali 90 sacerdoti, parteciperanno a questo incontro generale. I partecipanti provengono da Africa (6,6%), America (36%), Asia (6,2%), Europa (50%) e Oceania (1,1%). Il 12 aprile, prima di iniziare le riunioni, il prelato presiederà una Messa con cui si avvieranno i gruppi di lavoro. I risultati che emergeranno in questi giorni verranno poi presentati al Dicastero per il Clero. Monsignor Ocáriz ha già ricordato che “tutti i Congressi generali sono momenti molto speciali di unità in tutta l’Opera, e dell’Opera con il Santo Padre e con tutta la Chiesa. In queste settimane, desideriamo tenere particolarmente presente l’aspirazione di san Josemaría: Omnes cum Petro ad Iesum per Mariam (Tutti con Pietro, verso Gesù, grazie a Maria)”. L’Opus Dei – si legge in un comunicato – aiuta a incontrare Gesù nel lavoro, nella vita famigliare e in tutto il panorama delle attività di ogni giorno. Oggi fanno parte della prelatura 93.600 persone, il 60% sono donne. Sono molte di più le persone che, tra cooperatori e amici dei fedeli dell’Opus Dei, partecipano alle attività di formazione cristiana organizzate dalle persone della prelatura.