Al via ufficialmente domani, 26 luglio, la XXXIII edizione dei Giochi Olimpici, ospitati a Parigi. Tanti atleti pronti a sfidarsi in quello che sarà un evento all’insegna dei valori sportivi, ma segnato anche dalle guerre che affliggono varie parti del pianeta. Silvia Salis, vicepresidente vicario del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI): “Le parole del Papa sulla tregua olimpica sono di ispirazione per tutto il mondo”
Gianmarco Murroni – Città del Vaticano
Lo sport come strumento di pace: è quanto ha sempre auspicato Papa Francesco in questi mesi, invocando più volte nelle ultime settimane una tregua olimpica che possa favorire le relazioni tra i popoli e possa contribuire alla cessazione delle guerre, nello spirito dei prossimi Giochi Olimpici che prendono il via il 26 luglio a Parigi, a cui seguiranno i Giochi Paralimpici dal 28 agosto. Un auspicio che il Pontefice ha impresso anche con l’inchiostro nella prefazione del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”, pubblicato a giugno scorso dalla Lev su iniziativa di Athletica Vaticana e curato da Vincenzo Parrinello. Un testo che ha visto anche la partecipazione di Silvia Salis, ex martellista italiana, dal 2021 vicepresidente vicario del Coni. “Per me è stato un onore far parte di questo grande progetto, considerando anche la quantità di personaggi importanti, esponenti del mondo sportivo e i grandissimi atleti che hanno partecipato”, racconta Salis.
La lealtà nello sport
Nel libro l’ex atleta azzurra ha descritto quello che è uno dei concetti più importanti nello sport, la lealtà: “Dal mio punto di vista non esistono sport individuali e sport di squadra, tutti gli sport sono di squadra. Anche un atleta che fa uno sport individuale ha una squadra con la quale lavora e che coopera per il suo risultato. Il valore più importante all’interno di una squadra è la lealtà, cioè sapere che le persone che hai vicino possono fidarsi di te e tu puoi fidarti di loro”. E questo vale ancora di più nel contesto dei Giochi Olimpici: “Le Olimpiadi sono la nazionale delle nazionali, è un momento nel quale tutte le squadre, che gareggiano per i loro obiettivi nei vari sport, fanno parte di un gruppo più grande. Questo si respira anche nel villaggio olimpico: io ho preso parte a 2 Olimpiadi, mi sono resa conto di come ci si senta parte di un progetto e di un viaggio insieme ad atleti sconosciuti fino a quel momento”.
La tregua olimpica
La lealtà e altri valori sportivi sono stati celebrati più volte da Papa Francesco nei suoi continui appelli a una tregua olimpica. “Le parole del Santo Padre sono di ispirazione per tutto il mondo, perché lo sport unisce e va oltre le differenze che ci sono tra i popoli – spiega Salis – Noi nasciamo tutti uguali, magari con diverse capacità o aspirazioni, ma lo sport mette in luce questa uguaglianza nelle diversità. Gareggiamo tutti con le nostre forze, non importa da che Paese si provenga, si basa tutto sull’impegno e sul rispetto reciproco”. Un concetto che assume ancora più valore in queste Olimpiadi, in cui per la prima volta nella storia si assiste a una parità assoluta di genere: “All’inizio della storia olimpica le donne erano un concetto molto astratto nello sport, fortunatamente durante i decenni le cose sono cambiate fino ad arrivare a un totale equilibrio tra rappresentanza maschile e femminile. Spero che questo negli anni si traduca anche in un equilibrio all’interno della classe dirigente e fra gli allenatori”.
La spedizione italiana
Silvia Salis conclude con una riflessione sulla spedizione italiana che in questi Giochi sarà la più numerosa di sempre: “Si tratta del record di atleti italiani a una Olimpiade, ne andiamo fieri, anche perché investiamo tanto su tutti gli sport. Ci sono Paesi che scelgono strategie diverse, magari concentrandosi solo su alcuni sport diventando sempre più forti in specifiche discipline; noi, invece, investiamo su tutto e ciò ci sta dando ragione sia in termini di qualificati che in termini di medaglie”. Un investimento che consente di formare atleti in discipline diverse, alimentando in maniera considerevole tutto il movimento sportivo nazionale: “È importante perché grazie a questi atleti alcuni sport meno noti vengono conosciuti e praticati, creando un circolo virtuoso che porta negli anni a ulteriori medaglie”. Una sguardo, infine, sulle prospettive di medaglia in Francia: “Siamo molto ottimisti sulla spedizione italiana: la federazione ha lavorato benissimo con la preparazione olimpica, arriviamo a Parigi con una squadra numerosa e molto ambiziosa”.