Onu, Parolin: l’istruzione sia “integrale”, senza barriere tra scienza e trascendenza

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

L’istruzione ci aiuterà a superare le numerose fratture esistenti nelle nostre società, costruendo comunità più forti e resilienti, basate sui valori della fraternità umana e della solidarietà reciproca. E’ la convinzione espressa dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nell’intervento ieri a New York al “Transforming Education Summit”, appuntamento voluto all’inizio della settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il cardinale ha sottolineato che Papa Francesco ha parlato chiaramente dell’imoprtanza di avviare senza paura un processo di trasformazione e di guardare al futuro con speranza, invitando tutti – giovani, insegnanti, responsabili politici e società civile – a essere protagonisti di questa alleanza impegnandosi a livello personale e sociale a coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondente alle attese umane e al progetto di Dio.

L’urgenza di un patto globale

“Lo scoppio della pandemia di Covid-19 e ora la guerra in Ucraina per non dimenticare i tanti altri conflitti in corso in diverse regioni del mondo, – ha sottolineato il cardinale Parolin – rendono sempre più urgente la necessità di un patto educativo globale”. E il Segretario di Stato ha parlato della necessità di creare un “villaggio educativo”, in cui tutte le persone, secondo i rispettivi ruoli, condividano il compito di formare una rete di relazioni aperte e umane. Ha ricordato il proverbio africano che avverte: ci vuole un intero villaggio per educare un bambino. Per poi ribadire che dobbiamo creare un villaggio del genere prima di poter educare” e spiegare che in primo luogo, occorre sgombrare il terreno dalle discriminazioni e lasciare che la fraternità fiorisca.

Il richiamo al primo Global Compact on Education

Mosso dalla forte convinzione che attraverso l’istruzione si possa lottare per un mondo migliore, a pochi mesi dallo scoppio della pandemia di Covid-19 Papa Francesco – ha ricordato il porporato – ha lanciato il “Global Compact on Education”, sottolineando, nel suo messaggio del 15 ottobre 2020 che l’istruzione è “uno dei modi più efficaci di rendere più umani il nostro mondo e la nostra storia”. Da qui l’idea di coinvolgere molteplici attori e stakeholders internazionali, con il segretario di Stato che ha sottolineato come il processo per l’attuazione di questo Global Compact sull’istruzione abbia dato vita a molte nuove iniziative in ambito continentale e locale.

Un tema vitale

La Santa Sede, nelle parole del cardinale Parolin, ha ringraziato il segretario generale dell’Onu per aver convocato questo incontro su “un tema così vitale”. E il porporato si è soffermato sull’importanza del “ricostruire la fragile alleanza educativa introducendo le nuove generazioni ai valori del rispetto, del dialogo e della solidarietà attraverso l’investimento delle migliori risorse disponibili nell’istruzione di qualità”.  

Quattro pilastri

Con il pensiero al messaggio inviato da Papa al lancio del Global Compact on Education 2022, il 12 settembre scorso, il cardinale Parolin ha invitato tutti coloro che operano nel campo dell’istruzione a farsi guidare da quelli che ha definito quattro pilastri: il primo, il principio classico del conosci te stesso, seguito da vicino da conosci il prossimo, “che ci incoraggia a tenere l’’altro’ in mente, specialmente quelli in situazioni vulnerabili”. Il terzo principio è conoscere la creazione, “che ci ispira a prenderci cura della nostra casa comune”. Ultimo “ma non meno importante”, il principio di conoscere il Trascendente, “che afferma la naturale inclinazione della persona umana verso l’infinito, ampliando il nostro orizzonte e la capacità di scoprire i grandi misteri della vita”. “È questa tensione verso il destino e la vocazione dell’umanità – ha precisato il segretario di Stato – che dà alla formazione il suo significato più profondo e convince i giovani del suo valore”.

Sette percorsi per un’istruzione integrale

Si tratta di una “visione olistica dell’istruzione” che richiede impegni precisi. E il cardinale Parolin ha ricordato l’invito del Papa alle organizzazioni educative di tutto il mondo a rivedere i loro progetti e curricula, intraprendendo sette percorsi precisi.  Innanzitutto, fare della persona umana nel suo valore e nella sua dignità il centro di ogni sforzo educativo, sia formale che informale; ascoltare le voci dei bambini e dei giovani ai quali trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia, pace e vita dignitosa per ogni persona; incoraggiare la piena partecipazione delle ragazze e delle giovani donne all’istruzione; vedere nella famiglia il primo ed essenziale luogo della formazione; educare ed essere educati alla necessità di accoglienza e in particolare di apertura verso le situazioni più vulnerabili; trovare nuove modalità di comprensione dell’economia, della politica, della crescita e del progresso che siano al servizio della persona umana e della famiglia umana, nell’ambito di un’ecologia integrale; salvaguardare e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, secondo i principi di sussidiarietà, solidarietà ed economia circolare.

L’obiettivo finale: rendere l’istruzione “veramente integrale, superando le dicotomie tra i suoi aspetti cognitivo, emotivo ed etico”.

Chiesa e saperi

Il cardinale Parolin ha ricordato che la Chiesa Cattolica, che dalle sue origini ha sempre accompagnato l’evangelizzazione con la trasmissione di saperi, cultura e scienza – attraverso i monasteri come centri di cultura, attraverso innumerevoli scuole legate alle Chiese locali e con la fondazione delle prime università del mondo occidentale – continua impegnarsi in prima linea nell’istruzione con quasi 220 mila scuole e 1.365 università sparse in tutti i continenti, dove oltre 70 milioni di studenti, molti dei quali non cattolici e non cristiani, ricevono un’istruzione di qualità.