Francesca Sabatinelli e Adriana Masotti – Città del Vaticano
La Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno trova il suo principale riferimento nel messaggio di Papa Francesco, pubblicato il 6 gennaio scorso, il cui titolo “Di me sarete testimoni” ha assunto come tema. “Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre e, in quanto tale, è il suo ‘testimone fedele’, così – scrive Francesco – ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo. E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare”.
Una testimonianza efficace che incida sulla vita
Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Fondazione Missio, commentando il Messaggio del Papa lo definisce “provocatorio”, perché “va al cuore della vita di ciascuno di noi” e non può lasciare indifferenti. L’arcivescovo sottolinea che “parlare di testimoni significa parlare di persone credibili, persone che attraverso la vita e il quotidiano sanno rendersi presenti nel mondo con una testimonianza efficace, con una capacità di incidere sulla vita”. Persone che, prosegue, sono capaci di mostrare la profezia di “un mondo nuovo e di un modo nuovo di approcciare l’esistente” grazie al messaggio di Cristo “che ha toccato il loro cuore”.
Don Pizzoli: il respiro universale della missione
Ai microfoni di Vatican News, don Giuseppe Pizzoli, direttore della stessa Fondazione, spiega come è cambiata la missione della Chiesa. A partire dal Concilio Vaticano II, afferma, la missione è stata recepita come l’anima della Chiesa e non esiste più una missione eurocentrica, cioè non ci sono solo i missionari che partono dall’Europa per il resto del mondo, ma si vive un respiro di universalità con missionari che partono dall’America Latina verso l’Africa o dall’Africa verso l’Asia ecc…. “Ci troviamo di fronte ad una sensibilità missionaria che tutta la Chiesa sta maturando”, aggiunge don Pizzoli.
Anche la figura del missionario, che continua a portare il Vangelo nei luoghi più lontani e sconosciuti, nel tempo è cambiata. Il direttore di Missio dice che il Vaticano II ha cambiato lo stile della missione. “Mentre prima, forse, c’era un po’ la tendenza a voler in qualche maniera imporre il Vangelo, oggi lo stile della missione è fondato sul dialogo, sul rispetto delle culture, sull’inculturazione, nel senso di vedere come il messaggio di Gesù può far crescere quella cultura, e non trasformarla nel senso di sostituirla, ma come far crescere quella cultura con i valori del Vangelo che sono valori universali, quindi che possono veramente elevare anche le culture che noi a prima vista potremmo pensare lontane da esso”. La finalità dunque non cambia, cambia lo stile.
In dialogo e nel rispetto delle diverse culture
Più volte la Chiesa è stata rimproverata di aver utilizzato uno stile improntato al colonialismo, sottolinea don Pizzoli, nella convinzione che solo la cultura europea fosse adatta a comunicare il Vangelo, oggi si riconosce che il messaggio di Gesù si può incarnare anche in culture diverse perché, afferma, “lo Spirito ci precede e quando noi missionari arriviamo in un luogo a parlare per la prima volta di Gesù Cristo, ci accorgiamo che lo spirito del Vangelo è arrivato prima di noi”. In ogni cultura, ha riconosciuto infatti il Concilio Vaticano II, ci sono i semi del Verbo”.
Anche l’Europa ha bisogno dell’annuncio del Vangelo
Ma in Europa esiste ancora oggi il senso missionario? Don Pizzoli afferma che nel Vecchio Continente i cristiani “si sono un po’ accomodati”. E spiega: “Dando per scontato che la fede fa parte del patrimonio culturale, abbiamo formato una mentalità secondo cui l’Europa non ha bisogno di missione, ha bisogno solo di catechesi”. La realtà invece è cambiata e anche la Chiesa nel tempo ha compreso che la sua natura è missionaria e che lo spirito missionario deve improntare tutta la sua vita e la sua azione. Tutto deve essere annuncio di Gesù Cristo.
Fino ai confini della terra
“Di me sarete testimoni”, il tema della Giornata Missionaria Mondiale 2022: per il direttore di Missio si tratta di una vocazione che coinvolge nella vita quotidiana tutti i cristiani, ciascuno nella sua realtà e nel suo ambiente. “Tutti siamo chiamati ad essere testimoni di Gesù – conclude don Pizzoli – però Gesù dice anche ‘fino ai confini della terra’: con questo respiro universale c’è qualcuno che ha la vocazione speciale di essere inviato dalla sua comunità, dalla sua Chiesa, a portare il Vangelo fino ai confini del mondo”.