Olimpiadi, un gospel per ringraziare Dio

Vatican News

Yemisi Ogunleye ha vinto la medaglia d’oro per il lancio del peso e in conferenza stampa ha intonato un canto “per lodare Dio per la sua misericordia”: “In pedana ho chiesto, nella preghiera, l’aiuto a Lui come faccio sempre nella mia vita”

di Giampaolo Mattei

Per spiegare le ragioni della sua medaglia d’oro nel lancio del peso Yemisi Ogunleye, 25 anni, madre tedesca e padre nigeriano, ha intonato un gospel «per lodare Dio per la sua misericordia». In piena conferenza stampa allo Stade de France, con accanto la neozelandese Maddison-Lee Wesche e la cinese Song Jiayuan, rispettivamente seconda e terza.

Racconta: «In pedana ho chiesto, nella preghiera, l’aiuto di Dio come faccio sempre nella mia vita. Non per vincere la medaglia – Dio mi ama come sono anche se non salgo sul podio – ma perché fossi capace di rendergli gloria dando il meglio di me stessa come atleta». Sul retro del suo pettorale di gara ha scritto con il pennarello “You are loved”, con riferimento al Vangelo di Giovanni (3, 16). Yemisi ha dovuto fare i conti con episodi di razzismo e molestie. Affronta una disciplina di forza come il lancio del peso mettendo in campo il suo passato agile da ginnasta «con la consapevolezza del corpo» e il suo presente da musicista «con senso del ritmo».

“Not I, but Jesus in me” si legge nel suo profilo social. Con la fede espressa anche con il canto – confida lei che fa parte di un coro gospel a Karlsruhe – «costruiamo la base del nostri sogni olimpici»: al Villaggio di Parigi ha vissuto questa esperienza spirituale insieme a numerosi atlete e atleti cristiani, come la lunghista Malaika Mihambo, 30 anni (bronzo a Parigi e oro a Tokyo, oltre a 2 titoli mondiali), madre tedesca e padre tanzaniano.